Come sempre, per l’occasione, la “Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia...
Camposcuola a Possagno per la Collaborazione pastorale Valcavasia
“Ma è una villa? No. Ma è viola? Neppure. Ma cos’è?”. Molti bambini, che sono venuti per la prima volta ai campiscuola a Possagno, hanno posto questa domanda incuriositi dal nome dell’edificio. “Viola” in realtà era il soprannome della famiglia che, molto tempo fa, donò alla parrocchia di Possagno quella che allora era una casera di mezza montagna con i prati attorno per il fieno.
I prati di allora si sono riempiti di bosco e la casera è stata più volte sistemata nel tempo, ultimamente ammodernata e messa a norma per volere del parroco, don Pierangelo Salviato, per permettere un soggiorno confortevole e sicuro. Siamo quasi a 800 metri, in località Masarolle, a mezz’oretta di cammino dalla casa Sacro Cuore dei padri Cavanis, in mezzo a boschi di faggio e carpino e con un’ampia vista sulla pianura. Tanta storia ha attraversato questo luogo: il voto alla Madonna del parroco don Teodoro Agnoletto per preservare il paese dalle rappresaglie nazifasciste, la formazione del primo nucleo di partigiani, ricordata da una epigrafe sulla facciata della casa, e l’intuizione di don Angelo Campagnaro che dalla fine degli anni ‘50 comincia a portare i bambini di Possagno a trascorre un mese in questo luogo, iniziando una tradizione che dura ancora oggi.
Anche quest’anno villa Viola ha ospitato nel mese di luglio i bambini delle elementari della Collaborazione pastorale Valcavasia, Cavaso, Possagno, Castelcucco, Monfumo e Castelli, durante due settimane di camposcuola.
La figura di Carlo Acutis, giovane quindicenne, morto nel 2006 improvvisamente e dichiarato beato nel 2020, ha fatto da guida con la sua vita di ragazzo normale, ma totalmente immerso nell’amore verso Gesù e quindi verso gli altri. I bambini hanno costruito con palline di polistirolo e cartoncini girasole ciascuno, come un mini ostensorio a rappresentare se stessi nel loro modo di portare amore al mondo.
Tanti sono stati i giochi organizzati dagli animatori, ragazzi delle superiori che ci mettono ogni energia, nei campi da calcio e da pallavolo adiacenti alla casa e non sono mancate le passeggiate: al monte Tomba e la camminata a casa Sacro Cuore. La mattina ci si radunava per la preghiera attorno alla grotta vicina alla mulattiera che sale al Palon e che ospita la statua restaurata dedicata a santa Maria del Cammino e alla sera nella cappellina nel cuore della casa, anche questa rinfrescata recentemente e arricchita dal grande crocifisso di San Damiano.
La domenica mattina i bambini sono scesi a piedi fino al Tempio per concludere il campo con la messa e poi riabbracciare i genitori. “Sei nato originale, non morire da fotocopia”, questo il messaggio che è stato lasciato ai bambini scritto su un foglietto e racchiuso in una bustina assieme a dei semini da portare a casa con l’impegno di piantare e custodirli come semi di bontà, pace e gioia nella propria famiglia, nella vita di tutti i giorni.
Ed è così che la storia di villa Viola continua ancora e aspetta solo di essere raccontata. La casa è disponibile, infatti, ad accogliere gruppi di circa trenta persone per tutto l’anno, desiderosi di trascorrere del tempo nella pace della natura, per un ritiro spirituale, per un campo scuola o semplicemente per ritrovare se stessi e così orientare la propria vita sempre più all’incontro con i fratelli e con Dio, nella riscoperta del dono della comunione.