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Anziani a Castelfranco, attivi e partecipi

E’ preziosa, per la fotografia scattata e per gli spunti di riflessione proposti, l’ultima ricerca sulla popolazione anziana a Castelfranco, realizzato dalla Cooperativa sociale Incontro con l’agenzia di statistica Sinodè srl in collaborazione con il Comune e il Centro anziani Domenico Sarto, nell’ambito del progetto “La rete che cura”.

Anziani in aumento, che godono per la maggior parte di buona salute e con una situazione economica e socio-relazionale discretamente positiva. Forse più “poltroni” rispetto alla media, per tante ore seduti davanti alla televisione; e tuttavia ancora attivi e partecipi delle proposte che arrivano dal territorio.

E’ preziosa, per la fotografia scattata e per gli spunti di riflessione proposti, l’ultima ricerca sulla popolazione anziana a Castelfranco, realizzato dalla Cooperativa sociale Incontro con l’agenzia di statistica Sinodè srl in collaborazione con il Comune e il Centro anziani Domenico Sarto, nell’ambito del progetto “La rete che cura”.

I numeri dicono che gli anziani in città sono il 23,2% della popolazione totale, più “vecchio” il Quartiere Valsugana, poi Risorgimento, poi Borgo Padova (i tre censiti dalla ricerca); un universo variegato, perché gli over 65 hanno davvero caratteristiche anche molto diverse in base all’età anagrafica. Molti settantenni oggi, ormai in pensione, sono attivi dal punto di vista sociale, sportivo, in famiglia con i nipoti; ma più si invecchia, più poi le cose si complicano. “L’alzarsi della prospettiva di vita fa crescere il rischio che si presentino malattie legate all’invecchiamento e il conseguente aumento delle persone non autosufficienti - ha spiegato durante la presentazione alla cittadinanza della scorsa settimana Romano Astolfo di Sinodè srl -. La ricerca rivela la discreta partecipazione ad attività promosse sul territorio, incontri di svago, iniziative spirituali, serate informative su tematiche di interesse”.

Insomma, c’è uno “spazio” importante che chiede la promozione di processi di invecchiamento attivo, attraverso proposte che stimolino l’attività motoria, favoriscano le relazioni e coinvolgano attivamente le persone.

“La rete che cura, e questa ricerca, ci hanno permesso non solo di scardinare alcuni stereotipi che avevamo dei nostri quartieri - ha spiegato Antonino Lupo, presidente dell’associazione Noi - centro parrocchiale don Ernesto Bordignon, coinvolto insieme alle altre due associazioni di quartiere Due Mulini e Quelli di Borgo Padova -. Solo così, mettendoci in ascolto, possiamo poi offrire dei servizi e delle risposte alle persone che intercettino i loro bisogni”, costruendo appunto una rete che non lascia indietro nessuno.

“La buona riuscita di numerose iniziative, per esempio sulla sicurezza in casa e sulla protezione dalle truffe, oppure sull’uso dei social per comunicare, dice l’interesse per questi temi ed anche il desiderio delle persone di continuare a incontrarsi, approfondire, collaborare”.

Rispetto al tema della povertà, dall’analisi emerge che gli over 65 indicano la propria situazione economica e socio-relazionale discretamente positiva. “Attenzione però - ha concluso Astolfo -, le criticità anche qui crescono con l’aumentare dell’età”. Anche per questo, nei quartieri stanno nascendo tante piccole ma significative esperienze di cura e prossimità di vicinato, attenzione a situazioni di solitudine.

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