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Doposcuola a distanza a Tombolo

Iniziativa "creativa" in parrocchia grazie a sette giovani volontari che hanno seguito otto ragazzini via Skype o Whatsapp aiutandoli a fare i compiti e a recuperare il filo dello studio prima della ripresa delle lezioni

Le difficoltà non fermano la creatività, anzi in molti casi la attivano. E’ quasi una constatazione banale. Ma è sempre bello raccontare frammenti di storie della vita delle nostre comunità, che parlano della capacità di reinventarsi in risposta al desiderio di bene per noi e per gli altri. Così si spiega anche il “doposcuola a distanza” che la parrocchia di Tombolo ha messo in piedi durante questa estate di coronavirus.

Non sarebbe stato possibile senza una esperienza ormai decennale nella “Bocconi”, servizio pomeridiano per i compiti che ha raccolto prima della chiusura di marzo oltre 50 bambini. “Ma ancora di più, e prima di tutto ciò, nulla di nuovo sarebbe nato se non ci fosse stato volontà, disponibilità al servizio gratuito e desiderio di bene - spiega la coordinatrice Elisa Tombolato, meglio conosciuta come Isetta -. Era da tempo che ci chiedevamo come essere di aiuto in vista della ripresa scolastica, anche considerando che molti dei nostri bimbi e ragazzi dal lockdown in poi hanno davvero fatto tanta fatica a seguire la didattica a distanza e rischiavano di perdersi”.

Sparire, diventare invisibili, come del resto i dati non ufficiali dicono sia accaduto ad almeno due scolari per ogni classe. A Tombolo ci hanno dunque provato, all’inizio dell’estate hanno anche pensato di riaprire il doposcuola in presenza ma c’erano troppe incognite. E allora hanno deciso e sono partiti: 8 ragazzini e 7 giovani volontarie. “Si collegano via Skype o tramite Whatsapp e per prima cosa chiacchierano”. Come stai? Cosa fai per non annoiarti? Come va a casa? “Poi mandano e controllano i compiti, delle schede, quello che è necessario per riallinearli prima che cominci la scuola”. Dati i numeri “piccoli”, si è cercato di riallacciare un legame e riattivare poi il servizio con coloro che potevano trovarsi in maggiore difficoltà: bambini in passaggio dalla quinta elementare alla prima media o dalla seconda alla terza media soprattutto. E, come spesso accade quando la disponibilità incontra il bisogno con generosità umana, emerge il bene, la reciprocità.

“Due bambini «scalmanati» hanno chiesto alla loro «volontaria» di aiutarli nella grammatica italiana; un’altra di essere aiutata a migliorare l’esposizione; tutti di continuare a sentirsi, cioè ad essere pensati, avvicinati, sostenuti”. Il raccordo con i servizi sociali del Comune, che tra l’altro al doposcuola mandavano come volontarie due giovani di origine marocchina in servizio civile, e con l’istituto comprensivo permette non solo una maggior efficacia del lavoro svolto ma anche, non da meno, ha costituito nel tempo un “credito” che incide per i ragazzi che lo frequentano sull’andamento scolastico. “Concluderemo l’accompagnamento a distanza a metà settembre e poi riprenderemo in presenza, Covid permettendo - conclude Isetta -. Stiamo già ragionando sugli spazi, le fasce orarie, i turni in giorni diversi”.

“Avvertiamo oggi la necessità, o l’appello dello Spirito, di ritrovare una fede più viva e decisa e di inventare in tempi brevi nuovi modi per poterci riunire, tenere alti i valori, condividere la strada con tutti e superare insieme le paure, senza farci condizionare da inevitabili difficoltà - spiega il parroco don Bruno Cavarzan, che ha lanciato un messaggio anche durante le celebrazioni della scorsa settimana -. Cerchiamo di non lasciare indietro chi è solo e fa più fatica di altri a tenere il passo della vita quotidiana. Invito anche tutta la nostra comunità a pensare e proporre nuove prospettive, nuove proposte”.

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