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Torreselle: 250 anni fa la dedicazione della chiesa

L’edificio, progettato dal famoso architetto Giorgio Massari, fu intitolato nel 1773 ai santi apostoli Giuda
e Taddeo. Nella ricorrenza una partecipata celebrazione, presieduta dal vicario generale, mons. Motterlini

Domenica 29 ottobre, con la messa solenne, hanno raggiunto il culmine i festeggiamenti della parrocchia in onore dei santi apostoli Simone e Giuda Taddeo, patroni di Torreselle, il cui dies natalis è il giorno 28 ottobre nel calendario del Martiriologio romano. La messa è stata presieduta dal vicario generale, mons. Mauro Motterlini, e concelebrata dal parroco di Torreselle e Levada, don Tiziano Galante, e dagli ex parroci di Torreselle don Davide Schiavon ( pochi giorni prima della sua prematura scomparsa) e don Luigi Mattiazzi, e da don Benedict Mariampillai Gnanaratnam, collaboratore pastorale.

Quest’anno, il festeggiamento è stato particolarmente sentito, perché corrisponde ai 250 anni dalla dedicazione ai santi patroni dell’attuale edificio della chiesa parrocchiale, avvenuta nel 1773. La chiesa di Torreselle è stata edificata su progetto del famoso architetto Giorgio Massari. La costruzione si è svolta nel corso di diversi anni, nella seconda metà del XVIII secolo. Bisogna ricordare che la comunità di Torreselle, in quel periodo, contava appena 500 persone compresi i bambini, questo esiguo numero ci fa ben comprendere la forza della fede di questi nostri padri e la loro determinazione.

L’imponenza dell’edificio, le splendide ed elaborate decorazioni, le opere pittoriche di pregio in esso contenute, acquisite nel corso di due secoli, sono segno visibile e materiale della fede della comunità cristiana locale e dell’impegno dei pastori. Essa non è solo un edificio, ma è un segno materiale visibile dell’amore tra la comunità e Dio. Recentemente l’edificio è stato ampiamente restaurato e impreziosito, sia all’interno, durante il mandato di don Orfeo Bosello che all’esterno, riportandolo ai colori originari, con l’attuale parroco don Tiziano Galante. I 250 anni non si vedono e questo testimonia una comunità cristiana locale viva.

Mons. Motterlini, nell’omelia, ha ricordato il comandamento dell’amore che “è il fulcro della morale cristiana, nelle sue due declinazioni: l’amore verso Dio e per il prossimo. Gesù unisce la preghiera ebraica presente nel Deuteronomio sull’amore per Dio con l’altra preghiera sull’amore per il prossimo presente nel Levitico. La chiesa non è certamente l’edificio, ma è il vero tempio che è corpo di Cristo Risorto, formato dai battezzati e cresimati, questo corpo è espressione di quest’unico amore che viene da Dio e che abbraccia gli uomini”. Amare Dio e il prossimo è la sintesi del messaggio evangelico e in questi territori è stato testimoniato da ben più di 250 anni, con la scelta, impegnativa, della dedicazione ai santi Simone e Giuda Taddeo apostoli.

Nel passato i cristiani che risiedevano in questa comunità hanno espresso l’amore per il prossimo, attraverso le scuole e confraternite (Santissimo Sacramento e Beata Vergine) orientate all’assistenza pubblica, oggi al loro posto vi sono i gruppi parrocchiali e diocesani che continuano a testimoniare Cristo; essi sono una ricchezza non scontata che va costantemente coltivata per rispondere alle sfide e alle paure proprie di ogni tempo. In un incontro del 19 ottobre con la comunità parrocchiale, il vescovo Michele Tomasi, rispondendo a queste paure, ha spronato i partecipanti a non essere nostalgici del passato, ma discepoli del Gesù vivente. Lavorando insieme, con l’aiuto di Dio, certamente si supereranno le sfide di questi tempi. (Michele Martinato)

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