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Angelo Fassina: una vita a colori

Il ricordo dell'artista nell'omelia scritta dal figlio, don Saverio Fassina, per le esequie dello scorso 29 novembre. "Angelo si approcciava alla vita con l’entusiasmo del bambino sorridente. Il volto di Maria, la nuova Gerusalemme, la comunità dei risorti, il vangelo dell’annunciazione, sono i misteri ricchi di luce e di colore spesso trattati dalla sua arte"

“O Divino Maestro fervido artefice di tutto il creato, illumina lo sguardo del tuo servitore, custodisci il suo cuore reggi e governa la sua mano affinché possa rappresentare la tua immagine” (dalla preghiera dell’Iconografo delle monache Clarisse di Genova). Uno sguardo capace di cogliere la bellezza del creato, un cuore in grado di capirne la profondità e la mano in grado di rappresentarlo sono talenti che Gesù ha dato a Angelo Fassina e che egli ha messo a frutto. Lunedì 29 novembre, nella chiesa di Piombino Dese, sono state celebrate le esequie dell’artista Angelo Fassina. La celebrazione è stata presieduta dal parroco, mons. Giorgio Marangon con la partecipazione di numerosi sacerdoti, tra i quali il figlio di Angelo, don Saverio Fassina, che ha scritto l’omelia.

Nato nel 1925, si è diplomato al Liceo Artistico e ha frequentato i corsi dell’Accademia di Belle arti di Venezia. E’ stato insegnante, prima all’Avviamento professionale e poi alla scuola media, stimolando generazioni di ragazzi alla creatività, tanto che a Piombino, per tutti, era il “professore”. Inoltre è stato animatore volontario alla Civitas Vitae di Vedelago, coinvolgendo gli ospiti in varie attività artistiche. Ha fatto anche parte, per numerosi anni, della Commissione di Arte sacra della Diocesi di Treviso. Nella sua lunga attività (i primi acquarelli risalgono al 1937) ha ricercato e sperimentato sempre con passione, spaziando nei diversi campi, dal design all’architettura di interni, dalla pittura a olio all’iconografia. Particolarmente sentiti sono stati i temi religiosi, che ha rappresentato con varie tecniche, dall’acrilico su tela fino alla vetrofusione nelle opere presenti in numerose chiese della nostra diocesi e non solo. Ha donato due Via crucis nelle Filippine. Per il suo novantesimo compleanno, a Piombino Dese, i figli, con la partecipazione di numerosi amici e artisti, gli hanno dedicato la mostra antologica “La vita dipinta”. Nel 2015, il Consiglio comunale gli ha conferito la Civica benemerenza “per aver dedicato la vita all’arte e, come insegnante, per aver saputo trasmettere ai giovani con grande passione la curiosità di sperimentare sempre nuove forme artistiche nella consapevolezza che il modello di riferimento resta il Creato, opera inarrivabile di un insuperabile artista…”.

Sue le parole: “Quando devo affrontare la rappresentazione di un soggetto o di un tema, oltre alla tecnica, alla composizione e al cromatismo, la mia preoccupazione è la ricerca del colloquio che si dovrà instaurare tra la rappresentazione stessa e l’osservatore. Per questo motivo il primo abbozzo è quasi realistico e con i successivi schizzi cerco di arrivare alla sintesi, ma quasi mai all’astrazione pura…”.

Nell’omelia don Saverio ha ricordato il modo di Angelo nell’approcciare la vita con l’entusiasmo del bambino sorridente. Il volto di Maria, la nuova Gerusalemme, la comunità dei risorti, il vangelo dell’annunciazione, sono i misteri ricchi di luce e di colore spesso trattati dalla sua arte. Lo stile con l’età si è spostato sempre più verso l’astratto, accentuando la luce e i colori, che divengono sempre più forti e audaci, facendo proprio il pensiero di Kandisky, in cui il colore è un mezzo potente per esercitare un influsso diretto sull’anima. La scomposizione del mondo ha rivelato un’essenza luminosa e colorata. Questi misteri simboleggiati tutta la vita con l’arte ora gli sono svelati. L’uomo colorato è diventato i suoi colori. 

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