martedì, 19 novembre 2024
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Ottobre missionario: tessitori di fraternità

Il messaggio che Papa Francesco ci rivolge poi in occasione della Giornata Missionaria Mondiale si caratterizza anche per una forte spinta vocazionale: “Chi manderò?” chiede oggi il Signore; e ciascuno di noi può far sue le parole del Profeta: “Eccomi, manda me”. Per tessere nuove relazioni di fraternità, per ricucire strappi e lacerazioni, per mettere insieme in modo armonioso le trame dei diversi “fili del tessuto”, servono mani pazienti, attente, rispettose, abili… mani guidate dalla premurosa Sapienza-Amore di Dio.  Chi manderò a tessere con me la fraternità?

Ci accingiamo a celebrare il mese missionario in continuità con quanto vissuto lo scorso anno (Mese missionario straordinario); “Battezzati-Inviati” mirava a far riscoprire l’universalità della vocazione missionaria, che sfocia ora nell’ invito rivolto ad ogni battezzato a far conoscere la bontà, la misericordia e l’amore di Dio per tutti gli uomini, prima di tutto attraverso un atteggiamento di accoglienza e uno stile di vita basato sulla “fraternità”. Quello della fraternità, aspetto fondamentale per la Chiesa e la sua missione, è anche una dimensione che accomuna l’intera umanità.  Ce lo ricorda molto bene papa Francesco.  Nell’ umanità assetata di relazioni, la Chiesa è chiamata a tessere nuovi legami fraterni, a testimoniare la bellezza di essere figli di un unico Dio, Padre di tutti. I discepoli-missionari di Gesù, divenuti figli nel Figlio, sono chiamati a testimoniare nel mondo e fino agli estremi confini, come la fraternità, vissuta nella concretezza di un mondo a volte diviso, segnato da paure, tensioni, conflitti… o dove la cultura dello scarto genera sempre nuove esclusioni, sia segno visibile della presenza del Regno. 

Il messaggio che Papa Francesco ci rivolge poi in occasione della Giornata Missionaria Mondiale si caratterizza anche per una forte spinta vocazionale: “Chi manderò?” chiede oggi il Signore; e ciascuno di noi può far sue le parole del Profeta: “Eccomi, manda me”.

Per tessere nuove relazioni di fraternità, per ricucire strappi e lacerazioni, per mettere insieme in modo armonioso le trame dei diversi “fili del tessuto”, servono mani pazienti, attente, rispettose, abili… mani guidate dalla premurosa Sapienza-Amore di Dio.  Chi manderò a tessere con me la fraternità?

In questo percorso di riscoperta della “fraternità” vorremo metterci maggiormente in ascolto della testimonianza di tanti missionari che in mezzo a popoli e culture estremamente lontane e differenti si sono sentiti legati da vincoli spirituali che uniscono.  Proprio la lontananza e la differenza rende maggiormente visibile la straordinaria grandezza e bellezza della fraternità che nasce dal riconoscerci figli di un unico Padre, figli nel Figlio, fratelli nel Signore. Un vincolo che “nulla potrà più separare” (Rm 8,35-39).

Ricordiamo allora la fraternità, sancita con il sangue versato, che proprio vent’anni fa ha unito suor Gina Simionato al Burundi; ricordiamo la fraternità vissuta da Luciano Bottan, che lo ha portato a perdere la sua vita nel dono di sé in Ciad, sempre nel 2000. Le loro vite ci riecheggiano le parole del Profeta: “Chi manderò” a tessere relazioni fraterne? Chi manderò a testimoniare l’amore del Padre di tutti? “Chi manderò?” … e noi, insieme ai tanti missionari e missionarie nel mondo, insieme ad ogni battezzato, insieme a suor Gina e Luciano, diciamo, con il Profeta: “Eccomi, Signore, manda me!”.

*direttore Centro missionario diocesano

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