Come sempre, per l’occasione, la “Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia...
La principessa Bebe, una di noi
Puoi anche avere vinto un oro e un bronzo alle Olimpiadi, ma quando ti telefonano che tra tre giorni sei a cena da Barack Obama insieme con Roberto Benigni, Paolo Sorrentino, Giusi Nicolini, Fabiola Giannotti e Paola Antonelli, il primo pensiero è quello di tutte: mamma mia, cosa mi metto?
Puoi anche avere vinto un oro e un bronzo alle Olimpiadi, ma quando ti telefonano che tra tre giorni sei a cena da Barack Obama insieme con Roberto Benigni, Paolo Sorrentino, Giusi Nicolini, Fabiola Giannotti e Paola Antonelli, il primo pensiero è quello di tutte: mamma mia, cosa mi metto? Oggi più di ieri possiamo dire che Bebe (Beatrice) Vio, la vittoriosa schermitrice paralimpica dagli occhi verdi, il sorriso di una diva e la forza di mille tempeste nonostante le gravi amputazioni subite, è una di noi. Noi del team #frigovuotoarmadiopieno, ma anche #nonhonientedamettermi. Noi che non c’è mai un vestito che vada bene quando ci invita per una pizza un pisquano qualunque, figurarsi se dovessimo presentarci alla Casa Bianca con il presidente del Consiglio e la delegazione dell’eccellenza italiana. Noi che in quarant’anni non abbiamo vinto niente di decente di cui gloriarci neanche alla pesca di beneficenza in parrocchia, altro che piangere di gioia sul podio più alto del mondo. Noi che ogni tanto ci sentiamo sopraffatte da scemenze quotidiane, invece di chiederci cosa avremmo fatto se a undici anni ci fossimo svegliate senza braccia e senza gambe, con la pelle sfigurata dalle cicatrici di una meningite. Ecco, lei che è la migliore di tutte, è anche una ragazza come noi, che vuole essere bellissima per un appuntamento importante, imperdibile, eccezionale. E non le basta essere “carina”, perché, come rivendica Susan Sarandon in “Bull Durham”: “Carina? Carine sono le papere nel laghetto! Io odio essere carina!”. Bebe vuole essere splendente ed elegante per incontrare il presidente degli Usa, anche se porta in dote la freschezza dei sui 19 anni, la sicurezza della campionessa, la grinta di chi ha lottato e vinto prima di tutto contro il destino prima che in pedana. Però, proprio perché è una ragazza in gamba, è consapevole che l’abito non farà pure il monaco, ma fa sempre l’opinione della gente e che anche Cenerentola nella sua cucina era conscia del fatto che un bel sorriso avvantaggia, ma un gran vestito risolve. Così ha “chiesto aiuto” (parole sue) a Maria Grazia Chiuri, che non è fata madrina ma nuovo direttore creativo di Dior, reduce da una sfilata trionfale alla settimana della moda di Parigi, dove la nostra schermitrice era in prima fila, più volte evocata come ispiratrice della collezione in passerella. Ebbene, nel momento del bisogno la Vio chiama la Chiuri come noi chiameremmo l’amica fashionista per quell’indispensabile consulto professionale dell’ultim’ora che ha in sé la disperazione dell’inadeguatezza: vestimi! Il risultato è lo splendido abito chiaro, lungo, smanicato e a schiena scoperta che Bebe ha postato fiera e luminosa sui suoi profili social. E a chi storce il naso per le protesi a vista e le cicatrici esposte, rifila una risposta affilata come il suo fioretto: “Non ho paura della fisicità – ha raccontato ad Aldo Cazzullo che l’ha intervistata sul ‘Corriere della Sera’ – . Come non mi dispiacciono le cicatrici che ho sul viso. Quando vado in tv, al trucco insistono per coprirle. Sono stata a Parigi alla sfilata di Dior ispirata alla scherma, e anche lì volevano mascherarle. Ma anche quelle fanno parte di me. Come gli occhi verdi che ho preso da mamma”. Vorrei avere un briciolo, un granello di senape, del coraggio, della determinazione, della volontà di Bebe Vio, che non ha mollato un secondo da quando ha dovuto rivoltare tutta la sua vita e ricominciare quando aveva appena cominciato a viverla. Ma mi riconosco nella sua tenera insicurezza da debuttante di fronte all’evento mondano, così come nella femminile vanità di voler essere principessa almeno per una sera. Vengono in mente altri fiori d’acciaio: la sportiva e conduttrice Giusy Versace, l’avvocatessa Lucia Annibali, la ballerina Simona Atzori. Donne che non dimenticano di esserlo, che non smettono di volerlo essere anche se sono senza gambe, senza volto o senza braccia. Che non hanno paura di voler avere un bel vestito quando è ora di uscire. Perché, come diceva madame Coco Chanel: “eleganza è quando l’esterno è bello tanto quanto l’interno”. E qui hai voglia a cercare l’abito giusto…