Come sempre, per l’occasione, la “Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia...
Marsiglia, una settimana di fraternità vissuta tra i “Dialoghi del Mediterraneo” e l’arrivo del Papa. La testimonianza delle Discepole del Vangelo
Nel cuore custodiranno a lungo le parole, i volti, i gesti che la scorsa settimana hanno trasformato Marsiglia, città “mediterranea”, multietnica e multireligiosa come poche, in un caleidoscopio di esperienze, in un esperimento di fraternità “vissuta”. Sorella Francesca Piovesan e sorella Lara Bergamin, che con sorella Anna Spolaore fanno parte della fraternità di Marsiglia delle Discepole del Vangelo, ci raccontano questa settimana, contrassegnata dai “Dialoghi del Mediterraneo”, e culminata con la visita di papa Francesco. Tutta la città è stata coinvolta, e le Discepole hanno potuto prendere parte a diversi momenti, dal “dialogo dei giovani”, fino alla messa del Papa allo stadio “Vélodrome”.
“Ci risuonano con ancora più forza le parole «fraternità» e «incontro» - dicono sorella Francesca e sorella Lara -. Ci ha colpito la forza delle parole di Francesco, che ha parlato del bivio cui si trova davanti l’umanità: da una parte la fraternità, dall’altra l’indifferenza e la sterilità”. Per le religiose, del resto, si è trattato di “dilatare” l’esperienza che vivono da otto anni, risiedendo in un condominio della periferia nord della città, abitato quasi interamente da musulmani.
Impossibile raccontare in poche righe la ricchezza delle giornate trascorse: “La settimana è iniziata con i dialoghi tenuti per tre giorni da sessanta giovani, di diverse fedi, in rappresentanza dei popoli e delle Nazioni mediterranee, che si sono dipanati su tre diversi ambiti: identità e narrazione, identità e verità, dignità e sviluppo. I giovani sono stati accolti in famiglie. Poi, dal giovedì, si è tenuta la sessione dei vescovi, che hanno lavorato sugli stessi ambiti, insieme agli stessi giovani e al comitato scientifico. Quindi, l’arrivo del Papa. Contemporaneamente, si è tenuto un festival inter-culturale aperto a tutta la città. Si è dibattuto e fatto esperienza rispetto a tematiche come la convivenza tra religioni, lo sviluppo umano integrale, le migrazioni, l’ecologia integrale. Sorella Lara ha prestato servizio con i giovani, sorella Francesca ha partecipato a vari momenti, tra cui l’incontro del Papa con i religiosi, le religiose e i sacerdoti. Sorella Anna, per impegni lavorativi, si è unita alla gente in modo più informale.
“L’impatto sulla città è stato molto forte - racconta sorella Francesca -. Mi ha impressionato il numero e il livello delle proposte, che hanno coinvolto tantissime persone. Molte realtà hanno aderito, dalla piccola pagoda buddista all’Istituto culturale italiano. Qui nei quartieri nord, ci sono state visite guidate ai luoghi di culto, i partecipanti sono entrati in una chiesa, in una moschea e in una pagoda. Io sono stata nella parrocchia ucraina di rito bizantino, c’erano anziani, giovani marsigliesi, stranieri. Nella nostra parrocchia, il giovedì sera, c’è stato un incontro alla presenza di tre giovani e tre vescovi. La risposta è stata superiore alle attese. Direi che «incontro» è stata la parola chiave”.
L’attenzione è salita ancora dopo l’arrivo del Papa. “Un nostro vicino musulmano - aggiungono le Discepole del Vangelo - è venuto alla messa, allo stadio. Altri hanno seguito tutto per la televisione, e ci hanno detto: «Il Papa ha parlato proprio bene». Fuori dello stadio c’era una folla incredibile, con persone molto diverse tra loro”.
Grande anche l’impatto delle parole pronunciate da Francesco. “Ha detto le cose con grande libertà di parola, secondo il Vangelo. Ci ha colpito l’accostamento della fraternità al pane, fatto nel Paese delle baguette”. Il Papa ha detto, infatti: “Abbiamo bisogno della fraternità come del pane”. Non è mancata qualche polemica per la frase “Sono venuto a Marsiglia, non in Francia”. “In realtà, l’intenzione era quella di privilegiare Marsiglia, come tutte le periferie. Ha definito la nostra città «sorriso del Mediterraneo». E poi, a dire il vero, quando andiamo in altre località della Francia, la gente ci avvicina dicendoci proprio che «la Francia non è Marsiglia». Alla fine lo stesso arcivescovo di Marsiglia ha spiegato che il Papa è venuto a Marsiglia perché tutta la Francia cambi prospettiva e guardi al Mediterraneo”.
Un cambio di prospettiva che, primi tra tutti, hanno sperimentato i giovani, come racconta sorella Lara: “Siamo andati in uscita alle isole Frioul. A un certo punto, al largo, abbiamo pregato per chi muore in mare. La barca ha spento i motori, ondeggiava, c’è chi ha iniziato a stare male, dopo quel momento è scattato qualcosa”. Di sicuro, questa settimana ha motivato le Discepole del Vangelo a proseguire nella loro missione: “Sono state un ulteriore invito a essere ancora di più a servizio dell’incontro e della fraternità”.