Come sempre, per l’occasione, la “Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia...
Un viaggio nel Futurismo con Marinetti e Palazzeschi
Il Futurismo ha prodotto agli inizi del Novecento un radicale cambiamento del gusto in letteratura, nella pittura e nella scultura, nella musica e nella pubblicità, come documenta la mostra “Futurismo di carta” che propone alcuni manifesti della Collezione Salce. Di solito si liquida questo movimento come limitato negli effetti culturali e perfino come una bizzarria. Non è così. Il Futurismo ha profondamente influenzato la civiltà del secolo nascente. Ne parlerà lo scrittore e critico Gian Domenico Mazzocato, giovedì 18 aprile, ore 17, nella sede di Santa Margherita, Treviso, via Reggimento Italia Libera, del museo nazionale Collezione Salce. “Da Mafarka a Perelà, viaggio nella narrativa e nell’ideologia futuriste” sarà il tema della conversazione del professor Mazzocato. I romanzi futuristi sono poco noti e tuttavia sono una chiave importante per comprendere la portata e gli influssi del movimento. Autori come Paolo Buzzi e Bruna Corra sono oggi del tutto dimenticati. Mazzocato si soffermerà soprattutto su due romanzi: “Mafarka le futuriste” di Filippo Tommaso Marinetti (che del futurismo fu il fondatore) e “Il codice di Perelà” di Aldo Palazzeschi che è testo ancora molto attuale e suggestivo. Mafarka fu scritto a Parigi (e in francese) nello stesso periodo del Manifesto della letteratura futurista e poi subito tradotto in italiano. Valse a Marinetti due processi per oscenità durante i quali, in sua difesa, scesero in campo intellettuali del calibro di Luigi Capuana.
Gian Domenico Mazzocato è uno dei più attenti narratori della cultura veneta. Fin dal romanzo di esordio (Il delitto della contessa Onigo) narra il Veneto della fame. E’ traduttore della grande storiografia latina (Tito Livio e Tacito), del favolista Fedro e di Venanzio Fortunato. Un suo testo teatrale sul primo conflitto mondiale, Mato de guera, ha riscosso successo in tutto il mondo.