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La santità della porta accanto

Papa Francesco nella sua Esortazione apostolica sulla santità “Gaudete et exsultate” scrive che la santità si trova con abbondanza anche oggi, non solamente quella, per così dire, raffigurata sugli altari, ma anche quella “della porta accanto”; quella di tante persone che abitano vicino a noi, che nel lavoro, nella fatica quotidiana riescono ad essere un riflesso della presenza di Dio e che costituiscono quella che Francesco chiama “la classe media della santità”.

31/10/2018

La festa di tutti i santi ci richiama il valore della santità che ognuno di noi è chiamato a raggiungere, come troviamo scritto nel libro del Levitico: “Siate santi, perché io, il Signore Dio vostro, sono santo"(19,2); e come ci raccomanda l’apostolo quando ci ricorda che il Signore ha scelto ognuno di noi “per essere santi e immacolati di fronte a Lui nella carità” (Ef 1,4).

Quella alla santità è dunque una vocazione, una chiamata di Dio e, quindi, esige la nostra risposta, che consiste nel perseverare in quel cammino buono e virtuoso che abbiamo già iniziato, per grazia di Dio, nel giorno del Battesimo.

Certamente, guardando anche alle ultime canonizzazioni, quella di Paolo VI e quella del vescovo Oscar Romero, potremmo rimanere come bloccati, perché ci riconosciamo troppo limitati e forse anche peccatori per poter imitare l’esempio del primo e tanto meno per raggiungere la vetta del martirio meritata dal secondo. Eppure questa è la consegna che ci dà il Signore.

Papa Francesco nella sua Esortazione apostolica sulla santità “Gaudete et exsultate” scrive che la santità si trova con abbondanza anche oggi, non solamente quella, per così dire, raffigurata sugli altari, ma anche quella “della porta accanto”; quella di tante persone che abitano vicino a noi, che nel lavoro, nella fatica quotidiana riescono ad essere un riflesso della presenza di Dio e che costituiscono quella che Francesco chiama “la classe media della santità”.

Ecco, anche chi tra di noi non ambisce di raggiungere l’ambiziosa meta della gloria degli altari, può desiderare comunque di entrare a far parte di questa “classe media della santità” che richiede “solamente”, pur tra tante nostre fragilità e incoerenze, l’impegno di cercare ogni giorno, tra le vicissitudini della vita familiare, sociale e professionale e persino tra le molestie della vita, di fare la volontà del Signore; di concepire e vivere nel mondo e nella Chiesa la vita come una missione speciale affidataci da Dio.
Con altre parole potremmo dire, con la nostra santa Maria Bertilla, che per la maggior parte di noi è possibile diventare santi senza compiere opere straordinarie ma molto più semplicemente nel nascondimento e nella ferialità, seguendo la “via dei carri”. Scriveva infatti nel suo piccolo diario: «La mia strada è la via dei carri, la più comune»; quella di una vita fatta di tanti piccoli gesti quotidiani di carità.
La santità si raggiunge dunque per una via ordinaria, accessibile a tutti, vivendo pienamente la carità che è la vera via della perfezione, perché, come ricorda l’apostolo, “Tutta la legge trova la sua pienezza in un solo precetto. Amerai il tuo prossimo come te stesso” (Gal 5,14). Benedetto XVI ebbe a dire che la santità è per chiunque, purché si ami Dio e il prossimo. Per questo motivo essa non richiede di compiere imprese straordinarie, ma semplicemente di unirsi a Cristo, imitarlo nella sua dedizione al Padre e ai fratelli. La misura della santità è data dalla statura che Cristo raggiunge in noi.
Ma se è vero però che l’unica carità, dono che viene dell’alto, è la via della santità, è altrettanto vero che ci sono modi e strade diverse per raggiungerla, a seconda della situazione personale, delle inclinazioni, dell’impegno, della vocazione. Il Concilio dice che benché tutti nel popolo di Dio siano chiamati alla santità, tuttavia non tutti la raggiungono percorrendo la stessa strada.
Possiamo allora dire che per ciascuno di noi c’è una via per la santità, una “via santa”, che consiste nel vivere l’amicizia con Gesù e la sua carità, nelle situazioni ordinarie della vita. Per questo ogni fratello o sorella che abita alla porta accanto alla nostra può rappresentare per noi un esempio per proseguire nel cammino di santità.

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