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Un tempo per rigenerarsi

Durante il tempo estivo e quello delle ferie lavorative, al riposo fisico è necessario unire una preghiera e una intimità con il Signore più intense e uno sguardo più compassionevole e caritatevole verso gli altri
06/08/2024

Non tutti potranno beneficiare di una vacanza al mare o ai monti o di un viaggio. Oltre a tanti anziani, la maggior parte della gente, che gode delle ferie dal lavoro, rimarrà a casa e continuerà a frequentare i soliti ambienti e a fare le solite cose. Magari approfitterà per fare dei lavoretti in casa, trascurati da tempo. Ciononostante, è possibile “reinventarsi” per alcuni giorni un modo diverso di “stare in casa”. Ad esempio dormendo un po’ di più, derogando dai soliti orari, leggendo un buon libro, facendo qualche passeggiata o gita in bicicletta, o visitando qualche luogo nei dintorni o raggiungendo in giornata un rifugio in montagna. Soprattutto potrà dedicare più tempo alla preghiera, alla riflessione e a coltivare le relazioni umane.

“Venite in disparte”

Il Vangelo di domenica 21 luglio (Mc 6,3034) riportava che, agli Apostoli che, tornati dalle fatiche e dallo stress della missione, si mettono subito a raccontargli quello che avevano fatto e insegnato, Gesù, più che fare dei complimenti o mettersi subito ad ascoltarli, preferisce rivolgere loro un affettuoso invito: «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’».

Perché Gesù fa questo? Certamente perché chiunque, dopo una intensa attività, ha bisogno di una sosta e di un meritato riposo. Gesù, però, vuole anche mettere i suoi discepoli in guardia da un pericolo, che è sempre in agguato anche per noi, quello di lasciarsi prendere dalla frenesia del fare, cadere nella trappola dell’attivismo, dove la cosa più importante sono i risultati che otteniamo, il sentirci protagonisti e, in qualche modo, sentirci riconosciuti per la nostra bravura. Una tentazione, questa, che può prendere anche la nostra pastorale e qualche generoso operatore, preoccupato di raggiungere risultati, o per soddisfare l’orgoglio e per una soddisfazione personale, oppure per non cadere nella depressione e nel senso del fallimento di fronte al calo della risposta della gente.

I veri risultati da cercare

Noi siamo fatti così: abbiamo bisogno, per motivarci nel servizio, di esibire a noi stessi e agli altri risultati sempre in crescita: più ragazzi e giovani ai campi estivi rispetto l’anno precedente; più gente e incassi alla sagra, ecc. Anche nella pastorale abbiamo bisogno di contare e di contarci e di avere delle soddisfazioni.

Purtroppo sappiamo bene che l’evangelizzazione, soprattutto in questi tempi, non segue una tale logica. Per questo bisogna fermarsi a riflettere, pregare, riordinare le idee, valutare le scelte fatte e ponderare le energie da impiegare per quelle successive. Secondo il racconto dell’evangelista Luca, ai settantadue discepoli che ritornano dalla missione tutti contenti per i successi ottenuti contro il male e i demoni, Gesù rimette un po’ di ordine agli entusiasmi e indica le vere priorità: “Non rallegratevi però perché i demoni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli” (Lc 10, 20).

Il riposo del cuore

All’Angelus di qualche anno fa, papa Francesco ricordava che l’invito di Gesù ai suoi non riguardava solo il riposo fisico, ma anche il “riposo del cuore”. Per fare questo, diceva, è necessario “ritornare al cuore delle cose”, cercando di fermarsi, stare in silenzio e pregare, per non passare dalle corse del lavoro alle corse delle ferie. Sappiamo che Gesù non si sottraeva ai bisogni della folla. Tuttavia, ogni giorno, prima di ogni cosa e di ogni opera buona, si ritirava in preghiera, in silenzio, nell’intimità con il Padre.

Abbiamo bisogno, dunque, di quella che Francesco chiama una “ecologia del cuore”, che è frutto di riposo, contemplazione e apertura d’animo verso il prossimo. Durante il tempo estivo e quello delle ferie lavorative, al riposo fisico è necessario unire, pertanto, una preghiera e una intimità con il Signore più intense e uno sguardo più compassionevole e caritatevole verso gli altri.

Approfittiamo del tempo estivo anche per questo!

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