Come sempre, per l’occasione, la “Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia...
Accuse sul Seminario, un tempo di prova per tutti
La magistratura sarà chiamata a far luce sulla triste vicenda, quando verranno depositate le annunciate denunce, e anche la Diocesi ha avviato doverose e rigorose indagini, previste per simili accuse, per far emergere la verità dei fatti, in sintonia con il richiamo di papa Francesco di rispettare sempre le persone più fragili e deboli.Desideriamo esprimere la nostra vicinanza e solidarietà ai due sacerdoti la cui onorabilità è stata così attaccata. Sono persone che godono di grande stima e autorevolezza in diocesi e nelle parrocchie dove svolgono il ministero, sia per la loro personale caratura, sia per i ruoli di fiducia che hanno ricoperto in tanti anni: eloquente in tal senso è la testimonianza sottoscritta da molti preti e laici ex seminaristi, che riportiamo nel giornale. Speriamo solo che si faccia presto chiarezza e i due sacerdoti vengano liberati da questo incubo piombato in modo così violento e improvviso sulle loro vite.
Hanno suscitato in tutti noi sconcerto e dolore le pesanti accuse che un ex seminarista, al tempo dei fatti ventenne, ha rivolto, dopo trent’anni, contro due educatori del Seminario maggiore per le violenze che avrebbe subito in quell’anno in cui era presente nella Comunità vocazionale. La valanga di accuse, rilanciate con insistenza attraverso i giornali e le reti televisive, le libere interpretazioni e gli elucubranti giudizi di “esperti”, hanno dell’inverosimile, come d’altra parte l’effluvio di minacce che ancora l’accusatore starebbe ricevendo al fine di costringerlo a tacere. Tutto questo sta gettando sui due confratelli una luce sinistra. Ne esce anche un quadro allucinante del Seminario diocesano. Nel suo insieme, si sta delineando una situazione davvero kafkiana.
La magistratura sarà chiamata a far luce sulla triste vicenda, quando verranno depositate le annunciate denunce, e anche la Diocesi ha avviato doverose e rigorose indagini, previste per simili accuse, per far emergere la verità dei fatti, in sintonia con il richiamo di papa Francesco di rispettare sempre le persone più fragili e deboli.
Desideriamo esprimere la nostra vicinanza e solidarietà ai due sacerdoti la cui onorabilità è stata così attaccata. Sono persone che godono di grande stima e autorevolezza in diocesi e nelle parrocchie dove svolgono il ministero, sia per la loro personale caratura, sia per i ruoli di fiducia che hanno ricoperto in tanti anni: eloquente in tal senso è la testimonianza sottoscritta da molti preti e laici ex seminaristi, che riportiamo nel giornale. Speriamo solo che si faccia presto chiarezza e i due sacerdoti vengano liberati da questo incubo piombato in modo così violento e improvviso sulle loro vite.
Nel frattempo, giornali, televisioni e ogni mezzo di comunicazione sono chiamati a esercitare con correttezza il diritto-dovere di cronaca, rispettando il principio dell’essenzialità dell’informazione, senza enfatizzare o spettacolarizzare l’evento, in questo caso ancora tutto da chiarire, e senza calpestare la dignità delle persone, il cui rispetto è dovuto a tutti.
Gratitudine verso il Seminario
E’ anche doveroso da parte nostra essere vicini al Seminario diocesano che inevitabilmente è stato tirato dentro nel tritacarne dei sospetti e delle accuse. Di sicuro non si meritava tutta questa pubblicità negativa, in un tempo nel quale, oltretutto, è difficile aiutare i giovani a cogliere i segni della loro vocazione. Per questo, la diocesi sta investendo molte energie e mette a disposizione un rilevante numero di sacerdoti, educatori e insegnanti. Siamo certi che in questo frangente nei giovani seminaristi e nelle loro famiglie, non verrà meno la fiducia negli educatori e nel Seminario tutto. Devono anzi sapere che la diocesi nutre grande stima e riconoscenza verso coloro che di questi tempi hanno ancora il coraggio di intraprendere, sostenuti dalle famiglie e dalle parrocchie, il difficile ma entusiasmante cammino verso il sacerdozio. Noi vediamo in loro un segno della benedizione e della benevolenza del Signore verso la nostra chiesa e l’umanità intera.
Abbandono e fiducia
Con queste nostre semplici parole siamo certi di interpretare anche i sentimenti del clero della diocesi e dei fedeli, in particolare di molti giovani, che in questi anni sono passati per il Seminario, hanno apprezzato la formazione in esso impartita e hanno un ricordo e una gratitudine indelebili per gli educatori che li hanno seguiti fino al sacerdozio e anche dopo, oppure fino all’interruzione del cammino di ricerca vocazionale. Siamo certi che di fronte ad una tale lacerante situazione i nostri due confratelli e tutto il Seminario sapranno affidarsi con totale abbandono al Signore, l’unico che conosce in profondità il cuore e le azioni degli uomini e che saprà far emergere a tempo debito la verità e la giustizia.