giovedì, 19 settembre 2024
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La storia: “Casoin” in Ghirada, ecco perché funziona

Selezione del prodotto, rispetto della stagionalità, ma soprattutto sorrisi, ascolto e cura: “Ho tolto un frigo e allestito un piccolo spazio per i bambini, con giochi e libri. Vicino a noi c’è una scuola: ci sono ragazzini che all’uscita, vengono da me ad aspettare i genitori, perché qui si sentono più sicuri”

I suoi tratti distintivi sono la qualità e selezione di prodotto, il rispetto della stagionalità, il sorriso, l’ascolto e la gentilezza con cui serve il cliente. A ciascuno, dedica un’attenzione particolare; nessuno è un numero. Ecco perché in Internet si trovano solo recensioni molto positive su Arianna e sulla sua botteguccia d’altri tempi in via Ghirada, “El Casoin”. Cento metri quadri che ogni giorno, con l’aiuto di una commessa, lei riempie di decine di prodotti provenienti da fattorie e aziende agricole venete e italiane, che lavorano con responsabilità, mettendo passione nel lavoro, come piace a lei.

Arianna, 46 anni, è la terza generazione dei Cittolin: i nonni Rino e Carmela, di rientro dall’Australia, aprirono il loro “casoin” in Ghirada nel lontano 1965, intestandolo alla donna di casa, Carmela Zanella. Poi ci fu il figlio, Alberto Cittolin, che prese le redini dell’attività. Dopo alcuni giri della vita, dopo aver vissuto tre anni e mezzo in Brasile insieme al marito, nel 2017 arriva Arianna, che decide che la sua attività si sarebbe chiamata “El Casoin”, come nella migliore tradizione locale.

I suoi genitori sognavano per lei qualcosa di diverso, “perché sapevano tutti i sacrifici che ci sono qui dentro. Quando partii per il Brasile, una persona mi disse: “Sicuramente qui non ci tornerai più”, ma si sbagliava, perché io qui dentro ci sono nata e cresciuta, conosco ogni aspetto di questo lavoro e mi piace un sacco la relazione con gli altri. Dietro il banco puoi capire al volo come stanno le persone, come si sentono; oggi prevale un senso profondo di solitudine, anche nelle famiglie, poter regalare un sorriso e un momento di relax ai miei clienti, è un privilegio. Per questo, ad esempio, ho tolto un frigo e allestito un piccolo spazio per i bambini, con giochi e libri. Vicino a noi c’è una scuola: ci sono ragazzini che all’uscita, vengono da me ad aspettare i genitori, perché qui si sentono più sicuri. Queste sono le cose che danno senso al mio lavoro quotidiano”.

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