Come sempre, per l’occasione, la “Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia...
Incidente mortale alla Bocon, i sindacati chiedono “mobilitazione” e più controlli
Il senso di frustrazione e di indignazione è enorme per l’ennesimo infortunio mortale, non si può morire a 26 anni per portare a casa lo stipendio per vivere”. Queste le parole di Massimiliano Paglini, segretario generale della Cisl Belluno Treviso, alla notizia dell’ennesima tragedia sul lavoro che nel pomeriggio di ieri, 14, novembre, è costata la vita a una giovane lavoratrice alla Bocon, ditta di surgelati di Pieve di Soligo: Anila Grishaj, ventiseienne di origini albanesi, residente a Miane. “Le morti e gli infortuni sul lavoro non possono essere considerati un qualcosa di ineludibile - prosegue Paglini -. Dobbiamo mobilitare ogni donna e ogni uomo di questo territorio e del Paese per fermare questa strage, chiediamo prima di tutto l’aumento del personale dello Spisal e degli ispettorati del lavoro e di tutti i soggetti preposti alla vigilanza. È fondamentale altresì prevedere percorsi obbligatori e propedeutici di formazione destinati anche al personale esperto, soprattutto quando si cambiano i macchinari e se ne inseriscono di nuovi”.
“Gli episodi di infortuni mortali nel nostro territorio e nel settore agroalimentare purtroppo stanno diventando in maniera preoccupante sempre più frequenti - sottolinea Andrea Meneghel, segretario generale della Fai Cisl Belluno Treviso, la Federazione dell’agricoltura -. Nel 2023 diventa sempre più difficile ricondurre questi episodi alla fatalità; da anni, attraverso la nostra presenza nelle aziende, cerchiamo di costruire, non senza ostacoli,
una cultura della prevenzione che passa attraverso tutti i soggetti che hanno ruoli di competenza e responsabilità, tra cui i nostri Rls, perché salute e sicurezza sono le prime cose da tutelare nel mondo del lavoro. Purtroppo questa nostra insistenza a volte non viene recepita, soprattutto nelle realtà dove ci ‘osteggiano’ e non siamo presenti. Oggi si piange una ragazza di 26 anni; quanti lavoratori dovranno ancora perdere la vita o risultare gravemente menomati per questa consapevole mancanza di cultura sulla sicurezza?”.
el ribadire la necessità di maggiori controlli e di rimpolpare gli organici Spisal, cronicamente sottodimensionati rispetto al tessuto produttivo della Marca, e nell’esprimere vicinanza ai familiari e ai colleghi della vittima, la categoria sindacale FLAI CGIL Treviso lancia un grido d’allarme in particolare per il comparto dell’industria alimentare, dove la cultura della sicurezza troppo spesso si piega alle necessità di produzione, nello specifico alla crescente velocità dei macchinari che abbassa notevolmente la soglia di prevenzione degli infortuni. A puntare il dito e richiamare l’attenzione in tema di sicurezza nel settore Danilo Maggiore della FLAI CGIL di Treviso che, il giorno dopo l’incidente che ha visto perdere la vita all’operaia ventiseienne della ditta Bocon, Anila Grishaj, nell’invocare strumenti di prevenzione e maggiori risorse per i controlli, ha organizzato un presidio di fronte ai cancelli dell’azienda di surgelati alimentari di Pieve di Soligo nel corso della mattinata. “Non è il primo incidente mortale che si verifica quest’anno nel comparto alimentare - sottolinea il sindacalista della CGIL -, fatti drammatici come questo in cui ha perso la vita una giovane lavoratrice lasciano sempre sconcertati ma pare che non bastino mai perché si faccia qualcosa di veramente significativo per interrompere e invertire la rotta in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro. I dati recentemente diffusi ci consegnano una provincia nella quale la conta delle vittime è spietata e tragica. In generale, sempre più, le esigenze di produzione del settore e di velocità dei macchinari, non rispondono al bisogno di garantire la sicurezza e la salute dei lavoratori e delle lavoratrici”. “Attendiamo le opportune e doverose verifiche da parte dalle autorità competenti - continua Danilo Maggiore -, contestualmente si valuterà se attuare iniziative, anche di protesta a livello territoriale, che coinvolgano tutte le rappresentanze sindacali. Facciamo come CGIL, inoltre, appello a tutti i lavoratori e le lavoratrici della Marca perché si utilizzi la giornata di sciopero in programma per venerdì 24 novembre per dare un segnale alle Istituzioni perché si intervenga anche su questo importante fronte, che in tutti i luoghi di lavoro venga garantita la salute e non si rischi la vita - concludono Maggiore delle Flai Cgil di Treviso”.
“La morte di una giovane donna a Pieve di Soligo è l’ennesima tragedia sul lavoro che colpisce la Marca Trevigiana e le nostre comunità - afferma in una nota Giovanni Zorzi, segretario provinciale Pd Treviso -. A livello regionale chiediamo si attivi quanto prima un osservatorio sulla sicurezza con il coinvolgimento di istituzioni e parti sociali per contrastare un fenomeno che in Veneto e nella nostra provincia ha raggiunto livelli inaccettabili. Più di tante parole, serve un’iniziativa seria e urgente di coordinamento di tutte le autorità responsabili, tra cui Ulss, Inail e Ispettorato del Lavoro, in materia di prevenzione e controllo per mettere insieme strumenti e risorse. Perché questo accada in tempi brevi e in modo efficace, c’è bisogno che la politica a tutti i livelli consideri una priorità fermare questa strage”.