domenica, 15 settembre 2024
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Due ruote nel guado

L’uso della bicicletta per turismo è in costante aumento. Una bella notizia per i produttori, molto spesso veneti. Ora, però, si tratta di fare un salto di qualità, verso la vera e propria bike economy

La ciclovia del Sile, o del Cavallino, o quella “mitica” delle Dolomiti, che sale fino a Cima Banche e a Cortina, oppure l’Auronzo-Misurina, l’Ostiglia, il Sentiero degli Ezzelini e la strada del Santo, la ciclovia lungo il lago di Garda. E’ quasi impossibile enumerare per intero i percorsi ciclabili presenti in Veneto. I praticanti della bicicletta sportiva, così come di quella turistica, sono in costante aumento. In aumento anche quelli della nuova disciplina delle e-bike: si avvicinano al 20% dei praticanti, coloro che utilizzano biciclette a pedalata assistita.

Il primato del Veneto

Il Veneto, con il 27 per cento dei produttori italiani e il 47 dei produttori della componentistica, è di gran lunga la prima regione in Italia per l’economia legata al ciclismo. Un mercato da osservare e da comprendere nelle evoluzioni future per non rischiare di essere tagliati fuori dalle solite “tigri asiatiche”. La parola d’ordine, in questo momento, per gli operatori del settore, è “smaltire” le scorte. Il mercato sta subendo una contrazione: dopo il boom del periodo pandemico, sostenuto dagli incentivi statali, adesso si sta assestando, ma su valori superiori a quelli pre-Covid. A dirlo è Mariano Roman, presidente della trevigiana Fantic Motor e anche di Ancma, l’Associazione nazionale ciclo motociclo accessori, che aggiunge: “Il mercato ora si sta posizionando su valori normali, e nel medio termine la crescita riprenderà”.

Secondo il rapporto di Banca Ifis sull’“Ecosistema della bicicletta 2024”, nel 2023 i ricavi in Italia sono calati del 7,4 per cento, scesi a 1,75 miliardi di euro (nel 2024 si prevede 1,77 miliardi). In Italia è diminuita la produzione di pezzi legati alla bicicletta del 28,6 per cento, quindi una diminuzione maggiore rispetto a quella del fatturato, questo perché nel settore i prezzi e i margini di guadagno si sono mantenuti elevati. “Sebbene la redditività sia stata negativamente impattata dall’inflazione - si legge nel rapporto di Banca Ifis - il calo dei ricavi nel 2023 non ha pregiudicato la capacità dei produttori di realizzare una buona creazione di valore”.

Assestamento fisiologico

Attenzione, però, perché la produzione delle e-bike scende del 24 per cento, quindi di un quarto rispetto al 2022, già in calo. Questa diminuzione riguarda, in particolare, il Veneto, dove sono posizionate due aziende su tre del settore ciclistico. Un atterraggio dal picco che non spaventa: “Assistiamo a una normalizzazione - ribadisce Roman -. Fra l’altro, fra il 2025 e il 2028 ci aspettiamo una forte crescita delle biciclette a pedalata assistita”. Almeno, così indica la tendenza europea. “Specialmente in Paesi come Germania e Olanda, il peso della bici elettrica è superiore al 50 per cento, e in Italia siamo al 19. Questa forbice è destinata a chiudersi”.

Snodi da superare

Servono, però, ricerca e innovazione. Per la Camera di Commercio di Treviso, ci sono degli snodi da superare: la carenza di personale specializzato, la mancanza di scuole dedicate a queste meccaniche e tecnologie, una ancora fragile rete tra operatori, la ricerca nel settore della sicurezza attiva e passiva della bicicletta. Sul fronte squisitamente italiano c’è la necessità di sostenere il “made in Italy”. Non si deve dimenticare che il 77 per cento delle squadre che hanno partecipato al Giro d’Italia e l’82 per cento delle squadre iscritte al Tour de France utilizzavano componentistica italiana. Altro elemento fondamentale sono gli investimenti nel cicloturismo e la diffusione della cultura della bicicletta.

Manca il passaggio alla bike economy

Non basta, però, soffermarsi sui termini squisitamente economici della produzione: la bicicletta è molto altro, dopo la sua produzione meccanica o elettromeccanica. L’arresto della produzione è fisiologico, mentre è necessaria un’ascesa della cosiddetta bike economy, ovvero il cicloturismo, le officine di riparazione, l’accoglienza alberghiera. L’aumento dei turisti in bicicletta, nel 2023, è stato del 18 per cento, con una spesa sostenuta di 9,4 miliardi di euro, ben il 27 per cento in più. La spesa che cresce di più è quella dei cicloturisti (quelli che fanno la vacanza pedalando), che arriva a 4,5 miliardi di euro.

Voglia di avventura

“Il cicloturismo - spiega Alessio Cremonese, amministratore delegato della bellunese Mvc group, l’ex manifattura Valcismon di Fonzaso - vive il medesimo successo del mondo gravel (bici da sterrato e sentieri), ovvero la bicicletta vissuta non tanto come mezzo agonistico, ma come avventura, che non è solo sport, ma anche pretesto per la sosta in agriturismo oppure al museo”.

Crescita turistica a doppia cifra

Sempre più, insomma, il turismo si fa in bici. Nel 2023 il numero di chi ha scelto l’Italia per pedalare in vacanza cresce a doppia cifra, superando le previsioni sulle presenze complessive del turismo. I cicloturisti italiani aumentano del 50 per cento, rispetto al 2022. Attenzione, però: il cicloturista è esigente, è doppiamente “green”, non solo nella scelta del mezzo di trasporto, ma anche nella selezione dell’alloggio. Pretende, nei due terzi dei casi, una sistemazione ecosostenibile. Alta, di conseguenza, deve essere l’attenzione da parte degli operatori dell’accoglienza, sia per ciò che concerne specificamente la struttura alberghiera, sia nei servizi di ristorazione. Insomma, il cicloturista sale volentieri sul monte Grappa, oppure corre lungo il mare del Cavallino, o percorre la Treviso-Ostiglia, ma all’arrivo deve trovare un albergo ecosostenibile e prodotti del luogo, caratteristici e realizzati con criteri di sostenibilità e legati alla tradizione. Ad esempio, sul Grappa sono largamente preferite le malghe, così come i ristoranti di pesce in riva al mare al Cavallino oppure, a Ostiglia, fanno visita volentieri alla fiera di “Opportunità ambiente: tecnologie e strumenti ecosostenibili per le imprese e i cittadini”.

Il mercato parallelo

Ai cicloturisti fa riferimento anche il fiorente mercato delle riparazioni e del noleggio. Il cicloturista spende principalmente per l’alloggio (39 per cento), ma subito dopo c’è la spesa per la riparazione (24 per cento). Anzi, la riparazione è il settore dell’economia ciclistica in maggiore aumento. Si conferma, dunque, la necessità non solo di produrre, ma anche di attivare un mondo di servizi e opportunità per chi va in bici.

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