giovedì, 21 novembre 2024
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Bicicletta che exploit! Veneto e Treviso ai vertici nella filiera delle due ruote

Dopo il Covid, la domanda è in forte crescita. Lo segnala la Camera di Commercio, che mette in evidenza i numeri positivi del comparto a livello regionale e locale, ma anche alcune criticità

Secondo l’ultimo rapporto di Banca Ifis nel 2023, in Italia, il settore produttivo della bicicletta, e sue componenti, ha generato ricavi per quasi 1,8 miliardi di euro: un dato non confrontabile con il biennio precedente, caratterizzato dal boom di vendite post-pandemia, sostenuto anche dagli incentivi statali, ma comunque piuttosto indicativo della portata economica della filiera, osservando solo la sua componente manifatturiera.Sempre nell’anno 2023 in Italia si sono prodotte (o assemblate) quasi 2 milioni di biciclette. Il segmento della bici tradizionale (muscolare) rappresenta l’85% della produzione totale, mentre il segmento della e-bike pesa per il 15% (in significativa espansione rispetto al 9% nel 2020).

Le previsioni per l’anno 2024, formulate dagli esperti del settore, propendono per una domanda in crescita, oltre che dell’e-bike anche, all’interno del segmento tradizionale, della mountain bike, della bici da corsa e gravel, in particolare nei segmenti dell’alto di gamma, mentre in calo sembrano essere le richieste di bici da città.Dati che vengono ripresi dalla Camera di Commercio di Treviso-Belluno/Dolomiti, la quale evidenzia il primato del Veneto e l’eccellenza della Marca trevigiana, che nella filiera della bicicletta di pone al terzo posto in Italia.

Sulla base dei dati del Registro Imprese al 30 giugno 2024, in Italia la filiera della bicicletta è costituita da oltre 4.600 unità locali, (contando assieme sedi e filiali), per quasi 7.800 addetti, suddivisi fra la fabbricazione e/o assemblaggio di biciclette e sue componenti (circa la metà), il noleggio (15%) e la riparazione (34%).La dimensione della filiera della bicicletta in Veneto ha i seguenti numeri: 665 unità locali e oltre 2.300 addetti. Considerando la sola attività di produzione e/o assemblaggio di biciclette e di produzione di componentistica il Veneto diventa la prima regione in Italia per numero di addetti dedicati, quasi 1.900, corrispondenti alla metà del totale nazionale. Segue, ma a distanza e con numeri dimezzati rispetto al Veneto, la Lombardia. Questa rilevanza della filiera produttiva regionale della bicicletta trova conferma anche nella presenza di tre importanti marchi di bici da strada che hanno la propria sede rispettivamente nelle province di Treviso, Venezia e Vicenza.In provincia di Treviso la filiera nel suo insieme si articola in 126 unità locali e 410 addetti, di cui 330 concentrati nelle attività di produzione e/o assemblaggio di biciclette o loro parti: dato che posiziona Treviso al terzo posto in Italia dopo Vicenza e Cuneo. Prevale la piccola impresa, guardando ai numeri aggregati.

Commenta il presidente della Camera di commercio, Mario Pozza: “Notiamo peraltro che in crescita, negli ultimi anni, sono soprattutto le attività legate al noleggio di bici, al traino dell’espansione del cicloturismo. È un altro dato interessante perché ci fa toccare con mano la stretta correlazione esistente tra l’andare in bici e la scoperta del territorio. Cosa che si può ben cogliere, fuori dai numeri, guardando ai tanti cicloturisti che frequentano le colline del Prosecco come anche le belle ciclabili Calalzo-Cortina e Auronzo-Misurina. Ma i numeri ci fanno capire l’importanza di questi investimenti: secondo alcuni studi i cicloturisti in Italia, coloro cioè che fanno della bicicletta il fine della loro vacanza, hanno raggiunto il ragguardevole numero di 2,4 milioni. A questi si aggiungono altri 5,1 milioni di turisti che durante le loro vacanze ricorrono alla bicicletta (propria o a noleggio). L’insieme di queste tipologie di turisti è in crescita a due cifre di anno in anno; il 56% sono stranieri; nel complesso i cicloturisti generano un fatturato ricompreso tra i 4,5 e i 5,5 miliardi di euro”.

Tutto questo “mi porta a dire che il cicloturismo è in sé un eco-sistema, e che dunque va fatto crescere come tale per funzionare bene, per essere attrattivo, in collaborazione con gli enti locali e anche coinvolgendo le associazioni di appassionati. Il nostro territorio è attraversato ormai da importanti “greenway”: la ciclabile del Sile verso Jesolo, la ora completata Treviso-Ostiglia, le già menzionate ciclabili delle Dolomiti, una che porta direttamente sotto le Tre Cime di Lavaredo, l’altra nella Perla delle Dolomiti. Ma accanto a questi “assi” – è il parere di Pozza - va intensificata e valorizzata la trama delle interconnessioni: per esempio, tra la Valbelluna e Primolano, per agganciare i flussi, importanti, della ciclabile della Valsugana. Oppure fra Treviso e il Montello o i colli Asolani, collegamenti oggi penalizzati da una viabilità non certo “amica” dei ciclisti”.

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