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Noi associazione: ecco i tipi “loschi” da oratorio

Conferenza organizzativa per il nuovo anno associativo alla presenza del Vescovo

Martedì 5 novembre, all’auditorium del collegio Pio X, si è celebrata la conferenza organizzativa di Noi Treviso associazione, che ha presentato l’anno sociale 2025.

Più di 90 circoli/oratori presenti per ascoltare anche il vescovo di Treviso, mons. Michele Tomasi, intervenuti sul tema “Per un Noi sempre vivo”.

Una via per vivere l’impegno con speranza

Il presidente, don Bernardo Marconato, ha salutato tutti i presenti. Nella sua introduzione il presidente ha detto: “All’inizio di un nuovo anno ci troviamo insieme perché, pur operando e offrendo il vostro servizio nelle singole parrocchie, tutti insieme formiamo l’associazione Noi della nostra diocesi, assieme alle altre 23 dove è presente il Noi. Il Consiglio di amministrazione ha pensato di iniziare il nuovo anno invitando il nostro Vescovo, perché ci aiuti a trovare una via per vivere il nostro impegno con speranza, in modo attivo, cercando di camminare senza tirare il freno a mano, ma mettendo in campo il meglio di noi stessi, le nostre qualità, e il Vescovo è la figura più idonea per sostenere e qualificare il nostro servizio nella Diocesi di Treviso”.

Subito dopo l’introduzione di don Marconato, ha preso la parola il vescovo Tomasi che ha provocato tutti i presenti con alcune riflessioni per mantenere vivo l’oratorio o il circolo Noi: “Vi ho visti con lo sguardo verso il cielo, bene, è già un buon inizio. Siete una famiglia di 140 circoli/oratori, c’è tanta gente impegnata e, quindi, parto subito col dire che non c’è niente di scontato in nulla di ciò che siete e che fate. Perché siete qui, ora, adesso e perché siete presenti nel vostro oratorio e circolo? Prima di rispondere a questa domanda, anzitutto, vi dico grazie, perché c’è qualcosa dentro ciascuno di voi che vi fa fare, agire, e allora vi invito a pensare alla motivazione, al motivo per cui siete Noi. Guardatevi: c’è una storia d’amore che muove ciascuno di voi. Sapete bene che è più bello dare che ricevere. Allora vi faccio alcune domande: C’è un motivo bello e grande per cui vi dedicate alla vita della vostra comunità cristiana? C’è sicuramente per ciascuno e per ciascuna una parola di Vangelo che risuona dentro di voi e che vi ha colpito, è entrata nella vostre teste e nei vostri cuori. Questa parola è stata annusata, digerita, è diventata azione, un modo di essere. Qual è, allora, quella parola di Vangelo che ho ricevuto da qualcuno in un momento della mia vita che pian piano mi plasma, mi forma e mi trasforma? Qual è la parola di Vangelo che descrive ciò che fate quando vi trovate insieme? Fatevi queste domande nelle vostre riunioni, tra di voi, quando tornerete nei vostri paesi e comunità”.

Luoghi di relazione

“Voi - ha continuato il Vescovo - avete il compito di animare degli spazi, perché siano luoghi di relazione, di incontro, così da gustare il fatto di essere insieme. Noi lo sappiamo bene: siamo essenzialmente relazione, anche se, a volte, questa parola viene vista come un problema, una maledizione. A volte pensiamo «Se tu non ci fossi, io vivrei meglio». Il mondo di oggi qualche volta pensa che risolvere il problema significhi eliminare il portatore del problema... Non è così! Noi dobbiamo vedere la relazione tra di noi come un dono; è bene che tu ci sia, sei un dono che mi arricchisce, anche il ragazzo iperattivo, anche la banda che vuole distruggere tutto, anche quelli del gruppo vicino che sono invidiosi per le attività che facciamo... Tutti sono un dono. Il Signore mi invita a scoprire quell’io migliore che spesso nascondo o non voglio far vedere. Ho imparato che la parola responsabilità - ha concluso il Vescovo - se la tagliamo a metà e la giriamo vuol dire l’abilità di rispondere: spesso la responsabilità ci pesa, ma è un talento, che, con l’aiuto del Signore, possiamo trasformare in un carisma. Un’abilità, quando viene messa a disposizione della comunità, diventa un carisma e noi abbiamo bisogno di tanti «carismi»”.

I consigli del Vescovo

“So che dentro ciascuno di voi, e dentro i vostri circoli-oratori, c’è il gusto di fare, e allora fatelo trasparire, vedere e fatelo volentieri. La santità deve essere per tutti nell’ordinario; è fare il bene e questo bene deve essere ben fatto cioè deve esserci un buon motivo alla base. Vi do due ultimi consigli: che i circoli e oratori siano luoghi di socialità primaria e gratuita, soprattutto per i più piccoli e gli anziani e che siano ambienti dove si sviluppa la fantasia, dando spazio ai giovani, così come sono, perché già immagine e somiglianza di Dio; non occorre che li facciamo a nostra immagine e, anche se non parliamo la stessa lingua, non importa, ci faremo tradurre da loro cosa vogliono. E, allora, a ciascuno di voi e a tutti noi... Buon cammino!”.

Il nuovo logo per il 2025 nel ricordo di Piergiorgio Frassati

Dopo alcune indicazioni tecniche, e qualche progetto futuro in cantiere per il 2025, il segretario, Giancarlo Mazzucchelli, ha concluso la conferenza organizzativa con la presentazione del nuovo logo di Noi associazione per il 2025 dal titolo “Tipi loschi da oratorio”: quest’anno Noi nazionale vuole ricordare i cento anni dalla morte di Piergiorgio Frassati e tre simboli che lo hanno sempre contraddistinto. Il primo è la picozza (perché Frassati era appassionato di montagna e di scalate) che ci invita ad arrampicarci e a puntare in alto; il secondo è il rosario, che ci ricorda la forza della preghiera e dell’affidamento a Maria, anche nel nostro impegno in oratorio; la terza, e ultima, è la corda che ci ricorda il valore dei legami e della relazione così da tenerci uniti come comunità e come associazione, per affrontare le sfide del futuro.

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