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Il ricordo di Luciano Bottan a vent'anni dalla morte

Luciano Bottan, laico missionario della diocesi di Treviso, morì in un incidente stradale mentre stava raggiungendo la missione diocesana a Fianga, in Ciad. In suo ricordo sono stati organizzati alcuni eventi a Santa Maria sul Sile. La cantautrice Erica Boschero ha raccontato la nascita della "Canzone di Luciano"

Sono passati 20 anni dall’incidente d’auto alle porte di Fianga, in Ciad, in cui perse la vita Luciano Bottan “laico missionario della Diocesi di Treviso”. Di lui si è raccontato a lungo, si sono scritti libri e libercoli, il suo ricordo ha continuato a rimanere vivo e saldo. Tanto che, in occasione dell’anniversario di quest’anno, la famiglia e la comunità di Santa Maria sul Sile hanno deciso di provare a mettere in luce i “germogli di bene” che la sua storia concreta di vita ha portato dopo di lui.

Erica Boschiero, cantautrice trevigiana, la scorsa settimana è stata la protagonista del primo appuntamento in calendario per il mese di ottobre, con un concerto all’aperto fatto di parole e musica. Tra aneddoti, qualche riflessione, diverse canzoni, ha condiviso con i presenti una perla, l’inedito racconto di come è nata “La canzone di Luciano”, cantata in tutta Italia. “Io non lo conoscevo bene, lo avevo incontrato in qualche occasione nel Gruppone, ma non molto di più - ha raccontato -. Quando è morto avevo 17 anni, nessuna velleità artistica né tantomeno esperienza musicale. Dopo il funerale sono tornata a casa con il libretto della messa, sul retro era stampa la preghiera scritta da Luciano. Ho preso la chitarra, un gesto istintivo, e l’ho messa in musica. In 10 minuti era finita”.

L’ispirazione in fondo si manifesta proprio così: l’artista è lo strumento, il mezzo attraverso il quale ciò che già c’è viene alla luce, in questo caso una canzone che ha superato tanti confini. “Ho preso un mangiacassette, l’ho registrata e spedita a don Saverio Fassina. Il resto è la storia di «Piccole storie d’Africa» e «Parole da fare»”. Concerto dopo concerto, Erica ha poi scelto la strada della canzone d’autore con temi importanti come l’ambiente, la società, le migrazioni. E anche mischiando generi espressivi, costruendo spettacoli di forme artistiche diverse, vincendo premi. “Quella canzone ha preso la sua strada, oltre a me, oltre anche a Luciano stesso di cui porta il nome, ed è giusto così, perché i tesori non sono fatti per essere posseduti, ma condivisi”. Durante il periodo del lockdown a Santa Maria sul Sile, il sabato alle 18, in tanti la cantavano dal balcone di casa.

Settimana dopo settimana sono stati coinvolti i vicini, riuniti a condividere questo momento di “apertura”, di comunità. “Con questi appuntamenti che si concludono il 20 ottobre con la messa presieduta dal Vescovo - ha spiegato Emanuele, fratello di Luciano - vogliamo provare a riconoscere e gustare questi germogli di bene che sono nati da lui”, perché il seme che muore, radicato in Gesù Cristo, porta molto frutto.

I prossimi appuntamenti:
I prossimi appuntamenti organizzati dal Centro missionario della diocesi di Treviso, dalla famiglia Bottan e dalla parrocchia di Santa Maria sul Sile, in memoria di Luciano, a vent’anni dalla morte, sono domenica 4 ottobre con padre Filippo Ivardi, comboniano, direttore della rivista Nigrizia, per 12 anni missionario in Ciad che celebrerà la messa delle ore 11 e terrà, alle ore 15, una relazione su “Incontrare Dio in Africa”.

Domenica 18 ottobre, Giornata missionaria mondiale, padre Osorio Citora, della Consolata, originario del Mozambico e in servizio in Vaticano alla Congregazione per l’Evangelizzazione dei popoli, celebrerà la messa delle ore 11 e presenterà alle ore 15 una sua testimonianza sull’Africa.
Martedì 20 ottobre, alle ore 19, il vescovo di Treviso mons. Michele Tomasi presiederà la celebrazione in memoria di Luciano Bottan, nel giorno in cui ricorrono i vent’anni dalla morte.

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