Da quasi un mese, nella sua malattia, Francesco è sostenuto giorno e notte da una incessante preghiera...
Papa Francesco: nella fragilità l’impegno senza tregua per la pace

“Voi giovani siete chiamati ad essere protagonisti, o meglio co-protagonisti con lo Spirito Santo, che suscita in voi il desiderio di fare della vita un dono d’amore”. Lo scrive il Papa nel messaggio per la Giornata mondiale delle vocazioni, inviato mercoledì 19 marzo dal Policlinico Gemelli. “La vostra vita non è un «nel frattempo»”, ribadisce Francesco, esortando a guardare “ai giovani santi e beati che hanno risposto con gioia alla chiamata del Signore”, tra cui i beati, e prossimi santi, Carlo Acutis, e Pier Giorgio Frassati”. “Sono molti i giovani che cercano di conoscere la strada che Dio li chiama a percorrere: alcuni riconoscono – spesso con stupore – la vocazione al sacerdozio o alla vita consacrata; altri scoprono la bellezza della chiamata al matrimonio e alla vita familiare, come pure all’impegno per il bene comune e alla testimonianza della fede tra i colleghi e gli amici”, si legge nel messaggio. “Ogni vocazione è animata dalla speranza, che si traduce in fiducia nella Provvidenza. Infatti, per il cristiano, sperare è ben più di un semplice ottimismo umano: è piuttosto una certezza radicata nella fede in Dio, che opera nella storia di ogni persona. E così la vocazione matura attraverso l’impegno quotidiano di fedeltà al Vangelo, nella preghiera, nel discernimento, nel servizio”. “Il mondo ha bisogno di giovani che siano pellegrini di speranza, coraggiosi nel dedicare la propria vita a Cristo”, conclude il Papa.
Francesco, le cui condizioni sono stazionarie con lievi miglioramenti, ha condiviso nei giorni scorsi le sue riflessioni sul periodo di fragilità che sta vivendo. In particolare, nel testo consegnato per l’Angelus di domenica 16 marzo.
“Condivido con voi questi pensieri - ha scritto - mentre sto affrontando un periodo di prova e mi unisco a tanti fratelli e sorelle malati: fragili, in questo momento, come me. Il nostro fisico è debole, ma, anche così, niente può impedirci di amare, di pregare, di donare noi stessi, di essere l’uno per l’altro, nella fede, segni luminosi di speranza”. E riferendosi al Vangelo della Trasfigurazione di Gesù, e alla luce del suo amore infinito, ha sottolineato: “Quanta luce risplende, in questo senso, negli ospedali e nei luoghi di cura! Quanta attenzione amorevole rischiara le stanze, i corridoi, gli ambulatori, i posti dove si svolgono i servizi più umili!”.
Francesco non smette di appellarsi alle preghiere di tutti per invocare la pace
Nei giorni scorsi, in risposta a un messaggio di auguri, ha inviato una lettera al direttore del Corriere della sera, contenente un forte appello alla pace: “Dobbiamo disarmare le parole, per disarmare le menti e disarmare la Terra. C’è un grande bisogno di riflessione, di pacatezza, di senso della complessità”. “La guerra non fa che devastare le comunità e l’ambiente, senza offrire soluzioni ai conflitti. La diplomazia e le organizzazioni internazionali hanno bisogno di nuova linfa e credibilità”, si legge nella lettera, in cui Francesco ringrazia il direttore “per le parole di vicinanza con cui ha inteso farsi presente in questo momento di malattia, nel quale, come ho avuto modo di dire, la guerra appare ancora più assurda”. “La fragilità umana, infatti, ha il potere di renderci più lucidi rispetto a ciò che dura e a ciò che passa, a ciò che fa vivere e a ciò che uccide”, il riferimento al suo ricovero, dal 14 febbraio, al Policlinico Gemelli per una polmonite bilaterale. “Forse per questo tendiamo così spesso a negare i limiti e a sfuggire le persone fragili e ferite: hanno il potere di mettere in discussione la direzione che abbiamo scelto, come singoli e come comunità”. “Vorrei incoraggiare lei e tutti coloro che dedicano lavoro e intelligenza a informare, attraverso strumenti di comunicazione che ormai uniscono il nostro mondo in tempo reale: sentite tutta l’importanza delle parole”, l’omaggio del Papa. “Non sono mai soltanto parole: sono fatti che costruiscono gli ambienti umani. Possono collegare o dividere, servire la verità o servirsene”. Le religioni, inoltre, secondo Francesco, “possono attingere alle spiritualità dei popoli per riaccendere il desiderio della fratellanza e della giustizia, la speranza della pace”.