Come sempre, per l’occasione, la “Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia...
Papa Francesco: “Respingere i migranti E’ peccato grave”
“Le rotte migratorie di oggi sono spesso segnate da attraversamenti di mari e deserti, che per molte, troppe persone, risultano mortali. Per questo oggi voglio soffermarmi su questo dramma, questo dolore”. A denunciarlo è stato Papa Francesco, che ha interrotto il consueto ciclo di catechesi per “pensare alle persone che - anche in questo momento - stanno attraversando mari e deserti per raggiungere una terra dove vivere in pace e sicurezza”. Due le parole al centro dell’appuntamento del mercoledì in piazza San Pietro, lo scorso 28 agosto: mare e deserto, due parole che “ritornano in tante testimonianze che ricevo, sia da parte di migranti, sia da persone che si impegnano per soccorrerli”, ha rivelato Francesco.
“C’è chi opera con ogni mezzo per respingere i migranti. E questo, quando è fatto con coscienza e responsabilità, è un peccato grave”, la denuncia: “il Mare nostrum, luogo di comunicazione fra popoli e civiltà, è diventato un cimitero. E la tragedia è che molti, la maggior parte di questi morti, potevano essere salvati”. “Pensiamo ai paesi in guerra, ai tanti paesi in guerra”, l’invito al termine dell’udienza: “Pensiamo alla Palestina, a Israele, alla martoriata Ucraina, pensiamo al Myanmar, a Nord Kivu e a tanti paesi in guerra”, ha proseguito Francesco: “che il Signore dia loro il dono della pace”.
“Il Signore oggi è con i nostri migranti nel Mare nostrum. Il Signore è con loro, non con quelli che li respingono”,
ha garantito il Papa a braccio. “Nell’epoca dei satelliti e dei droni, ci sono uomini, donne e bambini migranti che nessuno deve vedere”, il monito: “Li nascondono. Solo Dio li vede e ascolta il loro grido. E questa è una crudeltà della nostra civiltà”. Dio, invece, “attraversa il mare e il deserto; non rimane a distanza, condivide il dramma dei migranti. Dio è con loro, con i migranti, è lì con loro, soffre con loro, piange e spera con loro”.
“In quei mari e in quei deserti mortali, i migranti di oggi non dovrebbero esserci”, il riferimento all’attualità. “Ma non è attraverso leggi più restrittive, non è con la militarizzazione delle frontiere, non è con i respingimenti che otterremo questo risultato”, il grido d’allarme di Francesco: “Lo otterremo, invece, ampliando le vie di accesso sicure e regolari per i migranti, facilitando il rifugio per chi scappa da guerre, violenze, persecuzioni e da tante calamità; lo otterremo favorendo in ogni modo una governance globale delle migrazioni fondata sulla giustizia, sulla fratellanza e sulla solidarietà. E unendo le forze per combattere la tratta di esseri umani, per fermare i criminali trafficanti che senza pietà sfruttano la miseria altrui. Pensate a tante tragedie dei migranti, a quanti muoiono nel Mediterraneo”, l’esortazione: “pensate a Lampedusa, a Crotone, quante cose brutte e tristi”.
Alla fine, l’omaggio ai “tanti buoni samaritani, che si prodigano per soccorrere e salvare i migranti feriti e abbandonati sulle rotte di disperata speranza, nei cinque continenti. Questi uomini e donne coraggiosi sono segno di una umanità che non si lascia contagiare dalla cattiva cultura dell’indifferenza e dello scarto, che uccide i migranti”. Ci sono tanti modi per dare il proprio contributo, anche se non si è in prima linea nei salvataggi, ha detto il Papa, “primo fra tutti la preghiera”.