Indubbiamente, quello che ci appare nel racconto è un Gesù umano, compassionevole e misericordioso verso...
Messale romano, antico e sempre nuovo
La traduzione italiana della terza edizione del Messale "di Paolo VI" sarà in uso dal prossimo 29 novembre, prima domenica di Avvento. I cambiamenti riguardano la nuova traduzione e alcune aggiunte e aggiornamenti

Le celebrazioni eucaristiche, nel loro ritmo domenicale e feriale, ci consentono di partecipare, attraverso i riti e le preghiere, alla Pasqua del Signore Gesù. Il modo di organizzare la celebrazione, i gesti da compiere e i testi da pronunciare sono contenuti nei libri liturgici. Tra questi il Messale, testo che durante la celebrazione è in uso prevalentemente al sacerdote che presiede, ordina e struttura le azioni e le preghiere di tutta l’assemblea riunita a celebrare la Messa.
Frutto della riforma liturgica del Concilio
In questo tempo siamo chiamati a prendere confidenza con la sua ultima edizione, ora tradotta e adattata in lingua italiana per la terza volta. Si tratta del Messale frutto della riforma liturgica attuata dopo il Concilio Vaticano II, pubblicato nell’originale latino già nel 1970. Dopo un lungo e intenso lavoro di studio dell’ultima edizione (2002), la Conferenza episcopale italiana è giunta ora a proporne un’aggiornata traduzione.
Come può accadere per altre tipologie di libri, che vediamo apparire in edizioni successive (poiché si è provveduto a fare delle correzioni, oppure ad aggiungere nuove parti), per poi essere tradotte in altre lingue, anche il libro liturgico evolve nel tempo in edizioni ufficiali aggiornate che vengono quindi tradotte nelle lingue correnti.
Le novità che troveremo nel Messale riguardano principalmente la nuova traduzione e alcune aggiunte e aggiornamenti. I testi sono stati revisionati perché corrispondessero meglio all’originale latino e a una maggiore comprensibilità da parte dei destinatari di lingua italiana.
Nuovi testi per ampliare la scelta
Il Messale Italiano, inoltre, è corredato da alcuni nuovi testi che si sono resi necessari per ampliare le possibilità di scelta a seconda dei vari tipi di celebrazione. Se gli interventi dell’assemblea, in genere, non sono stati oggetto di grandi modifiche, alcune variazioni entreranno presto nelle consuetudini della nostra preghiera. Noteremo, infatti, la maggiore insistenza del linguaggio “fratelli e sorelle”, i cambiamenti del “Gloria” e del “Padre Nostro”, come anche l’inversione e qualche novità nei testi “Beati gli invitati”, “Ecco l’Agnello di Dio”. Oltre a questi, non sfuggiranno, soprattutto agli orecchi più fini, le piccole e grandi variazioni testuali, attuate con l’intenzione di fornire un linguaggio ancor più fedele rispetto all’originale latino e più evocativo rispetto al mistero celebrato.
La nuova traduzione è il segno, sempre costante nella storia dei libri liturgici, che la Chiesa procede nel proprio cammino di fedeltà a Cristo suo Signore, cercando di adattare i libri che guidano le celebrazioni nel tempo presente. Se l’attuale non è un vero e proprio “nuovo” libro, ma la traduzione e l’adattamento della sua più recente edizione, le piccole e grandi novità in esso contenute saranno occasione propizia per il rinnovamento della celebrazione eucaristica delle nostre parrocchie. Cogliere le sfumature con cui si è tentato di migliorare il testo liturgico provocherà a riscoprire il patrimonio di testi con cui dare vita alla celebrazione e le possibilità di adeguare il rito offerto dal Messale rinnovato, scaturito dall’ultima riforma post-conciliare.