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Veglia dei giovani: un amore fino alla fine

Sabato 23 marzo nel tempio di San Nicolò

Che cosa significa amare fino alla fine? Significa sperimentare fino in fondo la vita dentro di sé, la vita che non finisce. A-mors, “senza la morte”. Chi ama vive già, e non ancora, frammenti di vita eterna nel proprio quotidiano. Seguire il passo di Gesù significa lasciarsi provocare dalla sua vita, consentire alla sua proposta di raggiungerci: quella di amare con tutto il cuore, per sperimentare, fino in fondo, tutta la vita. Non si tratta semplicemente di uno sforzo interiore, teso ad una conversione delle proprie abitudini e dei propri atteggiamenti: si tratta anzitutto di accogliere e di accoglierci. Accogliere le luci e le ombre, i dubbi e le certezze dei nostri fratelli e sorelle accanto a noi. Si tratta di accogliere le fragilità e le paure, le gioie e le certezze che sono presenti nella nostra vita. Accogliere è più di accettare, è ben più di tollerare, significa riuscire a fare spazio, significa circondare tutto ciò che viviamo di tenerezza. E in tutto questo avvertire la possibilità di una speranza umile e invincibile: da quest’amore siamo raggiunti noi per primi, è l’amore di Dio, lui è il primo che ci accoglie. In lui c’è posto non solo per tutti, in lui c’è posto per tutto. Non esiste fallimento, crisi o caduta dalla quale non sia possibile rialzarsi. Certo, questa possibilità è posta anche nelle nostre fragili mani.

La veglia dei giovani in occasione della festa delle Palme, che si terrà il 23 marzo alle 20.30 nel tempio di S. Nicolò a Treviso, vuole offrire un’occasione di preghiera e condivisione, al cospetto dell’«amore fino alla fine» di Gesù per noi. Sarà con noi il vescovo Michele per aiutarci a intuire quale posta in gioco c’è nell’aderire alla sequela di Cristo. Il primo frutto di questo evento è già nato nel cuore di chi ha partecipato alla progettazione di questo incontro. I giovani e gli adulti dell’équipe veglie si sono ritrovati per pregare insieme. Dall’ascolto della Parola sono emersi i segni, i gesti, le provocazioni, i silenzi, gli spazi di dialogo che saranno offerti durante la serata.

Siamo oramai alle porte dell’Anno Santo 2025. Papa Francesco nella sua lettera per il Giubileo scrive: “Dobbiamo tenere accesa la fiaccola della speranza che ci è stata donata, e fare di tutto perché ognuno riacquisti la forza e la certezza di guardare al futuro con animo aperto, cuore fiducioso e mente lungimirante. Il prossimo Giubileo potrà favorire molto la ricomposizione di un clima di speranza e di fiducia, come segno di una rinnovata rinascita di cui tutti sentiamo l’urgenza. Per questo ho scelto il motto «Pellegrini di speranza». Tutto ciò però sarà possibile se saremo capaci di recuperare il senso di fraternità universale, se non chiuderemo gli occhi davanti al dramma della povertà che impedisce a milioni di uomini, donne, giovani e bambini di vivere in maniera degna di esseri umani”. Aspettiamo tutti i giovani!

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