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Il racconto dei giovani di ritorno dalla Gmg: “Fede e gioia condivise”

Erano 1.250 i giovani e le giovani della Diocesi di Treviso presenti alla Gmg di Lisbona. Sono arrivati in Portogallo per incontrare papa Francesco, assieme ad altri ragazzi e ragazze come loro, provenienti da tutto il mondo. Ad accompagnarli il vescovo di Treviso Michele Tomasi e altri 40 sacerdoti, insieme a molti educatori.. Qui di seguito, proponiamo le testimonianze di come alcuni di loro hanno vissuto questo importante appuntamento. Pensieri scritti a caldo, tra domenica e lunedì, spesso durante il viaggio di ritorno

“Ho vissuto questa esperienza in spensieratezza, arrivando senza troppe aspettative e gioendo insieme agli altri, sentendomi parte di una comunità solida. I momenti migliori vissuti a Lisbona sono stati gli incontri con le altre persone, il continuo scambio di sguardi, saluti e doni. La veglia e la messa finale sono state particolarmente toccanti. E’ stato un percorso di crescita in cui ho imparato ad adattarmi alle situazioni e a vivere il presente. Le letture e le catechesi, tenute dai vescovi, sono state per me i migliori momenti in cui riflettere sulla fede e sulla vita. Sono molto grato a tutte le persone che hanno permesso lo svolgimento di questo ritrovo mondiale e spero di rivivere tutto ciò a Roma”. (Riccardo)

“Dall’esperienza della Gmg mi porto a casa la scoperta di un nuovo modo di vivere la fede: quello della condivisione. Prima di questa Gmg, la fede era per me una questione molto personale. Partecipando a catechesi e confessioni, che per la loro natura spingono alla condivisione di temi religiosi, ho scoperto con grande sorpresa la gioia di mettere a nudo i miei pensieri con persone nella maggior parte dei casi sconosciute, ma alle quali sono accomunata dal desiderio di conoscere Gesù e camminare con Lui. Contrariamente alle mie aspettative di persona timida e riservata, questo modo di vivere la fede si è rivelato illuminante”. (Anna)

“Mi sono piaciuti molto i momenti di condivisione con le persone di altri Paesi: per strada, in autobus, in treno, quando ci si fermava a parlare e cantare”. (Alberto)

“Mi ha colpito come la fede riesca a unire persone da tutto il mondo, con diverse culture e abitudini. Vedere tutta quella gente insieme è stato ancora più emozionante e straordinario ripensando al periodo di pandemia, che abbiamo passato. Mi ha scaldato il cuore vedere l’unione della nostra diocesi, ritrovando amici di Azione cattolica e non, e l’affetto che abbiamo dimostrato al nostro vescovo Michele, che ci ha accompagnato fino a qui. Sicuramente ciò che più mi resta sono le parole del Papa: durante la messa ha sottolineato tre verbi, brillare, ascoltare e non temere. Faccio mio il primo: posso essere luce e benedizione per gli altri solo se mi lascio attraversare dalla Luce dell’amore (gratis) di Dio”. (Chiara)

“Spero di portare nella vita di tutti i giorni la spensieratezza che ho respirato questa settimana: gli incontri, gli sguardi, i dialoghi con persone prima sconosciute. Momenti che mi hanno fatto comprendere di non essere sola nel mio cammino di fede. La Gmg ha suscitato in me il desiderio di essere benedizione e luce per gli altri”. (Matilde)

“Da questa esperienza ho imparato la solidarietà. In particolare una frase che riassume ciò, pronunciata durante la catechesi, è: «L’amore non ti completa, ma è quella cosa che ti spezza in due». Infatti, nonostante la fatica e il sacrificio, dedicarsi agli altri è stata la forma più bella e pura di amore sperimentata in questi giorni”. (Giulia)

“Felicità e coraggio. Felicità nel vedere tutte quelle persone e coraggio perché andavamo tutti all’avventura, senza sapere nulla. La frase della veglia che mi è rimasta più impressa è stata quella in cui il Papa ha detto che l’unico momento in cui possiamo guardare le altre persone dall’alto è quando le aiutiamo a rialzarsi”. (Alberto)

“La cosa che più di tutte mi ha stupito è che nonostante ci fossero un milione e mezzo di persone, il Signore sia comunque riuscito a trovare le parole, attraverso papa Francesco, per parlarmi”. (Elia)

“Mi ha colpito il fatto che tra tutte le persone che erano lì, la maggior parte erano giovani, ragazzi uniti dalla fede e che come me credono nel Signore. Negli ultimi anni, i giovani che partecipano alle attività proposte dalla mia parrocchia e che vanno a messa sono sempre meno. Vedere tutti quei ragazzi insieme mi ha dato speranza”. (Morena)

“Ci portiamo a casa tre cose: la bellezza della povertà, gesti che testimoniano la Parola di Dio e le speciali condivisioni con le persone del nostro gruppo. E, poi, la voglia e lo spirito di essere sempre pronti ad alzarci per essere sale della terra. (Eleonora e Filippo)

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