Come sempre, per l’occasione, la “Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia...
Discepole del Vangelo: il dono di Elena e Cristina
“Continuate incessantemente a gettare ponti di fratellanza verso il resto del mondo...”: un augurio, ma anche l’esperienza vissuta sabato 21 settembre durante la celebrazione della Professione religiosa perpetua di sorella Elena Vial e sorella Cristina Pennisi tra le Discepole del Vangelo, nella chiesa del Sacro Cuore di Gesù a Treviso. Ponti di fratellanza gettati tra le comunità parrocchiali di origine (Spineda di Riese Pio X e Sacro Cuore di Treviso), quelle di servizio (Camposampiero) e di presenza della fraternità (San Giuliano Milanese e Castelfranco Veneto), e con parenti e amici della fraternità, che hanno partecipato alla celebrazione, presieduta dal vescovo Michele Tomasi.
Due parole sono risuonate tra le persone per raccontare l’esperienza vissuta: fiducia e fraternità.
Fiducia come “capacità di abbandonarsi a un progetto scritto e pensato da chi ti ha creato e ti ama”; infatti, “quando si ha fiducia e ci si affida e si persegue fino in fondo ciò che ci fa stare bene veramente, ci si avvicina molto a Dio e al prossimo”. Fiducia che è frutto di un cammino fatto con il Signore e con la fraternità: un cammino per imparare ad ascoltare e scorgere i segni della presenza di Dio nella quotidianità della vita.
Fraternità “per il clima e lo stile della celebrazione e della festa e come invito ad aprirsi agli altri, ma soprattutto ai poveri”; fraternità che nell’abbraccio di pace tra le sorelle durante il rito della professione ha manifestato “un cammino che non è mai in solitaria”. Fraternità come dono della bontà di Dio per ogni persona che incontriamo e come vocazione a essere segno insieme, per essere sorelle di tutti, come ci insegna Charles de Foucauld.
Fraternità che si fa “condivisione” con altri di una scelta di vita per sempre, per la Chiesa e per il mondo. Fraternità che, come ha sottolineato il vescovo Michele durante l’omelia, è vissuta dalle sorelle “in una vita fraterna praticata e ricevuta da «ultime», non da «prime», accogliendo i poveri mettendovi a loro completo servizio”.
“Non ci sono mezze misure nell’amore di Cristo e nemmeno nell’amore per Lui - ha sottolineato mons. Tomasi -. Ci possono essere tentazioni, e cadute, e fallimenti. Ci possono essere momenti più o meno intensi di incomprensione, e momenti in cui avremo bisogno di una gerarchia, di sentirci magari amati di più per sentirci amati almeno un po’. Ma l’amore che riceviamo è tutto l’amore di Dio, è tutto Dio. E se riusciamo a essere tutti ultimi avremo un mondo in cui tutti sono primi”.
La celebrazione, ben vissuta e partecipata, si è conclusa con un augurio da parte di Silvia, per Elena e Cristina: “Vi siete fidate e affidate, avete messo al centro delle vostre vite l’amore di Dio senza il quale è inimmaginabile la vera felicità. Vi auguro, in ogni giorno in ogni istante della vita, di continuare a trovare nel Creatore il senso di ogni cosa. Siate, per i fratelli e per le sorelle che incontrerete, un segno concreto di Dio che cammina per le strade, un dono prezioso di Dio per gli uomini. Continuate incessantemente a gettare ponti di fratellanza verso il resto del mondo e, nella tempesta dello smarrimento altrui, siate testimoni che il Signore ha pensato un progetto di felicità per ognuno. Che il sorriso di oggi brilli sempre sul vostro volto e il pianto che a volte spunta dai vostri occhi sia solo pianto di gratitudine, meraviglia e gioia. Qualora fatica, sofferenze e dubbio dovessero bussare alla porta del vostro cuore, ci sia sempre il Signore a indicarvi la strada e a camminarvi accanto. Siate grate e prendetevi cura del grande dono che avete ricevuto e abbiate sempre il coraggio di essere felici”.