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Comunicazioni sociali: il Vescovo nomina la giornalista Alessandra Cecchin responsabile dell’ufficio diocesano

“Quando la Chiesa dà informazioni e condivide commenti attraverso la stampa e in tanti altri modi, non svolge solo un’attività editoriale, ma usa una molteplicità di strumenti per la costruzione della comunità e per l’annuncio della Buona notizia”

Il Signore Gesù risorto ha dato mandato agli Apostoli, dicendo: “Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura”. La missione affidata alla Chiesa è l’annuncio della buona Novella, la proclamazione del Vangelo a tutto il mondo. Questo annuncio avviene con tutti i modi con cui la Chiesa comunica, al suo interno e al suo esterno: al suo interno, deve far circolare il messaggio di fondo, i valori e la visione condivisi, la conoscenza di quanto è fondamentale alla vita delle comunità e delle persone in esse. Al suo esterno, la Chiesa deve raggiungere le persone a lei contemporanee, la società e la cultura, perché queste possano confrontare i propri valori e le proprie prospettive di vita con quelli del Vangelo, messi a disposizione di tutti, per la crescita nel bene di tutti.

Anche l’uso degli strumenti di comunicazione di massa e il loro utilizzo vanno visti in questa prospettiva. Quando la Chiesa dà informazioni e condivide commenti e interpretazioni attraverso la stampa (nella nostra diocesi, attraverso il settimanale “La Vita del popolo”), tramite radio e televisioni, con i siti internet delle varie istituzioni, attraverso i social media, con i bollettini parrocchiali e in tanti altri modi, essa non svolge solamente un’attività editoriale, ma usa una molteplicità di strumenti per la costruzione della comunità e per l’annuncio del Vangelo. Deve, dunque, usare le risorse della cultura del contesto in forma creativa, affinché il messaggio cristiano “non sia un elemento di rottura nella cultura, né sia un una pezza estranea messa sopra, ma rappresenti una linea di sviluppo entro quella cultura”, come ha scritto in un recente articolo a proposito della missione digitale il cardinale Michael Czerny, prefetto del Dicastero per la promozione dello sviluppo umano integrale (“Un nuovo mondo e una nuova missione”, Osservatore Romano 1° luglio 2024).

Il mondo digitale pone, a questo proposito, sfide e compiti nuovi, chiedendo a tutti nuove competenze, ma soprattutto nuove consapevolezze. Il documento di sintesi della prima assemblea del Sinodo dei Vescovi dell’ottobre dell’anno scorso ha sottolineato che “la cultura digitale rappresenta un cambiamento fondamentale nel modo in cui concepiamo la realtà e ci relazioniamo con noi stessi, tra di noi, con l’ambiente che ci circonda e anche con Dio. L’ambiente digitale modifica i nostri processi di apprendimento, la percezione del tempo, dello spazio, del corpo, delle relazioni interpersonali e il nostro intero modo di pensare. [...] La cultura digitale, quindi, non è tanto un’area distinta della missione, quanto una dimensione cruciale della testimonianza della Chiesa nella cultura contemporanea. Per questo riveste un significato particolare in una Chiesa sinodale” (Relazione di Sintesi della prima Sessione della XVI Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi, 17).

A servizio dell’efficacia di questa comunicazione e della crescita da parte di tutti i settori della vita diocesana di queste nuove consapevolezze, si pone in Diocesi l’ufficio per le Comunicazioni sociali, che svolge anche il compito di “Ufficio stampa” della Diocesi e del Vescovo, e cura i rapporti con la stampa e i contatti con i giornalisti

di carta stampata, televisivi, radiofonici

e di siti web.

Per garantire continuità e nuovi sviluppi nel suo prezioso lavoro, ho deciso di nominare Alessandra Cecchin, giornalista professionista, redattrice della “Vita del popolo”, quale direttrice dell’Ufficio. Rivolgo un sentito grazie per tutto il lavoro svolto a don Daniele Fregonese, che ha ricoperto sinora questo incarico, a Luca De Rovere e a tutti i collaboratori e le collaboratrici, cui auguro un servizio fecondo.

A tutti i fedeli chiedo di continuare a sostenere i nostri media diocesani, e ricordo, inoltre, che siamo sempre “comunicatori di Vangelo” con le nostre parole, il nostro modo di agire e di vivere, con le nostre scelte e in tutte le nostre relazioni.

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