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Unesco e colline del Prosecco: non è una bocciatura

Occorrerà aspettare ancora un anno per avere una risposta definitiva sulla possibilità delle colline del Prosecco Conegliano Valdobbiadene di ottenere la qualifica di Patrimonio dell’umanità Unesco. Il dossier è stato però ritenuto "incompleto".

E’ un rinvio e non una bocciatura. Occorrerà aspettare ancora un anno per avere una risposta definitiva sulla possibilità delle colline del Prosecco Conegliano Valdobbiadene di ottenere la qualifica di Patrimonio dell’umanità Unesco.
E’ questo l’esito della 42ª sessione del World Heritage Committee (Whc), il Comitato Unesco, tenutasi nei giorni scorsi in Bahrain. Che intanto ha riconosciuto stavolta il 54° sito Unesco italiano: Ivrea, “città ideale della rivoluzione industriale del Novecento”.
I voti favorevoli alle Colline del Prosecco sono stati 12 (Angola, Azerbaigian, Bosnia-Erzegovina, Burkina Faso, Cuba, Guatemala, Kuwait, Tanzania, Tunisia, Uganda, Ungheria, Zimbabwe) su 21; con 9 voti contrari (Australia, Brasile, Cina, Indonesia, Kirghizistan, Bahrain, Norvegia, Saint Kitts and Nevis, Spagna). Poiché per arrivare ai 14 voti necessari al riconoscimento ne mancavano solo due, ci sarebbe stata un’inusuale discussione, durata almeno due ore, per giungere al rinvio, su proposta della Tunisia e nonostante l’opposizione di Spagna e Norvegia.
Per le colline del Prosecco il riconoscimento come patrimonio Unesco è un traguardo che potrebbe far lievitare in modo esponenziale l’attenzione verso il Prosecco e i turisti verso questa porzione di territorio. L’area interessata abbraccia 15 comuni, con circa 5mila ettari di vigneto, dove operano oltre 3mila agricoltori. E il Prosecco si sta confermando un vino di grande successo, con il “record” di 360 milioni di litri esportati nel 2017 e stime di ulteriore incremento quest’anno.
L’avvio del progetto di candidatura a patrimonio dell’umanità Unesco, per volontà del Consorzio di tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg, risale al 2008. Nel 2010 ha avuto formalmente inizio il percorso di candidatura, con l’iscrizione nella lista del Ministero dei Beni culturali. Nel 2014 c’è stata la costituzione dell’associazione temporanea di scopo “Colline di Conegliano Valdobbiadene patrimonio dell’umanità”. Nel 2015 il sito è stato iscritto nel Registro nazionale dei paesaggi rurali tradizionali, elemento necessario per candidatura alla lista Unesco. Nel  2017 è avvenuta l’ufficializzazione della candidatura.
Dopo che il Ministero delle Politiche Agricole aveva sostenuto convintamente la candidatura, a mettere in dubbio la possibilità del riconoscimento alle colline del Prosecco era stato, nel gennaio scorso,  l’Icomos, il Consiglio internazionale dei monumenti e dei siti Unesco. Le conclusioni del direttore dell’unità di valutazione, Gwenaelle Bourdin, erano state di “incertezza” rispetto al possesso dei requisiti necessari. Il dossier veniva definito “incompleto” e l’approccio “non completamente adeguato”; le motivazioni “non chiare” né sostenute da esempi esaustivi: troppo recente il successo del fenomeno Prosecco per dimostrare che si tratti di un paesaggio storico legato alla viticoltura. Con queste premesse appare come un buon risultato l’aver evitato la bocciatura e l’aver ottenuto il rinvio al 2019, alla prossima sessione del Whc a Baku. Un rinvio che viene letto come l’anticamera dell’iscrizione al prestigioso Registro Unesco, in considerazione anche delle argomentazioni addotte dal Comitato, il quale ha riconosciuto “le alte potenzialità del sito candidato, che ha elementi di unicità che devono essere meglio precisate”.

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