Come sempre, per l’occasione, la “Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia...
Un'estate diversa/3: a cena con Francesco
L'incontro con il Papa a Santa Marta è stato il momento più intenso del camposcuola vissuto a Roma da alcuni giovani di quarta e quinta superiore provenienti dalle parrocchie della collaborazione di Musile. Ecco come è andata!
“Un’esperienza più unica che rara! Chi l’avrebbe mai detto che partiti per il campo servizio a Roma saremmo riusciti ad incontrare personalmente il nostro amato papa Francesco”. E’ questo il primo commento a caldo dei giovani di IV e V superiore della Collaborazione di Musile di Piave, che domenica 26 luglio sono partiti per Roma per vivere un’esperienza di servizio: sono Mattia, Marilisa, Elia, Giorgia, Luca, Marta, Simone, Valentina, Nicola, Marco, Sara e don Michele. “Ogni giorno dalle 10 alle 15 presso la mensa della Caritas abbiamo aiutato e ci siamo relazionati con circa 500 bisognosi – raccontano -. Nei pomeriggi abbiamo approfondito la nostra vita di fede, visitando le principali Basiliche di Roma, consapevoli però che, come diceva don Tonino Bello, le Basiliche maggiori non sono quelle di mattoni, bensì ognuno di noi è una Basilica maggiore. Dove per «ognuno di noi» sono compresi soprattutto poveri e bisognosi. Durante questo itinerario abbiamo conosciuto alcuni testimoni che hanno vissuto una profonda relazione con il Signore e un esemplare servizio ai poveri: san Filippo Neri, san Giovanni Paolo II, il beato Giacomo Alberione, papa Francesco. Ancora non sapevamo che uno di questi testimoni lo avremmo incontrato personalmente”. Infatti ecco la sorpresa: grazie a mons. Lucio Bonora e soprattutto ad una serie di provvidenziali coincidenze, mercoledì 29 luglio i giovani di Musile si sono ritrovati a cena a Santa Marta. “Prima di cenare, mons. Lucio ci ha accompagnati a fare una visita in Vaticano, per poi rientrare verso le 20 a Santa Marta. Essere lì, dove il Papa vive era già una grande emozione. Ma quando lo abbiamo visto entrare in sala non credevamo ai nostri occhi. Vederlo mangiare a poca distanza da noi era già un regalo straordinario. La nostra meraviglia ha raggiunto l’apice quando il segretario ci ha chiamati nell’atrio perché il Papa desiderava conoscerci. Un po’ confusi, siamo usciti e il Papa ci è subito venuto in contro per stringerci la mano e chiederci da dove venivamo e cosa stavamo facendo. E’ stato molto felice di sapere che stavamo prestando servizio ai più bisognosi e per questo ci ha ringraziati. Questo incontro così ravvicinato ci ha confermato la bella immagine di lui, in particolare la sua simpatia, semplicità e sensibilità verso gli ultimi. Da questo campo portiamo a casa qualcosa di straordinario!”.