sabato, 23 novembre 2024
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Sbarchi, il sistema di accoglienza è saturo

Studio della Fondazione Leone Moressa di Mestre. Secondo i dati del Ministero dell’Interno (aggiornati al 19 maggio) gli sbarchi di migranti sulle nostre coste hanno già superato quota 38 mila, circa 9 volte in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

Lo scorso 10 giugno il Ministro dell’Interno ha annunciato l’avvio di un piano straordinario per l’accoglienza. Intanto i migranti saranno affidati alle Prefetture secondo il criterio della popolazione residente in ciascuna regione. Ma il sistema è già saturo: nel 2012 le persone accolte dal Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati (Sprar) superavano di 2 volte e mezza i posti disponibili. La stessa situazione riguarda i centri di accoglienza a maggio 2014: oltre 10 mila persone ospitate contro una capienza di 8.500 posti.

 

Emergenza sbarchi, già superato il livello del 2013. Secondo i dati del Ministero dell’Interno (aggiornati al 19 maggio) gli sbarchi di migranti sulle nostre coste hanno già superato quota 38 mila, circa 9 volte in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Considerando che gli sbarchi sono continuati (intensificandosi ulteriormente) anche nelle prime due settimane di giugno, probabilmente in meno di sei mesi si è già superata la quota complessiva di sbarchi del 2013 (43 mila) e si può prevedere il raggiungimento del picco massimo del 2011 (63 mila), anno dell’”emergenza Nordafrica”.

Il dettaglio locale mostra come sia cambiata la geografia del fenomeno: la Sicilia rimane la regione con più arrivi (decuplicati nell’ultimo anno), ma si registra una diversificazione delle località interessate: il 95% degli sbarchi è avvenuto infatti in località diverse da Lampedusa, che invece registra un dimezzamento degli arrivi.

 

Sistema di accoglienza saturo. Secondo l’ultimo rapporto Sprar 2012/2013 (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati), nel 2012 il sistema gestito da Ministero dell’Interno e Anci ospitava nei suoi centri oltre 8 mila persone, contro una capienza di poco più di 3 mila posti. Un rapporto di 2,5 volte a livello nazionale, che raggiungeva quota 14,3 in Sicilia. Secondo lo stesso rapporto i posti Sprar disponibili per il 2013 sono stati portati a 9.356, concentrati per il 60% in Sicilia, Lazio e Calabria.

Stima della ripartizione sul territorio. Considerando il sovraffollamento del sistema di accoglienza e che nei primi sei mesi dell’anno il flusso di migranti ha già raggiunto i livelli dell’anno precedente, possiamo ipotizzare nei prossimi mesi un sempre più intenso coinvolgimento delle strutture territoriali.

Utilizzando il criterio di ripartizione regionale in base alla popolazione residente, già utilizzato dal Ministero dell’Interno nel 2011 (“emergenza Nordafrica”), la Fondazione Leone Moressa stima l’impatto sul territorio nazionale dei 38 mila migranti sbarcati sulle nostre coste nel 2014, che rappresentano quasi l’1% degli stranieri regolari residenti in Italia. Calcolando un coefficiente d dato dal rapporto fra la popolazione residente in ciascuna regione e la popolazione nazionale, si può stimare un’incidenza maggiore rispetto alla popolazione straniera nelle regioni del Sud: Sardegna (2,9%), Puglia (2,7%) e Basilicata (2,5%). Nelle regioni del Nord, dove invece la presenza di stranieri è maggiore, l’incidenza dei profughi sarà minore: 0,6% in Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna.

Secondo i ricercatori della Fondazione Leone Moressa “pur rappresentando meno dell’1% della popolazione straniera residente in Italia, i migranti sbarcati sulle nostre coste nelle ultime settimane incideranno pesantemente sul già congestionato sistema di accoglienza del nostro Paese. Considerando le condizioni di instabilità politica e di conflitto in molti Paesi africani e mediterranei, si prevede che l’afflusso di migranti sulle nostre coste sia destinato ad aumentare. L’ampliamento dei posti Sprar e l’affidamento dei migranti alle Prefetture da soli non bastano a garantire l’accoglienza di profughi e richiedenti asilo".

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