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Per gli agronomi non è stata colpa dei vigneti

 "Ad un primo esame i vigneti presenti nel bacino idrografico non hanno evidenziato dissesti idraulico-agrari tali da poter incidere nell'evoluzione della calamita'. Allo stato attuale si sono verificati solo smottamenti circoscritti e comunque lontani dai torrenti", dicono gli esperti sulla tragedia di Refrontolo. 

 "Ad un primo esame i vigneti presenti nel bacino idrografico non hanno evidenziato dissesti idraulico-agrari tali da poter incidere nell'evoluzione della calamita'. Allo stato attuale si sono verificati solo smottamenti circoscritti e comunque lontani dai torrenti". A sottolinearlo Ornella Santantonio, vicepresidente dell'Ordine provinciale dei dottori Agronomi e dei Dottori Forestali di Treviso, dopo un sopralluogo nell'area colpita dalla calamita' in localita' Il Molinetto della Croda a Refrontolo e nel territorio dei Comuni confinanti (Cison di Valmareno, Tarzo e Pieve di Soligo), insieme al vicepresidente della Federazione Regionale Paolo Ziliotto e alla vicepresidente CONAF Rosanna Zari e il Consigliere nazionale Graziano Martello. "L'impianto dei vigneti della zona deve avvenire sulla base delle norme vigenti. - spiega Santantonio - Il committente affida ai professionisti, dottori agronomi e dottori forestali, i rilievi, la progettazione, comprensiva di valutazioni ambientali e paesaggistiche, cosi' come altri professionisti del settore coadiuvano le Amministrazioni Pubbliche nella valutazione dei progetti e nella redazione di eventuali prescrizioni al richiedente l'opera di impianto o ristrutturazione del vigneto. Pertanto, oltre al professionista incaricato dal committente, avviene il controllo dell'Amministrazione Comunale e Regionale". "Anche i dottori Agronomi e i dottori Forestali dell'ex Servizio Forestale Regionale - spiega Ziliotto - controllano boschi ed i terreni agricoli nelle aree sottoposte a vincolo idrogeologico. Il ruolo della nostra professionalita' e', quindi, necessario ed opportuno, poiche' competente nella gestione territoriale, nelle sistemazioni idrauliche e nelle coltivazioni agrarie e forestali".

"Noi, custodi del territorio"

Arriva intanto una nota congiunta di Associazioni e Consorzi della provincia di Treviso in risposta alle polemiche di questi giorni. "Siamo noi i custodi del territorio". è il senso del loro ragionamento.

"Per questo, ogni intervento conservativo o di salvaguardia viene eseguito con la cura del buon padre di famiglia e in un'ottica di lungo periodo - scrivono Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore,Gruppo Vinicolo Unindustria Treviso, Confagricoltura Treviso, Confederazione Italiana Agricoltori Treviso, Coldiretti Treviso e Confcooperative settore vitivinicolo Treviso - ed è sottoposto a un iter di elaborazione e approvazione che ne verifica l'adeguatezza tecnica e l'idoneità agli scopi di salvaguardia".

Secondo il documento quella di sabato è stata "Una tragedia che ci tocca profondamente. L'impegno di tutti, ora, deve essere rivolto all'individuazione delle reali cause e a fare in modo che non si ripetano. Noi siamo pronti sin da subito a fare la nostra parte. L'unica certezza, al momento, è l'eccezionalità delle precipitazioni che si sono verificate in un arco di tempo estremamente breve e in un'area geografica ridotta".

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