lunedì, 16 settembre 2024
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Maltempo in Veneto: pioggia fino a giovedì

Intanto i sindaci del Piave colpiti dalla piena scrivono all'Enel per la gestione delle dighe e i Consorzi di bonifica rivendicano la loro attenzione alla prevenzione. Ecco tutte le casse di laminazione in progetto o in costruzione.

Durerà almeno sino a giovedì la fase di maltempo che insiste sul Veneto. Le precipitazioni, anche a carattere di rovescio o di occasionale temporale, interesseranno maggiormente le zone centro settentrionali. A Venezia nella mattinata di lunedì l'acqua alta ha raggiunto i 107 cm. Nel bellunese rimane costantemente monitorata in Cadore e Comelico la situazione delle strade dopo le chiusure provocate dalle frane dei giorni scorsi. Il caso a maggiore criticità a Santo Stefano di Cadore. Restano preoccupazione per il Piave e il Livenza.
"All'indomani degli allagamenti che hanno interessato le zone golenali dei Comuni di Ponte di Piave, Salgareda, Breda di Piave, Zenson di Piave e San Biagio di Callalta, i sindaci interessati hanno chiesto spiegazioni all'Enel per la gestione del rilascio delle acque dalle dighe che stanno a monte. "Nella giornata del 5 novembre u.s - si legge in una nota -  si è verificato un improvviso innalzamento del livello del Piave, che ha visto la portata del fiume passare (nel giro di poche ore) da 200 mc/s a 1120 mc/s [...] e l'elevato livello idrometrico raggiunto nei giorni successivi non trova, a nostro parere, sufficienti spiegazioni correlabili alle sole quantità di pioggia dell'evento metereologico annunciato dai tecnici Arpav“.

Sul maltempo e le opere di prevenzione prende posizione anche l'Unione dei Consorzi di Bonifica. 130 cantieri in fase di realizzazione per la sicurezza idraulica del Veneto, dietro un investimento di 237 milioni di euro. Questa la risposta, infatti,  all’emergenza allagamenti che attanaglia la nostra regione in questi giorni. Giuseppe Romano, Presidente di Unione Veneta Bonifiche, traccia lo stato dell’arte dei cantieri per ridurre il rischio idraulico in Veneto. “In una situazione complicata, che ci mette di fronte ad alluvioni ed allagamenti sempre più frequenti, i Consorzi di bonifica, hanno stilato un piano di interventi direttamente cantierabili, che hanno previsto la laminazione delle piene di vari corsi d’acqua, il potenziamento degli impianti idrovori e delle opere idrauliche.”
Tra le opere maggiori emergono la realizzazione dello scolmatore di piena Limenella Fossetta, che garantirà, entro il 2017, la difesa idraulica della zona di Padova Nord, essendo in grado di sottrarre, in piena, una portata di circa 10 mᵌ/s determinando un notevole alleggerimento dei deflussi a valle e riducendo in modo apprezzabile il rischio idraulico dei quartieri Arcella e Montà. L’investimento di 18,5 milioni di euro sarà suddiviso tra Regione del Veneto, Comune di Padova, Consorzio di bonifica Bacchiglione e Commissario delegato D.P.C.M 21/01/2011.
Per quanto riguarda lo snodo idraulico di Castelfranco Veneto, il Consorzio di bonifica Piave sarà gestore  della cassa di espansione sul torrente Muson nei Comuni di Riese Pio X e Fonte (Treviso). Un’opera la cui capacità di invaso si attesta su 1 milione di metri cubi d’acqua e che vedrà il suo compimento entro due anni, dietro un investimento di 8,6 milioni di euro da parte della Regione Veneto. L’opera permetterà di mettere in sicurezza tutta l’asta del Muson, da Castelfranco, Camposampiero, Loreggia, fino a Cadoneghe.
Il Consorzio sta inoltre realizzando 2 casse di espansione da 50 mila metri cubi di invaso l’una sul Rio Dosson, per salvaguardare l’area a sud di Treviso (Preganziol, Quinto di Treviso). L’investimento è di 2,2 milioni di euro. Sono, infine, in corso i lavori di costruzione della cassa d’espansione di Sernaglia della Battaglia (60mila metri cubi d’acqua) lungo il torrente Patean, con un investimento di 1 milione di euro.
 
“Queste sono solo alcune delle opere, - conclude Romano- al quale va aggiunta la continua opera di manutenzione da parte dei Consorzi alla rete consortile e agli impianti idrovori, senza la quale neanche le grandi opere ci salverebbero”.

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