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I poveri mangiano meglio dei ricchi? Caritas: “Non risponde alla realtà”

“Pur all’interno di un discorso articolato – afferma il direttore nazionale, don Pagniello -, la frase del ministro è poco felice perché in realtà il cibo, tanto meno quello di qualità, non è per tutti. Non è un ‘bene comune’, soprattutto per i poveri e per chi vive situazioni di disagio economico”

“Affermare come ha fatto ieri a Rimini il ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare, Francesco Lollobrigida, che ‘i poveri mangiano meglio dei ricchi, perché cercando dal produttore l’acquisto a basso costo, comprano qualità’ non corrisponde alla realtà che riscontriamo ogni giorno nell’aiuto concreto alle decine di migliaia persone che passano dai servizi di assistenza delle Caritas diocesane in tutta Italia”. Lo afferma il direttore di Caritas Italiana, don Marco Pagniello.

“Pur all’interno di un discorso articolato – prosegue don Pagniello -, la frase del ministro è poco felice perché in realtà il cibo, tanto meno quello di qualità, non è per tutti. Non è un ‘bene comune’, soprattutto per i poveri e per chi vive situazioni di disagio economico, perché per via dei costi essi non sono realmente nelle condizioni di scegliere la propria alimentazione. Non è sufficiente quindi impegnarsi nella lotta allo spreco alimentare, fare campagne informative o rimarcare, legittimamente, il valore dei prodotti alimentari italiani, se allo stesso tempo mancano reali modalità di equa distribuzione e accesso al cibo, anche di qualità, per tutti”.

“Papa Francesco ci ricorda che nella preghiera del ‘Padre nostro’, come cristiani siamo abituati a chiedere a Dio ‘il nostro pane quotidiano’, che non deve essere appannaggio egoistico o privilegio di alcuni, ma cibo spezzato e diviso per tutti, senza distinzione di condizioni personali e sociali, come afferma anche la nostra Costituzione. Dobbiamo impegnarci perciò a creare un sistema più efficiente di accesso e distribuzione del cibo, condividendo con il ministro l’attenzione ad una corretta informazione ed etichettatura, ma che anche per questo raggiunga tutte le persone, riconoscendone fino in fondo la dignità, ricche o povere che siano”, conclude il direttore di Caritas Italiana.

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