martedì, 17 settembre 2024
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Galantino ai settimanali diocesani: farsi voce delle periferie

Intervento del segretario generale della Cei in apertura dell'assemblea elettiva della Fisc. “Quanto distanti siamo dalla verità!”. Questo l’amaro commento, ripensando a “quanto è stato scritto e detto sulla Lettera apostolica Misericordia et misera. Per questo, “ancor più necessarie sono e saranno le vostre voci". 

“L’informazione di cui siete espressione si sviluppa all’interno di logiche di responsabilità spesso ben più alte di quelle che troviamo altrove”. Lo ha evidenziato monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della Cei, rivolgendosi ai direttori dei giornali Fisc (Federazione cui fanno capo 191 testate diocesane), in apertura della XVIII assemblea nazionale elettiva. Riflettendo sul rispetto della dignità umana, il vescovo ha sottolineato come “nelle nostre testate questo rispetto per la dignità della persona, delle sue verità fondamentali e della libertà, lo si respira”. Per questo “mi interrogo pensoso quando avverto che le vostre testate non trovano nelle rispettive Chiese l’appoggio che meriterebbero: non solo come amplificazione del microfono dell’ambone, ma come voce che fa incontrare il Vangelo con la vita, accompagnando la cronaca – legata ai diversi ambiti dell’esistenza umana, sociale ed ecclesiale – con approfondimenti che restituiscono unità di senso e direzione di cammino”. Galantino ha indicato poi “l’orizzonte che caratterizza davvero il rispetto della dignità umana e ci assicura di essere sulla strada giusta: è l’attenzione alle periferie, termine che nella Chiesa di Papa Francesco ha assunto uno spessore rilevante, ma che non può risolversi soltanto in un vocabolo alla moda”. I giornali diocesani, ha rimarcato, “sono chiamati ancor più di ieri ad assumere un ruolo molto importante nel farsi voce delle periferie, di quelle periferie che spesso mediaticamente vengono ignorate o strumentalizzate a seconda della stagione politica o dell’interesse immediato”.

“Giornali di lunga e preziosa storia, come pure emittenti radiofoniche e televisive appartenenti alla grande famiglia dei media ecclesiali, stanno venendo meno, con conseguenze davvero preoccupanti”: è quanto “sta accadendo, purtroppo, in moltissime delle nostre diocesi”, ha proseguito Galantino. “Possiamo chiederci legittimamente – ha detto il vescovo – se nel nostro modo di vedere l’annuncio del Vangelo le somme destinate alla comunicazione siano considerate un costo o un investimento. Dirò di più: possiamo esigere che siano viste sempre come un investimento, anziché come un costo”. Però, ha aggiunto, “non possiamo più permetterci che quell’investimento non produca frutti”. Da qui l’invito – e questo significa anche “vivere con professionalità” – a “lavorare insieme, con un orizzonte più ampio della propria scrivania”. Perché “nell’impegno per la comunicazione in ambito ecclesiale è impensabile camminare in ordine sparso”. Nell’attuale calo della diffusione della stampa tradizionale, secondo Galantino, “diventa sempre più urgente, da una parte, la vostra capacità di fare rete e, dall’altra, quella di trovare nuove modalità operative, che permettano di far crescere la diffusione e l’efficacia del messaggio”. Perciò, “scommettete fino in fondo sulle sinergie. Sinergie in primo luogo tra le realtà mediatiche dei vostri territori e poi con i media nazionali della Chiesa italiana: dal Sir – nato a vostro servizio – ad Avvenire, da Tv2000 al circuito radiofonico inBlu. Camminate insieme con l’Ufficio Nazionale per le comunicazioni sociali”. Perché, ha concluso, “la partita dei prossimi anni potremo affrontarla solo così”.

“Quanto distanti siamo dalla verità!”. Questo l’amaro commento di monsignor Galantino, ripensando a “quanto è stato scritto e detto sulla Lettera apostolica Misericordia et misera, a conclusione dell’Anno giubilare”. La constatazione del vescovo è stata portata come esempio per “rendersi conto” della distanza dalla verità, invitando, al contrario, ad “amare la verità”. Per il segretario generale della Cei, “sembrerebbe scontato, ma facciamo esperienza tutti i giorni di come nel mondo dell’informazione la verità sia spesso sostituita con l’opinione. Con quanta facilità – lasciatemi dire: con quanta superficialità – oggi un po’ tutti si ergono a commentatori di quanto accade, attribuendosi competenze quanto meno discutibili, quando non semplicemente proporzionate alla propria presunzione!”. Altro esempio, al riguardo, riguarda i social. Purtroppo, “all’aumento vertiginoso di cittadini ‘informati’ non sta corrispondendo un ugual numero di cittadini ‘consapevoli’ e capaci né di discernimento né, spesso, di educazione!”. Questa prassi diffusa, ha rimarcato Galantino, “rende ancora più esigente la parola di Papa Francesco: amare la verità, operando nei media in modo onesto per servire la verità dell’uomo e del suo destino personale e sociale”. Per questo, “ancor più necessarie sono e saranno le vostre voci. Voci che sappiano gettare ponti con tutti favorendo incontri e offrendo piazze. Voci che rendano conto di quanto accade con uno sguardo sempre capace di umanità e di attenzione ai valori autentici”.

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