Come sempre, per l’occasione, la “Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia...
Funerali a Pieve di Soligo per le quattro vittime di Refrontolo
Mons. Pizziolo: "Queste morti sono simbolo e richiamo tragico e insieme realistico del destino che prima o poi toccherà anche ognuno di noi, inghiottiti da qualcosa che ci travolge e trascinati nel buio"
Uno accanto all' altro in semplici bare coperte di fiori deposte davanti all' altare del duomo di Pieve di Soligo, mentre una leggera pioggia bagnava le tante persone che non sono riuscite a trovare posto all'interno e hanno seguito il rito religioso dell'ultimo saluto alle quattro vittime di Refrontolo sul maxi schermo posto sul sagrato. Si sono svolti giovedì 7 agosto i funerali di Fabrizio Bortolin, Giannino Breda, Maurizio Lot e Luciano Stella; quattro amici accorsi assieme ad altri alla tradizionale 'festa dei omeni' sabato scorso sotto un tendone eretto al Molinetto della Croda.
Ai piedi dell'altare, nei due lati rispetto alle bare, le corone del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e del premier Matteo Renzi; sui banchi, il ministro dell'Ambiente, Gian Luigi Galletti, il governatore veneto Luca Zaia, il presidente del consiglio regionale Clodovaldo Ruffato, parlamentari locali e tanti sindaci. Rappresentanze istituzionali di una comunità tutta, quella veneta in testa con le bandiere a mezz'asta in tanti comuni, che si è stretta ai familiari che fin da metà mattinata sono stati chiusi nel dolore accanto ai feretri deposti nella chiesa. Mentre in altre sedi, nel palazzo di giustizia, si cerca di fare chiarezza sui perché della tragedia e sulle eventuali responsabilità - il fascicolo è aperto per disastro e omicidio colposo plurimo, senza indagati, e tanto ruolo avranno le perizie tecniche - il vescovo di Vittorio Veneto, Corrado Pizziolo, in una chiesa avvolta nel silenzio - la stessa atmosfera dell'omaggio reso alle salme nelle ore precedenti - ha fatto un richiamo nell'omelia al destino tragico dell'uomo.
"Queste morti - ha detto, leggendo anche un messaggio del Patriarca di Venezia mons. Francesco Moraglia - sono simbolo e richiamo tragico e insieme realistico del destino che prima o poi toccherà anche ognuno di noi, inghiottiti da qualcosa che ci travolge e trascinati nel buio". C'è l'acqua anche nelle sue parole, nei ricordo delle invocazioni dei salmi: "indicano frequentemente proprio l'acqua come simbolo di distruzione e di morte: 'Salvami, o Dio: l'acqua mi giunge alla gola. Non mi sommergano i flutti delle acque, o Signore, e il vortice non mi travolga, l'abisso non chiuda su di me la sua bocca. Stendi dall'alto la tua mano, scampami e salvami dalle grandi acque'".
"Questo - ha detto Zaia, prima della funzione - è stato un evento unico nel suo genere e questo l'abbiamo capito con le dinamiche osservate. C'è la necessità di capire che questo è un territorio fragile in generale". Il rito religioso è stato seguito da oltre quattromila persone, tra chi ha trovato posto in Duomo e chi all'esterno. Qualcuno, disturbato dalla pioggia, si è spostato nella sala di un cinema locale dove è stato allestito un collegamento diretto. Le salme, salutate da un applauso e dal rintocco delle campane, sono poi state accompagnate verso i cimiteri dei comuni di residenza per essere tumulate. Un minuto di silenzio è stato osservato dall'assemblea del Senato prima della ripresa dei lavori per l'esame degli emendamenti al ddl riforme.