La morte ha la forza di farci riconsiderare le priorità della vita e, forse, di dare loro un po’ di ordine....
Droga: si torna a morire. Per le sostanze pericolose e a poco prezzo
Raddoppiano i sequestri di cocaina, aumenta il consumo di crack in Italia e cresce il numero delle vittime. Un fiume di droga sta inondando anche il Veneto e i riflettori si riaccendono sul tema: sono già 25 i casi di morte per overdose nel corso di quest’anno nella nostra regione, triste primato in Italia.
Raddoppiano i sequestri di cocaina, aumenta il consumo di crack in Italia e cresce il numero delle vittime. Un fiume di droga sta inondando anche il Veneto e i riflettori si riaccendono sul tema: sono già 25 i casi di morte per overdose nel corso di quest’anno nella nostra regione, triste primato in Italia. “L’eroina è tornata prepotentemente sul mercato - ha recentemente denunciato il prefetto di Venezia Vittorio Zappalorto -. I numeri dei sequestri e dello spaccio sono strabilianti. E lo scenario che abbiamo davanti è peggiore di quello degli anni ‘80”. Per questo motivo, ad esempio, in terra veneziana si sta organizzando una task force tra soggetti coinvolti.
Di nuovo emergenza? Del resto, l’ultima relazione della Direzione antidroga del Ministero non lascia dubbi: aumentano nel Paese i quantitativi di marijuana (+118%), eroina (+28%) e droghe sintetiche (+101%), mentre diminuiscono cocaina (-13%) e hashish (-22%). I morti di overdose l’anno scorso sono stati 334 con una crescita di quasi il 13% rispetto al 2017 e il Veneto insieme al Piemonte con 36 decessi si colloca al primo posto per numero di vittime. Tutto ciò, nonostante le 1.406 operazioni antidroga (+19% sull’anno precedente) e 3.200 chili di sostanze sequestrate nella nostra regione. Un mercato, che secondo stime, muove all’incirca un miliardo e mezzo di euro, e uno scenario che sta cambiando, nonostante non se ne parli.
Il consumo di droghe oggi. “Senza dubbio è ricomparsa l’eroina in modo importante, con prezzi assolutamente accessibili, e soprattutto con un principio attivo molto più potente che può incidere anche sul numero di vittime – spiega Luca Sartorato, neo presidente del Ceis di Treviso che da 30 anni si occupa di cura e riabilitazione di persone dipendenti da sostanze -. In più, rispetto al passato, oggi il consumo di stupefacenti avviene in età sempre più precoce e i passaggi graduali, che registravamo negli anni Novanta, quando si cominciava con una sigaretta per poi passare a spinelli, pasticche ed eroina, sono tutti saltati”. I consumatori sono poliassuntori, mixano le sostanze, corrono tanti rischi senza conoscere ciò che prendono. Alle porte degli specialisti delle Ulss venete che si occupano di tutte le dipendenze, anche alcol, gioco d’azzardo, mondo virtuale…, hanno bussato circa ventimila persone, 1 su 4 minore di 29 anni, con un aumento dei giovanissimi, anche attorno agli 11 anni. Incoscienza, impulsività, senso d’onnipotenza e di invulnerabilità propri dell’età adolescenziale sono i fattori in genere associati all’abuso.
Quando diventa dipendenza. “Bisogna tuttavia distinguere il fenomeno del consumo da quello della dipendenza - prosegue Sartorato -. La maggior parte dei giovani consumatori impara a conoscere il proprio limite e a ricondurre l’assunzione di sostanze a un principio di autoregolazione, trovando una misura nell’intensità e nella frequenza. Quando si riduce il bisogno di appartenenza, con i relativi «riti di passaggio», il più delle volte il consumo diminuisce o scompare, soppiantato da interessi di altro genere e dalla ricerca di nuovi e più maturi rapporti”. Se l’età tipica dell’iniziazione rimane il biennio della scuola superiore, con una “precocizzazione” oggi, in alcuni contesti, agli anni della scuola media, la desistenza dall’abitudine avviene mediamente tra i 22-24 anni, tranne per chi si avventura in percorsi rischiosi che sfociano nella dipendenza.
Un mercato in continua evoluzione. Chiedendo ai lettori di non scivolare in semplicistiche considerazioni, va detto che il mercato degli stupefacenti è in mano alla criminalità straniera: la mafia nigeriana controlla le sostanze con principio attivo più alto, benché a prezzi competitivi (basta ricordare l’operazione compiuta dalle forze dell’ordine a Mestre l’estate scorsa che sgominò una banda specializzata nello smercio di eroina “gialla”, ad effetto potenziato); il “mercato” tunisino invece gestisce prevalentemente sostanze con taglio più basso.
“La crisi economica, che ha profondamente impoverito l’Italia, e anche alcune zone dei nostri territori, ha reso lo «spaccio al minuto» un espediente per fare qualche soldo”.
C’è poi tutto il mondo delle droghe sintetiche, acquistabili in internet, pericoloso perché le molecole vengono modificate e non sono ancora “tabellate”.
Ripartire dalla prevenzione. Appare scontato, ma di fronte a questi scenari, è improcrastinabile riprendere in mano tutta l’attività di prevenzione, con un lavoro in rete tra le diverse agenzie educative, pure questo scontato ma tutt’altro che obiettivo raggiunto.
“I mutamenti sociali, in particolare in ambito giovanile hanno portato a nuovi orientamenti, propensioni, stili di vita e di consumo, di cui l’uso di droghe sembrano diventare parte integrante -. Dobbiamo ripartire dai giovani, dall’ascolto e dalla gestione delle emozioni. Perché molti possono essere fragili, ma pochi sono patologici”.
“A pochi giorni dall’inizio dell’anno scolastico – ha ribadito Manuela Lanzarin, assessore regionale ai servizi sociali, appresi gli ultimi dati sul consumo di droghe - abbiamo il dovere di mettere in atto gli interventi possibili, in termini di prevenzione e di presidio del territorio per combattere questa piaga. La Regione conferma la piena disponibilità ad adoperarsi affinché cresca la consapevolezza a tutti i livelli della pericolosità dell’uso di qualsiasi sostanza stupefacente: un messaggio che abbiamo il dovere di diffondere in uno degli ambiti purtroppo maggiormente esposti, quello della scuola. Già lo scorso anno, a seguito dei controlli delle forze dell’ordine con i cani antidroga, era emerso che sin dalle prime ore del mattino le sostanze killer circolavano in prossimità degli istituti scolastici”.