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Flussi migratori, la disfatta di Tunisi: il presidente Saied restituisce 60 milioni all’Europa

Dopo quasi due settimane dalla restituzione al mittente di soldi fondamentali per le vuote casse tunisine, il dialogo diplomatico con l’Ue appare spezzato. La scommessa di Giorgia Meloni, ad appannaggio del proprio elettorato e per una leadership nella destra europea, è stata giocata e persa

Vi ricordate l’enfasi televisiva prima dell’estate (6 giugno) per il successo diplomatico della premier Meloni a Tunisi? Si parlò di accordo storico e cambio di passo per l’immigrazione nel nostro Paese. Seguì, 40 giorni dopo, la visita della triade Giorgia Meloni, Ursula von der Leyen e il premier olandese Mark Rutte, con la firma del Memorandum d’intesa.

Passano poco più di tre settimane e abbiamo il naufragio di un barchino, salpato da Sfax in Tunisia, con 41 persone a bordo e affondato durante la navigazione nel canale di Sicilia. Intanto continuano gli sbarchi.

Ai primi di settembre, più di 10 mila persone arrivano dalla Tunisia sull’isola di Lampedusa in pochi giorni, provocando una visita d’emergenza della premier Giorgia Meloni e della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, lo scorso 17 settembre. Il Memorandum d’intesa Ue-Tunisia sembra, così, scricchiolare e, nel corso della visita alle Nazioni Unite, Meloni cerca sponde con altri Paesi africani, per rilanciare il Memorandum. Intanto, la Ue tentenna sulla situazione migratoria.

Così, tra dichiarazioni contradditorie, distinguo, la proposta italiana di gestione dei flussi subisce un colpo d’arresto da quello che doveva esserne il principale alleato. Lo stallo innervosisce, infatti, il tunisino Saied, che comincia a lasciare trapelare il malumore per i ritardi e a dire che la Tunisia non ha bisogno dell’elemosina dell’Ue.

Accade, così, nei giorni scorsi che la Commissione europea debba ammettere che il presidente tunisino Saied ha restituito i 60 milioni di euro erogati il 3 ottobre, come primo acconto di un pacchetto da 127 milioni. E mentre dalla Tunisia rimbalzano voci sull’innalzamento delle richieste economiche per bloccare i migranti, l’Europa e l’Italia minimizzano sull’accaduto, lodando l’impegno di Saied. Presidente inviso per il suo pugno di ferro da gran parte della popolazione e considerato un padre-padrone antidemocratico dalle ong.

Dopo quasi due settimane dalla restituzione al mittente di soldi fondamentali per le vuote casse tunisine, il dialogo diplomatico con l’Ue appare spezzato.

La scommessa di Giorgia Meloni, ad appannaggio del proprio elettorato e per una leadership nella destra europea, è stata giocata e persa. I giornali tedeschi parlano di accordo tra la Tunisia e l’Arabia Saudita. Altri parlano di accordo con la Cina. E’ evidente che Saied ha altre opzioni e che i migranti continueranno a essere utilizzati come “merce di scambio” con la vecchia Europa.

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