Come sempre, per l’occasione, la “Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia...
A Castelfranco i funerali di Vanessa Ballan. Il Vescovo: “Speranza non toglie il dolore, silenzio dai clamori ma non da ricerca di giustizia”
“Non c’è un senso nella sua brutale uccisione. Questa è il male. E con il male non possiamo, non abbiamo il diritto di venire a patti. Ma Vanessa è accolta, abbracciata in un amore più grande, in un amore autentico, in un amore eterno. Prego il Signore che questo possa alimentare la speranza dei suoi cari. Speranza che non toglie il dolore, ma che accoglie anch’esso in un amore più grande, in un amore autentico, in un amore eterno”.
Lo ha detto il vescovo Michele Tomasi, durante l’omelia delle esequie di Vanessa Ballan, la 26enne uccisa a Spineda di Riese, con la creatura che portava in grembo, lo scorso 19 dicembre, tenutesi venerdì 29 dicembre in Duomo, a Castelfranco. Hanno concelebrato il parroco di Castelfranco Veneto, don Claudio Bosa, e il parroco di Riese Pio X, mons. Giorgio Piva e numerosi altri sacerdoti. Erano presenti il presidente del Veneto, Luca Zaia, il prefetto Angelo Sidoti, i sindaci di Castelfranco Veneto, Stefano Marcon, di Riese Pio X, Matteo Guidolin, altri numerosi sindaci, amministratori, consiglieri e assessori regionali. Migliaia le persone che hanno preso parte al rito, in chiesa e sul sagrato.
“Di colpo – ha detto il Vescovo, riferendosi al brano delle Lamentazioni di Geremia ascoltato poco prima -, la vita è stata travolta da una catastrofe che ha tolto pace e ogni benessere, a causa della quale i ricordi e i pensieri avvelenano l’anima, e manca anche il desiderio di aprire prospettive di futuro. È troppo grande quanto è accaduto, è troppo al di fuori di ogni pur pessimistica previsione. Noi non ci pensiamo davvero finché un evento simile non ci colpisce da vicino, ma non fa proprio parte della nostra natura più intima di esseri umani immaginare che ad una persona venga tolta, rubata la vita. Non c’è un motivo al mondo che giustifichi questo atto, questa violenza. Non c’è mai. Non c’è sicuramente nel caso di Vanessa e della creatura che lei portava in grembo. Ed è allora la totale insensatezza che irrompe nella vita, in una vita come le nostre, alle volte forse incoerenti, ma accolte in un senso e in un significato che le sorreggono e le portano, in un modo o in un altro, in una rete buona di relazioni e di affetti”.
Ha proseguito il Vescovo: “È bene aspettare in silenzio la salvezza del Signore. Silenzio dai clamori e dalle curiosità. Silenzio della memoria e delle emozioni più negative. Silenzio della preghiera che invoca la consolazione delle vittime e la conversione dei violenti. Non certo il silenzio della ricerca della giustizia e nemmeno il silenzio nell’impegno per una civiltà che rifiuti nelle parole, negli atti e nei fatti la violenza sulle donne, e che superi finalmente la follia di voler possedere una persona, o di volerne determinare con la violenza le scelte e le decisioni. Silenzio però che permetta all’amore – quello vero – di manifestarsi, di prendere per mano chi sta soffrendo, e di aprire prospettive di vita. È l’amore di Dio (l’amore eterno del Padre per il Figlio, che dall’Incarnazione in poi è anche profondamente umano) che permetterà a voi – cara famiglia di Vanessa, cara famiglia di Nicola – di trovare un senso nella vita, prendendovi cura gli uni degli altri – e insieme, tutti del piccolo Mattia – nel ricordo grato e riconciliato di Vanessa. Permetterà a noi tutti di riaffermare con un impegno corale le ragioni della vita, del rispetto, del dialogo a tutti i livelli della società”.