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Rapporto Legambiente: biometano, che opportunità!

Legambiente Veneto ha presentato il 17 marzo il rapporto “Le potenzialità del biometano agricolo in Veneto”, uno studio approfondito che esplora il ruolo chiave del biometano nell’economia circolare e nella lotta alla crisi climatica. È infatti indubbio, quanto necessario ribadirlo in questo momento storico, che tra le energie rinnovabili il biogas ed il biometano si presentano come una delle soluzioni da applicare con determinazione per contribuire alla transizione del settore agricolo ed energetico. Il rapporto, realizzato con il supporto tecnico-scientifico del Dipartimento di Agronomia Animali Alimenti Risorse naturali e Ambiente dell’Università degli Studi di Padova e del Consorzio Italiano Biogas (CIB), evidenzia i benefici ambientali, economici e sociali della produzione di biometano da scarti agricoli e agroindustriali.
I contenuti del rapporto sono stati illustrati dal presidente di Legambiente Veneto Luigi Lazzaro, dal prof. Lorenzo Favaro docente di microbiologia presso il dipartimento di Agronomia Animali Alimenti Risorse naturali e Ambiente dell’Università degli Studi di Padova e dalla dott.ssa Lorella Rossi responsabile dell’area tecnica del Consorzio Italiano Biogas. Alla presentazione hanno partecipato i vertici regionali delle più importanti associazioni di agricoltori con il presidente di Coldiretti Carlo Salvan, il presidente di Cia Gian Michele Passerini e il presidente di Confagricoltura Lodovico Giustiniani, il direttore dell’unità operativa gestione e centri e aziende agricole di Veneto Agricoltura Federico Correale Santacroce, il direttore generale di Legambiente Giorgio Zampetti, l’Assessore regionale all’energia e sviluppo economico Roberto Marcato e il presidente della Commissione agricoltura del Senato della Repubblica Luca De Carlo.
Il rapporto è uno degli output della campagna informativa “Biometano fatto bene” che Legambiente Veneto ha ideato ed avviato nel corso del 2024 e tutt’ora in corso, nata per sfatare i falsi miti e le fake news sulla tecnologia della digestione anaerobica della materia organica e per accompagnare la comprensione scientifica del tema fornendo agli Amministratori pubblici e ai cittadini un “vademecum” per orientarsi nella valutazione dei progetti presentati nei loro territori.
Un documento che risponde all’esigenza di conoscere ed esplorare le potenzialità del biometano in regione, con uno specifico accento sui benefici per la filiera delle produzioni agricole e agro zootecniche che “producono” scarti e sottoprodotti organici che purtroppo non vengono sempre correttamente gestiti, causando ripercussioni ambientali (come emissioni atmosferiche e potenziali inquinamenti di acque superficiali e suoli) e che invece potrebbero essere valorizzati attraverso la digestione anaerobica per la produzione di biometano e di digestato di qualità. Il rapporto chiarisce anche gli aspetti tecnologici e procedurali per fugare dubbi e allarmismi che spesso vengono diffusi, sottolineando i vantaggi ambientali legati alla produzione di biometano, come la gestione efficiente degli scarti e sottoprodotti organici, la restituzione di carbonio al suolo per combattere la desertificazione e la generazione di energia da fonti rinnovabili. Il documento analizza e quantifica anche le potenzialità del digestato, un residuo utile per la fertilità dei terreni, e promuove l’adozione di pratiche agricole sostenibili.
A questo riguardo i dati raccolti confermano con chiarezza l’esistenza di una quantità stimata di scarti agricoli disponibili nella regione (elaborata dai ricercatori dell’Università di Padova sulla base dei dati ufficiali disponibili) niente affatto irrisoria: la potenzialità regionale ancora inespressa si aggira attorno al 50%, un dato rilevante che secondo gli estensori del rapporto può aiutare a chiarire che considerare un impianto di biometano esclusivamente come uno strumento per la produzione energetica è molto limitante.
Questa tecnologia, in ragione della sua adattabilità alle dimensioni dell’azienda agricola e alla flessibilità di utilizzo di biomasse e sottoprodotti presenti sul territorio, favorisce l’instaurarsi di sinergie locali tra i principali attori della filiera. Il coinvolgimento degli agricoltori e degli allevatori in questo processo rappresenta un punto cruciale per il futuro dell’intero settore, proprio perché l’immissione in rete di energia elettrica o di biometano determina un’integrazione finanziaria quanto mai necessaria in questo momento molto difficile per il settore.