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Lo speciale. "Verso le Olimpiadi": Alessandra Patelli è pronta per la sua seconda volta

Sono giorni di carico importanti per i 26 atleti della nazionale di canottaggio in preparazione delle gare olimpiche che si terranno, per la loro specialità, a Tokyo dal 23 al 30 luglio

16/07/2021

Sono giorni di carico importanti per i 26 atleti della nazionale di canottaggio in preparazione delle gare olimpiche che si terranno, per la loro specialità, a Tokyo dal 23 al 30 luglio. La squadra è stata in raduno a Sabaudia dal 15 giugno al 9 luglio ed è volata in Giappone il 12 luglio. Il villaggio olimpico aprirà il 17, quindi gli atleti alloggeranno a 3 ore da Tokyo.

Alessandra Patelli, giovane di Conegliano, allenatasi quattro anni presso la Canottieri Sile Treviso e sette presso la Canottieri Padova, rappresenterà l’Italia come titolare nel doppio femminile.
“Sarei falsa nel dire che questo anno non mi è pesato, è stato giusto rimandare le Olimpiadi e si sta facendo ora uno sforzo enorme per farle, le regole saranno esigenti e lo sforzo organizzativo è veramente ampio - ci racconta Alessandra -. Per me la prospettiva di un ulteriore anno di allenamento a questi livelli è stata pesante, è stato un momento in cui scegliere nuovamente cosa fare. Già nel 2016 avevo smesso, nel 2017 mi sono laureata in medicina all’Università di Padova ma poi è tornata la voglia di mettermi in gioco anche se è stato difficile ripartire al 100%. Al momento del rinvio dei Giochi ho dovuto nuovamente decidere ma è stata una scelta «facile» perché mi piace arrivare fino in fondo alle cose. Quest’anno è stato pesante dal punto di vista fisico perché sono nell’anno dei 30, non sono più una ventenne ma sono riuscita comunque a fare record nei test perché alla mia età «ci si abitua» alla fatica anche se a recuperare ci metto di più”.

Alessandra è ora specializzanda in “Medicina dello Sport e dell’Esercizio fisico” all’Università di Palermo: “Dal punto di vista professionale non vedo l’ora di dedicarmi alla vita normale. Una volta rimandata l’Olimpiade mi sono data da fare, le attività in medicina dello sport erano state sospese, quindi mi sono messa a disposizione sul territorio della Ulss 2 per svolgere il contact tracing che all’inizio era sconosciuto a tutti. Il nostro allenatore ci faceva fare due test a settimana e io non volevo rimanere indietro, ho vissuto un lockdown pieno, allenandomi nel mio garage con mio moroso, Simone Martini (anche lui atleta della nazionale). Allo scoppio della pandemia siamo scappati dal raduno e ci siamo portati dei pesi, un remoergometro e una bici a casa, siamo riusciti a farci una bella palestrina, comprandoci i pesi che ci mancavano per allenarci in modo ottimale”.

“Ci tenevo a fare questa Olimpiade perché è la mia seconda - continua Alessandra Patelli - e la vivo in maniera diversa. Sono più consapevole e questo è un bene, ma anche un male: siamo sottoposti a molte pressioni seppur il nostro sport non sia «famoso». Alle Olimpiadi tanta gente ti guarda ma sarà in ogni caso molto emozionante. Per quando riguarda le regole saremo sottoposti a tampone tutti i giorni e non potremo uscire dall’albergo e vedere gli atleti di altre nazioni, sono regole giuste, ma mi dispiace perché si perde una parte importante di condivisione anche con gli avversari”.
La giovane atleta, che negli ultimi anni ha rappresentato l’Italia, anche alle Olimpiadi di Rio, nelle specialità di punta (con un remo solo), è stata recentemente passata alle specialità di coppia e presenzierà a Tokyo a bordo del doppio con la compagna Chiara Ondoli.

“Io sono nata di coppia -spiega la coneglianese - e ho un imprinting, è stato più difficile per me passare anni fa alla punta. Per entrambe tornare a remare di coppia è stato abbastanza facile pur avendo alcune parti del corpo ancora un po’ abituate alla punta ma già ora ci sentiamo più sicure e pronte ad affrontare questa sfida!”

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