Come sempre, per l’occasione, la “Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia...
Emergenza casa: più garanzie per chi affitta
Sono quasi 69 mila le case vuote in provincia di Treviso, secondo i dati Istat. Si tratta circa del 14 per cento delle abitazioni totali. Stessa percentuale tocca anche Padova, mentre a Venezia il dato sale addirittura al 17% del totale. Molte si trovano nei Comuni più periferici, la maggior parte, in ogni caso, sono di proprietà privata, ed è per questo motivo che, nella Marca, è stato accolto con favore l’ampliamento alle associazioni di rappresentanza di proprietari e e inquilini della firma dell’accordo per la promozione di una politica unitaria sul tema dell’abitare.
Si tratta di un protocollo promosso dall’associazione dei Comuni della Marca, presieduta da Paola Roma, e dal centro Studi amministrativi della Marca trevigiana presieduto da Marco Della Pietra, già sottoscritto, lo scorso novembre, dalle Istituzioni del territorio, sindacati, rappresentanti del comparto economico, terzo settore, Ater, Prefettura allo scopo di affrontare l’importante problema abitativo che incombe sul territorio. La crescente inflazione e il conseguente impoverimento di una grossa fetta della popolazione hanno messo in difficoltà molte famiglie nell’affrontare le spese per la casa. Inoltre, le poche case oggi disponibili sul mercato vengono proposte ad affitti dai prezzi vertiginosi.
“Un problema che ci sta esplodendo in mano” secondo il presidente Ater, Mauro Dal Zilio, e che ci mette di fronte a un cambiamento della società che esige “risposte differenti rispetto al passato, che non devono creare disparità fra i cittadini”.
Problema che incide non solo a livello sociale, ma anche economico, con le difficoltà a trovare negozi da affittare a prezzi accessibili, per chi vuole avviare un’attività e l’impossibilità di assumere manodopera per gli artigiani, poiché molti lavoratori, che si renderebbero disponibili, non riescono a trovare un’abitazione in cui trasferirsi, vicina al luogo di lavoro. L’allargamento della firma del protocollo a tutte le più importanti associazioni di rappresentanza di proprietari e inquilini, dovrebbe dunque servire a lavorare sulla disponibilità di alloggi da una parte e sulla correttezza dei comportamenti dall’altra.
Per questo l’accordo prevede, oltre a ciò che già era stato determinato nei mesi scorsi, e cioè la possibilità per i Comuni di avere a disposizione due alloggi di residenzialità pubblica nei quali portare avanti progetti di tipo sociale, un fondo a sostegno dell’accesso all’abitare. Il fondo è progettato in collaborazione con gli enti del Terzo settore, alimentato dai Comuni e viene erogato tramite richiesta agli uffici degli assistenti sociali. Oltre all’ambito economico, con il fattivo supposto delle spese che una famiglia deve sostenere, per la quale gli enti coinvolti si fanno garanti, una parte del fondo è gestito dal Terzo settore e serve a promuovere l’educazione all’abitare.
L’idea di fondo è quella di fornire maggiori garanzie ai proprietari, in modo tale da convincerli a immettere sul mercato almeno una parte degli immobili sfitti, che al momento rimangono chiusi e abbandonati, a causa di perplessità, reticenze e timori. Un modo nuovo di far incontrare domanda e offerta, provando a superare le difficoltà dei proprietari a decidere di mettere in affitto la loro abitazione e sostenendo i lavoratori che, avendo un lavoro, possono permettersi di pagare una locazione, ma non trovano casa o faticano a fornire tutte le garanzie richieste. Tra questi, molti lavoratori stranieri, verso i quali c’è più diffidenza.
“Spiegheremo l’accordo ai nostri associati - chiarisce Andrea Gatto, presidente dell’associazione sindacale piccoli proprietari immobiliari di Treviso -. Affrontare le locazioni con più garanzie economiche e più consapevolezza da parte degli inquilini dà la possibilità di essere meno titubanti nell’aprire la propria casa a un nuovo affittuario”.
Nel frattempo, proseguono i lavori per la realizzazione di nuovi alloggi di residenzialità pubblica grazie al progetto Pinqua (Programma innovativo nazionale sulla qualità dell’abitare) finanziati dal Pnrr). A Monigo, completati i ricollocamenti e gli sfratti negli alloggi di fronte allo stadio, al momento, il primo di dieci edifici è stato recintato, le ruspe sono al lavoro e tutto è pronto per la demolizione. Un investimento da sei milioni di euro che dovrebbe portare a 162 nuovi appartamenti.