mercoledì, 20 novembre 2024
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Csv Belluno Treviso al servizio del volontariato

La presidente Elisa Corrà e il direttore Sergio Maset hanno presentato il bilancio sociale: un milione di euro spesi nel 2022 per le associazioni

A due anni dall’entrata in vigore della riforma del Terzo settore, alle spalle il periodo più duro della pandemia, il volontariato si conta, si studia e si dà nuovi obiettivi. Lo fa il Centro servizi per il volontariato di Belluno Treviso, che ha presentato il bilancio sociale 2022. Sono intervenuti la presidente Elisa Corrà e il direttore generale, Sergio Maset.

Tra le sfide dell’ultimo anno di enti e associazioni c’è stata l’iscrizione al Registro unico nazionale del Terzo settore (Runts) che ha comportato un aumento delle complessità burocratiche. Su questo frangente, quello delle consulenze, dell’assistenza e dell’accompagnamento alle pratiche amministrative, è andata una larga fetta delle risorse del Csv, circa l’8% del milione di euro che è stato investito al servizio delle associazioni trevigiane e bellunesi. Il bilancio registra 100 mila euro in più di spese rispetto al 2021. Al primo posto fra le voci di spesa, che impiegano il 43% dei fondi (più di 452 mila euro), l’attività di promozione, orientamento e animazione, che comprende la maggior parte dei servizi del Csv, dai percorsi formativi nelle scuole alle attività di orientamento, promozione del volontariato e dell’inclusione sociale di persone fragili.

Terza voce del bilancio è stata la formazione, promossa grazie all’Università del volontariato, con lezioni in presenza, al campus Ca’ Foscari e online: 50 i relatori che in quasi 200 ore di lezione hanno formato 630 partecipanti.

Tante le progettualità portate avanti in quest’anno nei due territori. A Belluno, uno dei progetti più importanti si è concentrato su percorsi partecipati per contrastare la violenza di genere; nella Marca, due i progetti dall’impatto più rilevante: la casa per i papà separati e gli ambulatori per chi non riesce ad accedere al sistema sanitario nazionale. La prima ha permesso a cinque padri separati di trovare un posto economico e confortevole dove stare con i propri figli e ricominciare a ricostruire la propria vita dopo la fine di un matrimonio e le difficoltà economiche. “Tu vali!” e “Articolo32”, invece, sono stati ideati per favorire le persone in situazione di vulnerabilità. In collaborazione con l’Ulss2 e il sostegno della Regione Veneto, sono stati aperti un ambulatorio a Castelfranco Veneto e uno a Montebelluna, con il coinvolgimento di quaranta medici volontari. Parallelamente agli sportelli sono sorti anche dei corsi di insegnamento della lingua italiana agli stranieri.

Il Csv Belluno Treviso fornisce servizi a più di 1.900 enti del Terzo settore, più di 1.400 solo in provincia di Treviso. In tutto il Veneto, le associazioni iscritte al Runts sono più di 8.000. Tuttavia, proprio per le difficoltà burocratiche che l’iscrizione comporta, non tutte le associazioni di volontariato di sono iscritte: “La riforma del Terzo settore – ha spiegato Corrò – ha creato due binari paralleli, quello delle associazioni iscritte al Runts, e quelle che continuano a esistere e a fare volontariato anche senza l’iscrizione, che non è obbligatoria. Uno dei nostri obiettivi per il prossimo anno è quello di provare a contare le associazioni non iscritte, per dare un quadro più preciso della situazione e cercare di rappresentare tutti, poiché in quanto Csv abbiamo la responsabilità di fornire servizi a tutti”. La riforma del Terzo settore, tuttavia, ha portato con sé una istituzionalizzazione di enti e associazioni, che ora possono ambire a un ruolo di primo piano nella co-progettazione al fianco degli enti pubblici.

Il direttore Maset, invece, ha spostato la riflessione sulla questione demografica: di fronte all’invecchiamento della popolazione, uno dei nuovi obiettivi che si pone il Csv è quello di coinvolgere nelle attività di volontariato non solo i ragazzi, ma quella popolazione adulta, dai quarant’anni in su che può creare una rete per l’invecchiamento attivo. “Temi con cui il Csv Belluno Treviso dovrà confrontarsi sin d’ora riguardano certamente il rapido invecchiamento della popolazione e l’aumento delle persone sole”, la considerazione. Guardando all’evoluzione della popolazione per età, si assiste, negli ultimi vent’anni, a un aumento esponenziale della fascia d’età 40-64 (da 261.312 persone nel 2002 a 331.062 nel 2023 per Treviso), mentre parallelamente si registra la stabilità delle fasce 0-14 e 15-39 per Treviso e un netto calo a Belluno. Sarà, dunque, alla fascia di quanti hanno oggi 40-64 che dovrà prestare particolare attenzione il Csv, proiettando il pensiero tra un decennio, quando vi sarà un sicuro aumento dei bisogni sociali. Infatti nel 2031 si prevede che la popolazione degli oltre 65enni passi in provincia di Treviso dagli attuali 205 mila a 245 mila. Crescerà, inoltre il numero delle coppie senza figli nel territorio veneto (+11%) come anche le persone sole di sesso femminile (+12%). Per questo motivo il Csv ritiene necessario promuovere “l’inclusione della fascia di popolazione in età matura 40-64 all’interno di percorsi di volontariato, partecipazione attiva e impegno civile.

Con lo scopo di: rafforzare l’inserimento delle persone in reti e aumentarne l’efficacia, sostenere un invecchiamento attivo, aumentare la partecipazione alla vita sociale locale e promuovere con gli enti locali e le istituzioni un tavolo di accompagnamento alla transizione demografica: digitalizzazione e invecchiamento, servizi sociosanitari per la casa come luogo di invecchiamento, adeguamento delle abitazioni per un invecchiamento in sicurezza e maggiormente autonomo”.

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