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Avis, aumentano le donazioni, ma va favorita la raccolta di plasma

Sabato 23 marzo a Mansuè si è svolta la sessantasettesima Assemblea di Avis Provinciale Treviso, davanti a 300 soci delegati, in rappresentanza delle 88 Avis Comunali della Marca Trevigiana. A curare l’organizzazione dell’assemblea, l’Avis Comunale di Mansuè in collaborazione con le Avis di Gaiarine, Fontanelle e Portobuffolè. Il presidente Stefano Pontello, alla guida di Avis Provinciale Treviso, ha relazionato sui dati del bilancio associativo relativi al 2023 e sulle prossime sfide strategiche per preservare la continuità della filiera del dono ancor più sollecitata dall’apertura della Cittadella della Salute, il nuovo polo ospedaliero trevigiano che sta potenziando l’attività chirurgica e con essa quella trasfusionale

Sabato 23 marzo a Mansuè si è svolta la sessantasettesima Assemblea di Avis Provinciale Treviso, davanti a 300 soci delegati, in rappresentanza delle 88 Avis Comunali della Marca Trevigiana. A curare l’organizzazione dell’assemblea, l’Avis Comunale di Mansuè in collaborazione con le Avis di Gaiarine, Fontanelle e Portobuffolè.

Il presidente Stefano Pontello, alla guida di Avis Provinciale Treviso, ha relazionato sui dati del bilancio associativo relativi al 2023 e sulle prossime sfide strategiche per preservare la continuità della filiera del dono ancor più sollecitata dall’apertura della Cittadella della Salute, il nuovo polo ospedaliero trevigiano che sta potenziando l’attività chirurgica e con essa quella trasfusionale. La sfida del 2024: aumentare la raccolta di plasma data la contrazione della disponibilità di plasma a livello internazionale e l’incremento di farmaci e terapie basate sul suo utilizzo.

I dati del bilancio: il 2023 ha registrato una raccolta complessiva di 45.986 sacche con un incremento del 1,05% rispetto all’anno precedente, pari a 480 donazioni in più (l’aumento maggiore, pari al 4,99% pari a 378 unità riguarda il plasma). Nel dettaglio, delle 45.986 unità totali: 36.852 sono le sacche di sangue intero, 7.947 di plasma e 1.187 di piastrine. I soci donatori sono complessivamente 32.407. I nuovi donatori sono 2.291 (294 in più se raffrontiamo il dato del 2022).

«Il bilancio è positivo e attesta che siamo sempre riusciti a rispondere alle richieste di sangue provenienti dal sistema sanitario, garantendo il fabbisogno. Per il 2024 ci aspetta una sfida ancora più grande» sottolinea Stefano Pontello, presidente dell’Avis Provinciale di Treviso «il Crat del Veneto (che coordina le attività trasfusionali regionali) ha assegnato alla nostra provincia il compito di incrementare la raccolta di plasma dal quale derivano gli emoderivati, in particolar modo le immunoglobuline, sempre più utilizzate nella cura di diverse patologie, oltre all’emofilia e alla talassemia. Siamo pronti a centrare questo obiettivo, tuttavia, per riuscirci, torniamo a chiedere la collaborazione di Ulss e Regione per potenziare il personale medico e infermieristico nei centri trasfusionali, in particolar modo nei fine settimana, quando la disponibilità dei nostri donatori è maggiore e in continuo aumento».

Solo così si potrà compensare quanto avvenuto nel post-pandemia, quando le industrie di lavorazione del plasma hanno registrato un calo del 25% circa del plasma disponibile proveniente dagli Stati. Una penuria di disponibilità che vede ora l’Avis particolarmente impegnata nel promuovere la donazione di plasma nei centri trasfusionali del territorio dove però deve essere implementata questa opportunità agevolando donatori e donatrici.

Ad oggi, infatti, la possibilità di prenotazione per una donazione di plasma nel weekend registra un’attesa di almeno un mese.

«Riteniamo» conclude il presidente Pontello «che si debba agevolare in ogni modo l’accesso alla donazione da parte dei nostri donatori che, in un momento di ripresa economica e produttiva, faticano ad accedere nei giorni feriali al servizio di raccolta messo a loro disposizione dalla struttura pubblica, preferendo il fine settimana. Un aspetto che va tenuto in debita considerazione, poiché, solo così, la filiera del dono potrà continuare a soddisfare nel migliore dei modi la domanda proveniente dalle aziende sanitarie e rispondere a chi ne ha bisogno. Il nostro grazie più sentito va ai donatori, alle donatrici, a tutti i volontari, al personale sanitario e all’ufficio di chiamata che quotidianamente si impegnano per il dono».

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