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Gli influencer e il velo di Maya

Non è tutto oro ciò che luccica
27/09/2024

Si sa che quando si proibisce qualcosa, mediamente vien voglia di farla, considerando, ad esempio, la carriera di influencer.

Si chiama così, anche se in Internet alcuni influenzano e altri ispirano.

Preferisco ovviamente i secondi, perché farsi influenzare è da persone inconsapevolmente schiave e farsi ispirare è da persone consapevolmente libere.

Inoltre, è giusto non fare di tutta l’erba un fascio: sappiamo che il personaggio famoso che faceva i Caroselli si è molto trasformato grazie all’influencer marketing, per cui un marchio investe in certi influencer per promuoversi.

Certo, al tempo della pubblicità il personaggio era famoso perché bravo nel suo lavoro... non perché si lavava i denti in una diretta su Instagram, ma ora funziona così.

Il punto è che milioni di persone al mondo, soprattutto bambini e giovani, (che si ritengono fondamentalmente dei perdenti) seguono altre persone (che considerano fondamentalmente dei vincenti), che si riprendono con foto e video mentre stanno facendo qualcosa di banale o di strano o di pericoloso, ma mai di importante.

Per intenderci, se stessero facendo qualcosa di importante, per esempio il bagnino che salva dall’annegamento qualcuno, ci sarebbe qualcun altro, eventualmente, a riprenderlo.

Detto questo, vediamo i pro. Sei imprenditore di te stesso e se hai talento, perché un certo tipo di talento specifico, che non tutti hanno, è assolutamente necessario, guadagni molti soldi in relativo breve tempo e sei universalmente considerato una persona che ce l’ha fatta. Non poco.

I contro di cui tener conto. Sei imprenditore di te stesso.

Se hai talento e fai qualcosa che funziona, una volta in rete non sarà più tuo perché sarà immediatamente plagiato. Se non hai talento, puoi rimanere su Internet e chiedere alla nonna di andare a stare da lei.

Devi sgobbare quotidianamente anche controvoglia, con regolarità e novità, per non scomparire tra i miliardi di contenuti esistenti.

Chiunque ti segua, anche se non è un leone da tastiera che ti insulta, è una persona che vorrebbe essere al posto tuo... le “good vibes” (riscontri positivi) dei follower non sono poi così good.

Avere “haters” è necessario perché incrementa la popolarità e restituisce un’immagine di bella persona ingiustamente attaccata.

Devi, però, tenere continuamente d’occhio il “debunking”, cioè la ricerca di qualsiasi incoerenza nell’influencer per distruggerne la credibilità, fatto da veri e propri professionisti.

Non puoi permetterti di staccare, né per una piccola vacanza, né per malattia, a meno che non sia fatale. In questo caso, il web è pronto con il “guarda l’ultimo video di Tizio” dove si dovrebbe vedere come Tizio fosse tutto sommato messo bene fino a tre giorni prima.

Infine, molti confondono gli influencer con i cosiddetti “sex worker”, anche se i primi utilizzano la propria immagine per vendere un prodotto, mentre i secondi sono il prodotto.

Si tratta per lo più di giovani, anche minorenni, che per generare profitti ricorrono alla condivisione di contenuti sessualmente espliciti.

Chissà che il velo di Maya, ciò che nasconde la realtà delle cose, non sia leggermente sgualcito.

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