Come sempre, per l’occasione, la “Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia...
Sanzioni se Fido sporca e il suo padrone non pulisce
Chi possiede un animale domestico, specialmente un cane, e lo porta a spasso, ogni giorno deve fare i conti con l’irrefrenabile necessità di Fido di “sporcare” dappertutto, magari su marciapiedi, strade, lampioni, pareti di edifici.
A cosa va incontro il padrone che non pulisce? Non esiste, a oggi, una legge nazionale in tema di raccolta delle deiezioni animali, ma questo non significa che non ci siano delle sanzioni per chi non pulisce.
Iniziamo col dire che pulire dove l’animale sporca è un dovere sociale rispondente al rispetto della cosa collettiva, dell’igiene e salubrità pubblica e delle fasce deboli della popolazione che potrebbero subire dei danni alla salute (si pensi a un soggetto ipovedente che potrebbe scivolare proprio sui bisogni lasciati dall’animale). Quindi, al di là delle regole, è prima di tutto buona educazione dotarsi di tutti gli strumenti necessari a pulire dove il nostro animale ha sporcato.
Detto ciò, la normativa di riferimento è quella locale, perché è il Comune che ha il dovere di provvedere alla cura, pulizia e manutenzione delle strade. Quindi ci si deve riferire a regolamenti e ordinanze comunali che possono disciplinare i comportamenti da tenere e le sanzioni in caso di inosservanza. Nell’adottare questi provvedimenti, l’ente locale si deve attenere a quanto disposto dall’art. 7 bis del D. Lgs. 267/2000 a norma del quale per le violazioni delle disposizioni dei regolamenti comunali e provinciali si applica la sanzione amministrativa pecuniaria da 25 a 500 euro.
Di solito, a livello comunale, è il Regolamento di Polizia urbana che impone l’obbligo di raccogliere le deiezioni degli animali e di pulire laddove sporcano e stabilisce le sanzioni per chi non osserva le norme.
Tale obbligo si riferisce non solo al proprietario dell’animale, ma anche a chi lo detiene temporaneamente e, ciò, in linea con quanto dispone l’art. 2052 del Codice civile prevedendo la responsabilità per i danni cagionati dall’animale anche in capo a colui che lo detiene o lo ha in custodia per un tempo determinato.
Pur nel rispetto dei principi generali dell’ordinamento, l’ente locale ha la più ampia discrezionalità nello stabilire i doveri comportamentali dei cittadini con riferimento all’igiene e alla pulizia del suolo pubblico.
E’ di qualche giorno fa la notizia che il nuovo Regolamento di Polizia urbana del Comune di Vittorio Veneto istituisce l’obbligo per i possessori di cani di lavare con l’acqua la pipì che Fido ha lasciato su marciapiedi, piazze, sottoportici o davanti alle attività commerciali, pena, appunto, l’irrogazione di una multa fino a 500 euro.
Un po’ tutti i Comuni d’Italia si sono dotati, o lo faranno via via, di norme di questo tipo le quali, al di là dell’aspetto sanzionatorio, possono fungere da deterrente ed educare i proprietari di animali a una maggiore consapevolezza delle proprie responsabilità.