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Dall’Europa procedura d’infrazione sull’Assegno unico. Bordignon: “Non si tocca”

“Il Governo deve avere la capacità di spiegare la vera natura della misura, difenderla a oltranza e anzi investirci maggiori risorse - afferma il presidente del Forum delle associazioni familiari -. L’Assegno unico, infatti, essendo universale, non è tanto una misura di assistenza sociale, quanto piuttosto un intervento a favore della natalità, un investimento per le generazioni future”

“L’Assegno unico non si tocca, perché è la prima vera politica strutturale per la famiglia e la natalità del nostro Paese. In merito alla procedura d’infrazione relativamente a tale strumento, l’Europa, dimostra la sua lontananza rispetto ai bisogni e alle necessità delle proprie comunità, che stanno vivendo un grave tempo di inverno demografico”.

Lo ha dichiarato in una nota Adriano Bordignon, presidente del Forum delle associazioni familiari in merito alla procedura di infrazione avviata dalla Commissione europea, nei confronti dell’Italia, per quanto riguarda la misura dell’Assegno unico per i figli a carico.

La Commissione europea, infatti, ritiene che la richiesta di due anni di residenza e il requisito del vivere “a carico” siano discriminatorie. Il Governo ha due mesi di tempo per rispondere ai rilievi dell’Europa.

“Il Governo deve avere la capacità di spiegare la vera natura della misura, difenderla a oltranza e anzi investirci maggiori risorse - prosegue Bordignon -. L’Assegno unico, infatti, essendo universale, non è tanto una misura di assistenza sociale, quanto piuttosto un intervento a favore della natalità, un investimento per le generazioni future. Come tale - prosegue il presidente del Forum delle associazioni familiari - è naturale che la normativa di uno Stato membro, come l’Italia, debba preoccuparsi di evitare il cosiddetto «welfare shopping», cioè la pratica dei «frontalieri dei sussidi». Infatti, quella in discussione è una norma antiabuso, che è tipica di interventi di politica economica e demografica rientranti fra le competenze degli Stati nazionali”.

La procedura d’infrazione aperta dalla Commissione europea, conclude Bordignon, costituisce un’indebita interferenza, che rischia di danneggiare le famiglie italiane, per l’incapacità della Commissione di comprendere la portata strategica, economica e non solo sociale, degli interventi di politica demografica”.

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