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Stati generali a Verona: i sindaci resistono

Comuni alle prese con Pnrr, migrazioni, ristrettezze di bilancio. Da Conte non mancano segnali al Governo

L’incontro annuale tra tutti i sindaci del Veneto, per confrontarsi sulle principali criticità dei Comuni, si è tenuto quest’anno nella sala Gran Guardia, il 22 settembre scorso, a Verona. Gli Stati generali dei sindaci del Veneto hanno voluto anche mandare segnali al Governo, in vista della redazione della Legge di Bilancio 2024.

Tommasi: “Fare squadra”

Il saluto iniziale è toccato al sindaco di Verona, Damiano Tommasi: “Per me è un orgoglio ospitare questa assemblea. Credo che queste siano le occasioni in cui le tante parole che si usano per parlare di territori e comunità, di capillarità della presenza delle istituzioni, di vicinanza coi nostri cittadini e cittadine, trovino concretezza per un confronto serio sui temi che ci coinvolgono tutti i giorni. Se si fa squadra, si riescono a trovare soluzioni che non vengono condizionate da posizionamenti politici o da ideologie. L’associazione nazionale dei Comuni, Anci Veneto, ha il compito di raccogliere le voci di tutti, trasversali, cariche di esperienza sul campo. Il senso di queste giornate non è solo segnalare problemi, ma soprattutto proporre e confrontare soluzioni”.

L’allarme di Conte

Particolarmente severo l’intervento di Mario Conte, presidente di Anci Veneto e sindaco di Treviso: “Si è chiusa un’estate complessa: i temi sul tavolo delle istituzioni, e in particolare di noi sindaci, erano e sono ancora molteplici. I flussi migratori, le emergenze economiche e sociali, i cantieri Pnrr, il mantenimento dei servizi a fronte delle ristrettezze di bilancio: tante volte i sindaci sono stati chiamati in causa, sia per l’esigenza dei cittadini di trovare risposte concrete e tempestive, sia perché i sindaci hanno assunto un peso sempre più rilevante nel processo decisionale. In Veneto abbiamo dimostrato come, nonostante le tante difficoltà, i cantieri Pnrr procedano secondo i tempi stabiliti con l’80 per cento delle opere già aggiudicate, avviate o concluse. Se i Comuni veneti riescono a essere così virtuosi nell’attuazione di un Piano nazionale, pensate a cosa potrebbero fare se fosse riconosciuta finalmente l’autonomia”.

La sfida del Pnrr

“I progetti Pnrr portati avanti dai Comuni - ha proseguito il presidente Conte - sono oltre cinquecento per infrastrutture sociali, scuole, strade, transizione ecologica e pianificazione urbanistica, digitalizzazione. In totale 833.997.156 euro. A cantieri aperti, o a opere già appaltate, nessuno potrà dire «stop», perché i finanziamenti che prima c’erano improvvisamente non ci sono più, e non sono stati sostituiti”.

Riguardo al fenomeno migratorio il presidente regionale ha ribadito: “Le grandi strutture collettive non fanno altro che portare disagi che poi ricadono sulle nostre comunità. Vogliamo assolutamente scongiurare un’altra situazione come quelle di Cona e Bagnoli”.

Il documento finale

Questo l’elenco dei problemi e delle proposte inserite nel documento finale approvato dagli Stati generali: preoccupazione per le revisione del Pnrr; proposta di una quota verticale per il fondo solidarietà comunale e il ripristino dei fondi per i piccoli Comuni; preoccupazione per nuovi centri di accoglienza migranti; delicata frammentazione dei fondi per il sociale, individuazione di strumenti ai Comuni per l’emergenza abitativa, richiesta di nuove assunzioni di personale e di segretari comunali, incremento del fondo nazionale trasporti; rilancio della capacità di coordinamento della Provincia; sindaci come motore dell’autonomia e del processo federalista; richiesta di semplificazione burocratica; riforma dell’abuso d’ufficio; ineludibile scelta della sostenibilità; protezione e tutela dei sindaci dalle aggressioni.

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