Come sempre, per l’occasione, la “Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia...
Elezioni per il sindaco: benvenuti al festival delle liste civiche
Se un elettore di un qualsiasi Comune del nostro territorio si risvegliasse da un letargo durato quarant’anni, avrebbe non pochi problemi a orientarsi per scegliere il suo sindaco. Qualche decennio fa, i simboli erano, in gran parte, gli stessi delle elezioni Politiche: la Democrazia cristiana, ma anche il Partito socialista, o il Partito comunista, erano quasi sempre presenti, anche nei Comuni più piccoli. Chi, invece, volge lo sguardo all’elenco di liste e candidati nei 43 Comuni del nostro territorio, dove si voterà per il sindaco sabato 8 e domenica 9 giugno, vede un’infinita varietà di liste civiche, spesso con il nome ben stampato dell’aspirante primo cittadino. Un processo in atto da lungo tempo, ma oggi arrivato a una copertura quasi totale, dato che anche l’unico partito che abitualmente non si “nascondeva” in altri simboli, la Lega, ha, invece, iniziato a farlo, date le recenti disavventure elettorali. Dunque, nel festival delle liste civiche è difficile fare delle valutazioni sulle elezioni.
Si badi bene, il più delle volte si tratta di “civiche mascherate”, e i partiti che le appoggiano sono perlopiù ben visibili. In ogni caso, però, la situazione appare frammentata e, spesso, i personalismi si incrociano con le tensioni presenti tra le forze politiche, soprattutto tra quelle di centrodestra.
In questo inserto, cerchiamo di fare un po’ di chiarezza, e di presentare i candidati in lizza in ognuno di questi 43 Comuni del nostro territorio diocesano, sei dei quali con più di 15 mila abitanti (Mogliano Veneto, Preganziol, Paese, Noale, Scorzè, Spinea).
Questo turno amministrativo, comunque, darà importanti risposte alle forze politiche, visto il numero dei Comuni coinvolti. Si va al voto, tra l’altro, dopo alcune non secondarie modifiche legislative: in primo luogo, nei Comuni con meno di 15 mila abitanti, è possibile la candidatura di un sindaco uscente per un terzo mandato. In secondo luogo, se il candidato è uno solo, la sua elezione è valida se si raggiunge il 40% dei votanti, e non più il 50%. Ecco alcuni aspetti che maggiormente risaltano, guardando alle candidature.
Tensioni nel centrodestra
Il centrodestra appare favorito nella maggioranza dei Municipi. Ma il panorama è molto diverso da cinque anni fa, quando la Lega manteneva in modo saldo le redini della coalizione. Ora, la situazione tra Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia è di maggiore equilibrio. Non mancano tensioni e clamorose spaccature, dovute in qualche caso anche al ritorno di qualche ex sindaco. Così, il centrodestra appare spaccato, per esempio, a Scorzè, Noale, Spinea, Quinto, Pederobba, Caerano, Morgano, Tombolo, solo per fare alcuni esempi. Spesso, le spaccature celano un confronto tra Lega e Fratelli d’Italia.
La fragilità della sinistra
Per il centrosinistra, le elezioni di dieci anni fa, in piena era renziana, erano state un mezzo trionfo, anche a livello amministrativo. Oggi, le speranze sono soprattutto legate all’onda lunga di quel successo, e alla speranza che i cittadini diano atto a quei sindaci e alle loro squadre di aver amministrato bene. In contesti diversi, però, il centrosinistra fatica a essere competitivo, in molti contesti non è neppure presente, o lo è in modo “trasversale”, insieme a “pezzi” di centrodestra (alcuni esempi: Loria, Riese, Salgareda, San Zenone degli Ezzelini). A Roncade, il Pd è stato gentilmente pregato di stare fuori dalla lista della squadra di maggioranza uscente.
Il numero dei candidati
Nei 43 Comuni del nostro territorio, i candidati sindaco sono 102, quasi invariati rispetto ai 106 di 5 anni fa, con un Comune in più (San Martino di Lupari). Solo in due casi (Noale e Pieve del Grappa) abbiamo quattro candidati, nella maggior parte sono due o tre. Passano da due a tre i Comuni con un solo candidato: si tratta di Ormelle, Massanzago e Villa del Conte. Insomma, i cittadini si trovano spesso davanti a un quadro “semplificato”, ma bisogna riconoscere che manca quella “voglia di partecipare” che era, invece, più presente qualche anno fa. Rispetto al 2019, cresce leggermente il numero delle donne che si candidano a guidare il Comune: da 31, si passa a 34, e alcuni confronti saranno tutti al femminile (Paese, Riese, Carbonera, Trebaseleghe).
Secondo e terzo mandato
Sono 22 i sindaci che si ripresentano per un secondo mandato, 6 quelli che si propongono per la terza volta consecutiva (comprendendo la sindaca di Ponte di Piave, Paola Roma, che in realtà aveva interrotto la sua prima esperienza a causa del commissariamento del Comune). Ci sono anche otto ex sindaci che, dopo una pausa, sono nuovamente in corsa. Nella maggior parte dei casi, contro la lista o le forze politiche che li avevano candidati. Clamorosi, in questo senso, i casi di Scorzè, Spinea, Quinto, Morgano, Salgareda.
COME SI VOTA
Comunali. Nei Comuni con più di 15 mila abitanti si vota per il sindaco e per una lista, con la possibilità di dare il proprio consenso a un candidato diverso rispetto a quello della lista prescelta (è il cosiddetto voto disgiunto). Le preferenze ai candidati consiglieri (fino a due se date ai candidati di sesso diverso) devono, invece, essere date all’interno della lista votata. In questi Comuni si tornerà a votare per il ballottaggio il 22 e 23 giugno, nel caso nessuno candidato superi il 50 per cento dei consensi.
Nei Comuni con meno di 15 mila abitanti ogni candidato sindaco è sostenuto da una sola lista; voto alla persona e al simbolo devono coincidere. Anche in questo caso, è possibile la doppia preferenza di genere.
Europee. Si vota con il sistema proporzionale, tracciando un segno sul simbolo prescelto e dando fino a un massimo di tre preferenze, purché alternate a livello di genere.