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Nuova pala a Zianigo, in preghiera con Bakhita

In occasione del 150° della nascita, la comunità parrocchiale ha pensato di rappresentare due momenti straordinari della sua vita di fanciulla, prima schiava, poi libera, con un’opera della pittrice Luisa Danesin.

Già nel 1931 fu scritta, ad opera di suor Ida Zenolin una biografia di suor Giuseppina Bakhita dal titolo “Storia meravigliosa”. La vita di Bakhita è stata tanto sofferta, semplice e umile quanto meravigliosa. Il film uscito qualche anno fa non ha aiutato a comprendere la natura profonda della sua personalità e tanto meno della sua santità.

Come molti sapranno i suoi primi 4 anni da persona libera (1885-1888), dopo la schiavitù in Sudan, li trascorse a Zianigo di Mirano dove faceva la bambinaia della piccola Mimmina, figlia dei signori Michieli. La signora Turrina, una russa ortodossa sposa di Augusto Michieli, commerciante di legnami in Africa, pur essendo una buona donna non mandò né a scuola né a catechismo la giovane Bakhita.

A Zianigo non è rimasto molto della vita di Bakhita: una edicola presso la casa signorile (ora sostituita) dove abitava in Via Righi e in chiesa parrocchiale un dipinto di Bakhita già suora canossiana professa (ad opera del pittore Bonaldo).

In occasione del 150° della nascita, la comunità parrocchiale ha pensato di rappresentare due momenti straordinari della sua vita di fanciulla, prima schiava, poi libera, con un’opera della pittrice Luisa Danesin.

Sullo sfondo della pala appare un “angelo” che la proteggeva lungo la marcia degli schiavi. Bakhita con un’amica era riuscita a sfuggire ai suoi negrieri. Le due piccole hanno vagato nella foresta per alcuni giorni in cerca del proprio villaggio. Di notte, per sfuggire alle bestie, si rifugiavano sopra degli alti alberi. Così Bakhita commenterà questo momento drammatico: “Sono stata razziata, battuta e inseguita… Ho intravisto la libertà e fui ripresa, legata in ceppi e catene… Il mio corpo è tutto una cicatrice. Fui rispettata dal leone della foresta, mentre gli uomini mi ripresero e mi vendettero come una cosa. Tuttavia, mi sono sentita protetta da un Essere Superiore, nonostante io non lo conoscessi. Lo sentivo in cuore senza sapere chi fosse, ora lo conosco e sono tutta sua… Grazie. Grazie mio Dio”.

In primo piano, invece, si può contemplare il momento dell’incontro di Bakhita con il Signore, attraverso il crocifisso donatole dal fattore Illuminato Checchini. Così commenterà Bakhita quell’incontro con l’uomo Gesù in croce: “Nel darmelo lo baciò con devozione, mi spiegò che Gesù Cristo figlio di Dio era morto per noi. Io non sapevo chi fosse, ma spinta da una forza misteriosa lo nascosi per paura che la signora Turrina me lo prendesse. Ricordo che di nascosto lo guardavo e sentivo una cosa – ma che non sapevo spiegare”.

Bakhita testimonierà la speranza: “Io sono definitivamente amata e qualunque cosa accada io sono attesa da questo amore. E così la mia vita è buona”.

La conoscenza e la devozione verso santa Giuseppina Bakhita in Africa e in America latina ha avuto uno sviluppo eccezionale, ci sono centinaia di chiese, ospedali, scuole, case di accoglienza a lei dedicate.

A Zianigo sono arrivati diversi gruppi, anche stranieri, ragazzi di catechismo a conoscere chi è veramente Bakhita e la sua storia di santità, la santità della vita quotidiana. La parrocchia è felice di accogliere altri gruppi che desiderassero avvicinarsi a questa santa “meravigliosa” e chiedere nella preghiera la sua intercessione. Per info: 041430411 o 3204103149.

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