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Miranese, dopo le Amministrative avanti tutta con l'Unione
La più grande unione dei comuni d’Italia si sta costituendo alle porte di Venezia. Si chiama Unione dei comuni del Miranese, ha già un atto costitutivo e uno statuto. Centoventimila abitanti tra Padova e Venezia, la quarta città del Veneto tra Martellago, Mirano, Noale, Salzano, Santa Maria di Sala e Spinea.
La più grande unione dei comuni d’Italia si sta costituendo alle porte di Venezia. Si chiama Unione dei comuni del Miranese, ha già un atto costitutivo e uno statuto. Centoventimila abitanti tra Padova e Venezia, pomposamente si definiscono la quarta città del Veneto. Martellago, Mirano, Noale, Salzano, Santa Maria di Sala e Spinea questi i comuni che hanno avviato l’Unione e che da subito partiranno con gruppi di lavoro misti, dipendenti e politici, che valuteranno come gestire i tre settori che per ora si è deciso di unire, ovvero Polizia locale, Protezione civile e Risorse umane. Non è una partenza sprint: catasto, ufficio tecnico, servizi sociali e altri per ora restano fuori, del resto così si è fatto anche nelle Unioni che sono già partite. Si tratta di una prima fase di convivenza che potrebbe poi essere allargata.
Le recenti Amministrative hanno consegnato una certa omogeneità politica per l’Unione, che si estende per 150 chilometri quadrati. Infatti, tranne Santa Maria di Sala, le altre amministrazioni sono tutte di centrosinistra, aggregazione da sempre piuttosto favorevole alle Unioni, anche se con alcune eccezioni nel passato, come quella del comune di Monfumo. Si deve riconoscere d’altro canto che il sindaco sconfitto a Noale Celeghin, di area centrodestra, era stato uno dei più convinti sostenitori dell’Unione.
L’Unione dovrebbe dare anche maggior peso politico a questo territorio, non si deve dimenticare che i sei comuni sono fra i 44 che costituiranno la città metropolitana di Venezia e già alla prima riunione, il 6 maggio, si sono presentati come Unione dei Comuni del Miranese.
Anche nei riguardi dell’Europa, di Bruxelles, in concreto dei fondi messi a disposizione dalla comunità, l’Unione aspira ad avere un rapporto più preciso e favorevole. A questo si devono aggiungere i vantaggi che arriveranno dalle possibilità di sforare, come indica la Regione Veneto, il patto di stabilità. Tutta la legislazione approvata nei primi mesi del 2014 va nella direzione di privilegiare le Unioni e quindi si aprono prospettive anche nei rapporti con lo Stato centrale. Senza calcolare eventuali ulteriori introiti, uno studio quantifica in 281mila euro i vantaggi economici che potrebbero però salire fino a 452mila euro. L’unione dei Comuni del Miranese è in buona compagnia. In Italia infatti sono 367 le Unioni censite a maggio 2012 e coinvolgono 1.851 Comuni italiani (il 21% del totale), per una popolazione complessiva di 7.215.746 abitanti. Circa un decimo degli italiani vive in una Unione di comuni.
Pavanello e Andreotti: progetto importante
Il sindaco di Mirano Maria Rosa Pavanello guarda con fiducia all’Unione, senza però nascondere le difficoltà di una convivenza nuova e per nulla scontata. Non si perde in lunghe dichiarazioni ma va all’essenziale: “Ora tutti abbiamo votato lo Statuto e camminiamo secondo le scadenze che ci siamo dati. Abbiamo organizzato tre moduli operativi uno per ogni funzionalità Polizia locale, Protezione civile, Risorse umane che abbiamo deciso di mettere insieme”.
Si dovranno eleggere anche i consiglieri dell’Unione e individuare i componenti dei gruppi di lavoro incaricati di studiare e realizzare i diversi aspetti dell’Unione: tutto dovrà avvenire, per legge, senza ulteriori indennità. “E’ stata una scelta trasversale. Il dibattito è stato lungo e approfondito e il consenso è arrivato. Ora tocca lavorare e mettere in pratica. Del resto dopo il decreto Delrio e quello sulle gare per acquisti aggregati mi pare che non ci sia alternativa alle collaborazioni e alle unioni. Stando fermi si perdono quei risparmi e quei vantaggi economici offerti dalle unioni di cui i comuni hanno bisogno per continuare a garantire tutti i servizi”.
Pienamente convinta anche l’ultima arrivata tra i sindaci dell’Unione, Patrizia Andreotti, che domenica scorsa ha ricevuto il mandato quinquennale dai cittadini di Noale.
“L’Unione andrà avanti per quanto mi riguarda - dice all’indomani della sua elezione -. E’ una decisione già presa che anch’io e i miei compagni, allora all’opposizione, abbiamo sostenuto con il voto favorevole. Il particolare è forse poco noto, ma la proposta di statuto fatta dal precedente sindaco Celeghin non sarebbe passata senza i nostri quattro voti determinanti. Quello che finora a mio avviso è mancato è stata l’informazione alla cittadinanza, nessun incontro pubblico a Noale per far conoscere l’Unione ai cittadini”. Giustamente la nuova sindaca dice che in questi giorni dovrà guardarsi attorno, capire meglio il bilancio e le diverse implicazioni dell’Unione. “Non c’è dubbio però che è un’opportunità di fare rete, così si possono ottenere risparmi e migliorare la qualità dei servizi. So già che fare il bilancio sarà una lotta all’ultimo euro risparmiato, per cui spero che l’Unione confermi le economie annunciate per consentirmi di liberare ulteriori risorse per i servizi ai cittadini”.