Come sempre, per l’occasione, la “Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia...
Meolo, quarant'anni di scautismo: occasione formativa
Oggi il gruppo è composto da circa 140 iscritti; una crescita evidenziata anche da alcune esperienze proposte in questi mesi. Stefano Roiter, uno dei primi Capi Scout di Meolo, ci racconta alcuni particolari di questi quarant’anni.
E’ il 16 febbraio 1977 quando il Consiglio pastorale di Meolo approva la proposta del vicario parrocchiale, don Antonio Pizzol, di costituire un Riparto di esploratori scout. E’ l’inizio di un cammino che dura da 40 anni, durante i quali il Gruppo è cresciuto. Oggi è composto da circa 140 iscritti; una crescita evidenziata anche da alcune esperienze proposte in questi mesi perché il 40° potesse essere anche occasione formativa. Ci sono già stati due incontri con relatori che lavorano nell’ambito giovanile, il primo destinato ai capi scout, incentrato su come i ragazzi siano una risorsa, un potenziale che va aiutato a svilupparsi; il secondo aperto a tutti, dal titolo: “Educare oggi: sfide e opportunità di crescita”, per delineare i bisogni evolutivi di bambini e ragazzi: ciò che cercano loro, ciò che offrono gli adulti. L’11 febbraio c’è stata poi la festa dei genitori con scenette presentate dai ragazzi per ricordare il cammino fatto, mentre il 16 febbraio, con una santa messa, tutti gli scout di Meolo hanno voluto ringraziare il Signore di averli accompagnati per tutto questo tempo.
Stefano Roiter, uno dei primi Capi Scout di Meolo, ci racconta alcuni particolari di questi quarant’anni.
Com’è nata l’esigenza di costituire un gruppo Scout a Meolo?
Nel 1976 arriva a Meolo don Antonio (per noi scout “Vento del Mezzogiorno”), il quale si rende conto che le attività all’interno dell’oratorio dovevano puntare di più sulla formazione dei ragazzi e dei giovani. Nasce un Riparto scout aderente alla Federazione dello scoutismo europeo (Fse); inizialmente c’era un po’ di diffidenza, questo nuovo gruppo pareva dare un’immagine militaresca; poi pian piano ci siamo guadagnati un po’ di fiducia e attenzione all’interno della comunità sociale e parrocchiale, facendo intendere che lo scautismo è essenzialmente un movimento educativo che mira alla crescita dei ragazzi aiutandoli a diventare buoni cristiani e buoni cittadini.
A chi sentite di dover dire il vostro grazie?
Prima di tutto ringraziamo il Signore, e non è retorica perché veramente a volte in momenti difficili ci siamo sentiti presi per mano ed accompagnati nel nostro cammino; Lui è la mente che si è servito delle mani del fondatore dello scautismo Baden Powell e di tutti i capi che si sono succeduti finora. Un grande grazie anche alla nostra comunità parrocchiale che ci sostiene e ci permette di svolgere le nostre attività facendo attenzione, tramite un continuo dialogo, a non sovrapporre le nostre attività con quelle proposte dalla parrocchia. Grazie anche a tutti i capi unità che dedicano tempo, risorse ed energie e che credono in questa grande avventura. Anche se il contesto sociale di oggi rispetto a 40 anni fa è certamente più problematico e impegnativo, essere capo scout resta un’occasione imperdibile di servizio agli altri e di crescita personale.
Come mai per il 40° avete pensato a questi incontri sull’educare?
Vogliamo che il festeggiare i nostri 40 anni sia un momento di crescita; in questo nostro tempo nel quale tutto viene “consumato” più che assaporato, vorremmo approfondire se anche la vita scout che proponiamo ai nostri ragazzi sia solo un momento “a parte” della loro vita, da consumare e non invece, come è nostro desiderio, un’esperienza che aiuti a formare il carattere. Desideriamo che lo scautismo possa essere parte dello “scheletro” di una persona e non un’uniforme da indossare la domenica mattina per poi appenderla quando si torna a casa. Mi auguro ci si renda conto che con lo scautismo abbiamo un dono prezioso nelle nostre mani, uno strumento educativo formidabile che ci fa capaci di “rendere il mondo un po’ migliore di come l’abbiamo trovato”.
Quali i prossimi appuntamenti per il quarantesimo?
A giugno per la sagra patronale allestiremo una mostra fotografica, per concludere il 25 giugno con la messa alle 9.30 e il pranzo sociale aperto a genitori, amici e chiunque voglia festeggiare con noi.