Come sempre, per l’occasione, la “Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia...
Dall'oratorio di San Donà le giostrine per i bimbi del Madagascar
Quattro nuove giostre come quella presente nel cortile dell’oratorio Don Bosco di San Donà di Piave sono pronte a partire per il Madagascar. Il successo delle giostre gemelle donate dall’oratorio salesiano sandonatese, a partire dal 2017, all’opera salesiana di Bermaneviky, una per ciascuno degli otto oratori, ha fatto infatti rimbalzare la notizia in tutta l’isola malgascia, innescando una serie di nuove richieste.
Quattro nuove giostre come quella presente nel cortile dell’oratorio Don Bosco di San Donà di Piave sono pronte a partire per il Madagascar. Il successo delle giostre gemelle donate dall’oratorio salesiano sandonatese, a partire dal 2017, all’opera salesiana di Bermaneviky, una per ciascuno degli otto oratori, ha fatto infatti rimbalzare la notizia in tutta l’isola malgascia, innescando una serie di nuove richieste.
Per prima quella di suor Antonia, che da anni porta aventi il carisma salesiano fra i giovani malgasci di Manazary, una piccola comunità che sorge nei pressi della capitale del Paese, Antananariyo.
“...E a noi, niente?” Con queste semplici e spiazzanti parole ha strappato - senza troppa resistenza - un sì ai volontari del Dim.Mi, l’associazione salesiana Dimensione missionaria, che si sono messi subito al lavoro.
La misteriosa bellezza del Madagascar è sorprendentemente impreziosita da elementi che rimandano alla nostra terra, alle nostre radici, alla generosità dei volontari e all’impegno dei nostri giovani per i coetanei di un continente lontano. In un Paese che ha una così alta percentuale di bambini, una giostra può infatti essere una risorsa preziosa per avvicinarli a un ambiente propositivo e donare loro gioia e speranza.
Ed è stato poi un susseguirsi di istanze presentate, con accorato appello, alla generosità degli amici e benefattori italiani. Da quella del carmelitano padre Andrea per la missione di Morondava (una terra costiera fecondata dal martirio del sandonatese Sergio Sorgon) a quella di padre Schenato per la missione vicenziana di Ihosy; infine quella di don Angelo Vitrano, ex salesiano attualmente impegnato nella missione di Ambatondrazaka, a nord est dell’isola.
Come dire di no? I volontari del Dim.Mi hanno affrontano con entusiasmo la nuova sfida. La macchina organizzatrice, in realtà, si era già messa in moto per un progetto che non era riuscito a decollare: restituire al Valdocco di Torino, “quartier generale” salesiano fondato da Don Bosco, copia della giostra che era uscita da quei laboratori oltre ottant’anni fa. Contando sull’appoggio di Giampietro Pettenon, originario di Riese Pio X e presidente di Missioni don Bosco nel mondo, si procede con il lavoro... anzi, si decide di quadruplicarlo!
Completato il montaggio dell’asse centrale, le quattro nuove bellissime giostre, realizzate sul modello di quella che domina il cortile dell’oratorio salesiano sandonatese, si possono inserire nel container che verrà imbarcato si spera entro il mese di maggio, non appena si potranno risolvere i problemi legati alle limitazioni imposte dal contenimento del coronavirus. Piccoli gioielli artigianali usciti dalle mani abili di Francesco Buso, ex docente del Cfp, con il supporto di Ivano Maschietto che ha curato gli acquisti, tagliato e levigato il legno del sedile. Da sottolineare l’apprezzabile contributo di alcuni studenti del Cfp salesiano, che hanno partecipato alle operazioni di fresatura e di taglio delle parti metalliche utilizzando le macchine a controllo numerico del laboratorio di meccanica. E altri che hanno provveduto alla verniciatura di fondo.
In una terra contrassegnata da tanti contrasti: bellezza e degrado, povertà e ricca biodiversità, questi bellissimi manufatti riempiranno di vivacità e di colore i cortili polverosi delle missioni, cementando il legame con il nostro oratorio.
E’ bello pensare che ora, oltre ai copertoni e ai cerchi metallici, qualche piccola giostra dal curioso sedile ottogonale, farà accendere sorrisi ampi, spontanei e riconoscenti. Primo fra tutti, lassù, quello di don Bosco che ha sempre incoraggiato e sostenuto intuizioni semplici come queste, nutrite di tanta passione, creatività e ingegno.